Il punto

Bari, l'assessore: «Anch'io in bici per tutelare i riders»

Paola Romano (Assessore alle Politiche del Lavoro - Bari)

Parla Paola Romano, assessore alle Politiche del Lavoro: «L'amministrazione deve intervenire sulle condizioni dei fattorini»

Il Primo Maggio è una giornata importante, carica di significato, che in Italia ha un valore in più. Questo perché il lavoro è uno dei principi su cui si fonda la nostra Costituzione. Perché il lavoro non è solo la forma attraverso cui ognuno di noi percepisce un reddito utile a poter vivere, a costruirsi una famiglia, a sostenere dei figli, è lo strumento che ci permette di avere un ruolo all’interno della società e partecipare alla vita della propria comunità. In questi anni a Bari abbiamo cercato di dare una risposta sul fronte del lavoro attraverso diversi progetti rivolti ai giovani e ai meno giovani. Tutti caratterizzati da due elementi: da una parte un’attività di formazione al lavoro che permettesse alle persone di acquisire maggiori competenze e tornare a credere in se stessi, anche attraverso un’azione specifica volta a preparali ai colloqui di lavoro, dall’altra favorendo l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, attraverso il coinvolgimento di realtà imprenditoriali presenti a livello locale e nazionale.

Progetti come «Cantieri di cittadinanza», «Ba29» e «Cantieri di cittadinanza 2.0» rappresentano il tentativo concreto di un’amministrazione comunale di affrontare un tema complesso, su cui i Comuni non hanno molto margine di manovra, partendo dal presupposto che per permettere alle persone di guadagnare o riguadagnare un posto all’interno della società e consentire loro di compiere un giusto e dignitoso percorso di autonomia la risposta non può essere solo un sostegno al reddito. Credo vadano create le condizioni per favorire un inserimento attivo nel mondo del lavoro. Quando parliamo di lavoro, quindi, parliamo di un diritto fondamentale delle persone e dobbiamo sempre ricordarci che questo diritto deve viaggiare insieme alla tutela di tutta un’altra serie di diritti, che comprendono un giusto compenso, delle condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose, che non possono mai venire meno.


Proprio sul versante della tutela dei diritti associati al lavoro, negli ultimi anni a livello nazionale i governi non sono riusciti a cogliere per tempo i cambiamenti prodotti dall’innovazione tecnologica che, da una parte, ha permesso la nascita e lo sviluppo di nuovi modelli imprenditoriali, che oggi caratterizzano l’economia digitale, dall’altra ha portato a una modifica strutturale del mercato del lavoro e delle forme di lavoro tradizionali. A questo però non è seguito un preciso inquadramento normativo e oggi ci troviamo di fronte a una grande zona grigia all’interno della quale ci sono migliaia di lavoratori che non vedono adeguatamente riconosciuti pari dignità e diritti. La categoria che sicuramente esemplifica al meglio la situazione attuale è quella dei riders, i ciclofattorini che effettuano consegne a domicilio gestite dalle numerose piattaforme digitali che sono nate in questi anni.


Per la maggior parte delle persone quello del rider è il primo lavoro, svolto anche per pagarsi gli studi all’università, per altri un modo per tornare ad averne uno dopo essere stati licenziati. Tutti però hanno in comune il fatto di avere spesso contratti poco chiari, con una remunerazione molto bassa e dover rispettare, e subire, una serie di parametri e vincoli legati alla loro attività che inevitabilmente incidono sulle condizioni di sicurezza del lavoro e sulla tutela dei loro diritti. Io sono convinta che lo sviluppo di nuove forme di impresa sia fondamentale per la crescita economica delle nostre città ma che al tempo stesso debbano sempre essere garantiti e tutelati i diritti delle persone. L’attuale governo ha dichiarato che presto approverà una legge per regolarizzare la situazione dei riders, e spero che questo accada il prima possibile.


Nel frattempo però, credo che un’amministrazione locale, nell’ambito delle proprie competenze, debba cercare di intervenire e dare delle risposte. Un mese fa proprio sui riders, seguendo il buon esempio del Comune di Bologna, ho lanciato la proposta di adottare una carta dei diritti da far sottoscrivere alle imprese, per tutelare i diritti e le condizioni di lavoro delle persone. La proposta ha portato a un importante confronto con i sindacati e adesso stiamo lavorando per coinvolgere le aziende e sottoporre la carta da firmare. L’occasione del Primo Maggio sarà un momento importante anche per richiamare l’attenzione sul tema dei riders. E per farlo saremo in sella a una bici, per le strade di Bari. Per ricordare a tutti che il lavoro non può mai essere sfruttamento.

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