Efe Murat
Nave turca, serbatoio svuotato: scongiurato inquinamento
Nei prossimi giorni al via anche le operazioni per disincagliare il rimorchiatore
La Efe Murat non rappresenta più alcun pericolo di inquinamento, ma ieri il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha sentito il capo della Protezione civile nazionale «per verificare quanto sta accadendo. Perché, se è vero che non c’è più rischio ambientale, la nave non può rimanere lì per troppo tempo».
Dal mercantile sono stati prelevati circa 70 metri cubi, tra gasolio e acque emulsionate, e 8 quintali di vernici. I tecnici olandesi incaricati dall’armatore turco hanno quindi cominciato a predisporre un piano per il recupero della nave che dovrà essere sottoposto al vaglio della conferenza di servizi in programma oggi alle 16,30. In ogni caso, servirà dragare il fondale nello specchio d’acqua dove si è arenata la nave per poi rimorchiarla all’interno del porto di Bari o di Brindisi. Ma sui tempi non si può fare alcuna previsione: una burrasca l’ha spinta sugli scogli procurandole otto falle, per cui spostarla non sarà una passeggiata.
Invece, l’equipaggio a bordo del rimorchiatore Galesus, giunto in soccorso della Efe Murat la notte del 23 febbraio, potrebbe tornare a casa a inizio della prossima settimana. Anche dal Galesus sono state rimosse 5 tonnellate di lubrificanti, residui oleosi e acqua di sentina. Per consentire il suo rimorchio, sono già cominciate le operazioni di alleggerito dal gasolio e, con l’arrivo di un pontone da Taranto, sarà svuotato anche di una parte dei carichi di bordo per poterlo rimorchiare. Operazioni che dovrebbero terminare tra martedì e mercoledì della prossima settimana, meteo permettendo. Arenandosi, anche il Galesus è stato interessato da grossi danni nel sotto carena. Danni che potrebbero ostacolare il recupero del rimorchiatore.
Intanto, per voce del presidente di Rimorchiatori Napoletani, Gianni de Domenico, si è appreso che «l’equipaggio del rimorchiatore ha apprezzato l’iniziativa dei musicisti baresi che, hanno dedicato loro due flash mob musicali dalla spiaggia di Pane e Pomodoro grazie anche alla comprensione del comandante della polizia locale, Michele Palumbo, e dei suoi agenti che, non essendo stati messi al corrente dell’iniziativa, non sapevano come approcciarsi al quintetto composto da Giuseppe Bassi, Antonello Losacco, entrambi al contrabasso, Gianlivio Liberti, alla batteria, Vito Ottolino, alla chitarra e Gaetano Partipilo al sax.
«Rimorchiamo il Galesus con la musica» è stato il titolo dato al flash mob. «L’equipaggio del Galesus sono ragazzi come noi – il commento di Bassi – Hanno dedicato la loro vita a una missione. E noi musicisti siamo come dei missionari e abbiamo diversi legami con i marinai. Inoltre, la musica porta conforto ed è alimento per l’anima». «Mio nonno è stato Il radio telegrafista della Armando Diaz – aggiunge Bassi - Quando l’incrociatore fu silurato, nel febbraio del ’41, lanciò l’Sos ovunque , e così dopo molte ore in quelle stesse acque, si salvò la vita. Sulla nave erano più o meno in 600 e si salvarono meno di 100 persone. Una esperienza che lo segnò per tutta la vita: non ci fu giorno che non raccontasse dei suoi amici. Nonno prima di morire a poco più di 80 anni pronunziò le stesse parole che da bambino mi aveva sempre insegnato: “I marinai salvano la vita nel mare”». «Io provai a fare il marinaio – conclude Bassi - Ma lo feci con il contrabbasso e l’ufficiale medico, dal quale mi mandarono dopo aver iniziato il servizio militare, mi disse che avrei potuto fare il marinaio anche con la musica».
Da questa personale esperienza è nata la determinazione a ringraziare chi salva vite in mare e la voglia di contribuire a rompere la monotonia a bordo del Galesus. Un flash mob che ha incuriosito i baresi presenti a Pane e Pomodoro che, infine, hanno chiesto fosse organizzato un terzo concerto per domenica. Al momento non c’è certezza che ciò accada, ma Antonello Losacco ha scritto un pezzo, «Ballad for Galesus» e chissà che non si possa ascoltare a breve in spiaggia.