Disagi in città

Bari, ponte di via Traiano: scaletta è inagibile ma si passa lo stesso

Alessandra Montemurro

La struttura collega Japigia a Madonnella dove ci sono le grandi attrazioni delle spiagge libere e di Parco Perotti

BARI - Non ce la fanno più i cittadini che vivono a ridosso del ponte pedonale che collega viale Imperatore Traiano a via Messapia, unendo i quartieri di Madonnella e Japigia. A nove mesi dall’inizio dei lavori di rifacimento della passerella, a lavori effettivamente conclusi da più di due mesi, il ponte resta chiuso e non si sa quando verrà ufficialmente aperto.

Le recinzioni poste accanto alla struttura non servono a molto, nè servono i lucchetti posizionati davanti ai varchi principali. Un modo per aprire quelle recinzioni si trova sempre, e in tanti decidono di oltrepassarle e di usare le scalette per passare da una parte all’altra della città, superando il fascio di binari che divide i due quartieri.

Con l’arrivo del caldo e della bella stagione usare quel ponte è, infatti, il modo più veloce per raggiungere la spiaggia cittadina di Pane e Pomodoro dove è più che iniziata la stagione estiva.
La prima grande «invasione» è avvenuta però nei giorni di San Nicola. In centinaia hanno attraversato il ponte per raggiungere il lungomare e assistere allo spettacolo delle Frecce Tricolori, o quello dei fuochi artificiali la sera. E lo spettacolo continua a ripetersi quotidianamente da allora, anche se in forma più contenuta.

A nulla valgono i tentativi di mantenere chiuso il cantiere da parte della Polizia locale che in più occasioni si è recata sul posto rimettere a posto le transenne che delimitano quello spazio.
L’ultimo intervento, secondo una segnalazione dei cittadini che vivono proprio a ridosso del ponte, è del 10 giugno scorso. Un intervento che anche questa volta si è rivelato inutile. Messo un lucchetto ad un varco, se ne trova subito un’altro. Giorno o notte che sia poco importa. Chi vuole passare passa, incurante dell’assenza di collaudo, dei divieti e delle transenne. Tutto questo, al netto dell’inciviltà di chi oltrepassa le barriere, che pone anche un problema di sicurezza, oltre che di responsabilità per il Comune e anche per la ditta responsabile del cantiere.

«Le persone non ce la fanno più - commentano dal Comitato dei Cittadini di Pane e Pomodoro -. In tanti si lamentano di queste lungaggini. Il malcontento sta aumentando e gli animi iniziano a scaldarsi sempre di più. L’altra sera, all’arrivo della Polizia locale con i lucchetti per la chiusura delle transenne, c’è stata una vera reazione di dissenso da pare di alcuni. Non ci si potrà meravigliare se, come si vocifera, nei prossimi giorni ci sarà qualche rumorosa protesta».
Del resto, il termine dei lavori era previsto per gli inizi del 2019 e invece siamo già oltre la metà dell’anno. Si è passati dai previsti quattro mesi di chiusura ai nove e tanti cittadini, molti anziani, che hanno pazientemente atteso di vedere riaprire il ponte sono ancora costretti a macinare chilometri sotto il sole per fare avanti e indietro da una parte all’altra della città. Il ponte è infatti un passaggio pedonale essenziale per ricucire le due parti della città, tra i quartieri Japigia e Madonnella, tagliata in due dalla ferrovia. Per cercare di accellerare i lavori e ridurre al minimo i disagi si è lavorato anche di notte. In particolare quando si è smontata la vecchia struttura e montata la nuova. Perché adesso non si apra è un mistero.

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