Rete 5G

Conversano, i cittadini bloccano installazione ripetitore

Antonio Galizia

È un nuovo modo di fare business: installarlo sul tetto di casa e guadagnare fino a 18mila euro all'anno

Approda a Conversano un nuovo modo di fare business in modo facile e senza alcun investimento: installare il ripetitore sul tetto di casa e incassare fino a 18mila euro all’anno. In tempi di crisi e nell’era dei redditi di cittadinanza e di dignità, sembra che in città siano pochi i cittadini, nemmeno i più convinti ambientalisti, disposti a rifiutare le proposte allettanti che giungono dalle multinazionali della telefonia a caccia di spazi che garantiscano la diffusione del segnale 4G e 5G.
Tante le installazioni che oltre a deturpare il paesaggio e a creare apprensione tra i cittadini per l’emissione, sconosciuta ai conversanesi (le centraline pur acquistate non vengono utilizzate) di onde elettromagnetiche, stanno sollevando le proteste. Ha fatto scattare una vera sollevazione popolare l’impianto che una società telefonica, grazie al silenzio assenso dell’ufficio tecnico comunale, stava per installare in via Boschetto, ripetitore che la società telefonica non ha potuto più realizzare per la tempestiva protesta dei residenti. «E’ accaduto alcuni giorni fa - racconta Maria Speranza, residente che ha contattato la «Gazzetta» per segnalare l’accaduto - davanti alla mia abitazione. Dopo aver udito alcuni rumori, ho scoperto che erano in corso i lavori di scavo per l’installazione di un’antenna-ripetitore alta 25 metri. Abbiamo prontamente contattato il proprietario e scoperto che non solo si stava per installare un ripetitore a pochi metri di distanza dalle abitazioni e quindi in barba alle norme imposte dalla legge Gasparri, ma che la società telefonica aveva potuto procedere col suo progetto grazie al mancato intervento del Comune».


Il gestore, infatti, aveva seguito tutto l’iter autorizzativo, comprendente la dichiarazione di inizio attività allo Sportello unico e la successiva richiesta di parere all’Utc, ufficio che, tuttavia, non ha risposto offrendo così su un piatto d’argento l’autorizzazione grazie al silenzio-assenso. «Una dimenticanza grave», sottolineano i residenti di via Boschetto e via Nenni che hanno raccolto le firme per chiedere l’accesso agli atti e segnalato l’accaduto al comando della Polizia locale e agli organi d’informazione. La mobilitazione ha prodotto il blocco dell’installazione. Ne dà notizia l’assessore comunale all’urbanistica Maurizio Galiano che annuncia tuttavia iniziative «affinché si faccia chiarezza sulla vicenda e sulla pianificazione comunale». L’amministrazione è infatti dotata da diversi anni (giunta-Iudice, 2003-2008) di un regolamento che prevede la convocazione di un forum consultivo annuale, la redazione di un Piano comunale installazioni e l’installazione di tralicci in aree pubbliche

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