L'allarme
Murgia, è emergenza lupi: stragi di pecore anche in pieno giorno
I predatori si muovono in branco e i cani da guardia non possono fare nulla
Lupi. Si aggirano ormai numerosi nelle campagne murgiane e sbranano capi ovini e bovini nelle aziende zootecniche. La conta degli animali feriti o morti negli ultimi giorni è allarmante, denuncia Coldiretti Puglia: 3 pecore morte a Conversano, 2 morte e 3 ferite a Gioia, 2 mucche, 5 pecore morte e altre 2 pecore ferite a Noci, 4 pecore e 5 agnelli a Turi, 2 pecore ferite, 2 morte e 2 pecore disperse a Santeramo.
E’ chiaro che il lupo non può essere eliminato, è tornato in Puglia dopo un secolo che ne mancava, ma è altrettanto chiaro che la questione convivenza va affrontata in modo strutturale, al momento a farne le spese sono gli allevatori.
Come Giovanni De Novellis, una azienda con 80 ovini e 250 bovini, di cui 100 vacche in lattazione in territorio di Gioia al confine con Laterza e Santeramo, in contrada Murgia Passiatore adiacente alla pineta di Montursi. E’ una zona ad elevata densità di aziende zootecniche. Finora i casi di ovini sbranati si sono verificati nottetempo. A De Novellis hanno fatto visita intorno alle 14, quando il solleone costringe tutti a stare in casa.
«Attaccano anche di giorno perché hanno fame. Ho due cani maremmani per accudire le pecore di cui il lupo ha timore, ma il problema è che il branco era composto da 4 o 5 lupi contro 2 cani e le pecore sono 80 per cui è difficile tenerli a bada». De Novellis in un ettaro e mezzo di terreno, ha trovato 2 pecore ferite e una terza uccisa. Azzannano alla gola, recidono l’arteria carotide provocando l’inevitabile dissanguamento. Lo stesso episodio si era verificato una settimana fa, sempre intorno alle 14,30. «Vidi le pecore che all’improvviso, impaurite, si erano ritirate vicino casa. Notai un ovino tutto pieno di sangue. Il veterinario riuscì a salvarla con 50 punti di sutura alla coscia».
Francesco Cicciopaolo è un altro allevatore ha la sua azienda nelle campagne tra Noci e Martina Franca, 120 bovini, in territorio nocese in contrada Poltri. «Qualche giorno fa, all’alba, ho trovato un vitello sbranato ed il medico veterinario ha assicurato che i morsi sono del lupo. E’ stato azzannata alla gola, il lupo ha poi divorato la cassa toracica del bovino. Non ho sentito nulla perché noi lavoriamo dalle 16 alle 18 ore al giorno e la sera abbiamo solo il tempo di metterci a letto e addormentarci per la stanchezza». «La cosa che preoccupa è che il lupo ha sbranato il bovino a 50 metri dalla porta d’ingresso della mia abitazione».
E Coldiretti lancia l’allarme: «Gli allevatori, gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati».