Unioni civili

Bari, arriva il primo divorzio gay: e il Comune istituisce un nuovo «albo»

Carmela Formicola

Il caso di una coppia che si era unita due anni fa, poi la scelta di dividersi

BARI - L’amore è finito. Capita. Quindi, prima di lanciarci tutti i piatti addosso, ci separiamo. Facile a dirsi. Provate a farlo se siete una coppia omosessuale. Prendiamo l’esempio di Bari: due persone dello stesso sesso si sono unite civilmente nel 2017, ma dopo circa due anni di convivenza si sono accorte di detestarsi. Si sono allora rivolte a un’avvocatessa che, varcata la soglia di Palazzo di città, ha detto: «Buongiorno, possiamo sciogliere un’unione civile?». Ecco, da qui in poi comincia lo psicodramma della burocrazia, quella ragnatela di leggi, norme, commi e codici che rimane sempre un passo indietro rispetto agli straordinari cambiamenti della società. Della vita vera.

Il Comune di Bari ha così istituito il registro per lo scioglimento delle unioni civili, registro che fino a qualche giorno fa non esisteva, perché nessuno si era mai posto il problema. «È stato molto difficile, una materia tutta nuova, complessa. Ma al Comune ho trovato persone di grandissima sensibilità», spiega l’avvocatessa Teresa De Crescenzo, che assiste le «parti». Anzi, tecnicamente, nei documenti, si parla delle «parti contraenti l’unione civile», ma anche il lessico, in questo ambito, è ancora da elaborare e digerire. Come puoi indicare i due protagonisti? Marito e marito? Moglie e moglie? Coniugi? No, perché non si tratta di un matrimonio. Partner? Come fosse una collaborazione tra enti? Compagni? Compagno uno e compagno due? Come nella ex Unione sovietica? Insomma, una materia così innovativa in una società così tradizionalista, che il paradosso è sempre in agguato.

Ad ogni modo, con grande pazienza, Teresa De Crescenzo ha lavorato da ottobre fino ai giorni scorsi. Ha studiato, confrontato leggi, sentenze, prassi fino a vedere istituito il registro comunale e dunque ottenere «la carta» da depositare in Tribunale e infine dar vita a un procedimento che di fatto segue il binario canonico del divorzio. «Il procedimento è già iscritto a ruolo - spiega l’avvocatessa - l’udienza è stata fissata per fine maggio, a tre mesi esatti dalla richiesta di scioglimento soggetto alla stessa disciplina del divorzio. In Italia esistono già pronunce giurisprudenziali in tal senso. A Bari stiamo tracciando una strada».

Al di là della parabola amministrativa e legale, va indagato il (meno evidente) profilo psicologico della vicenda. Dopo tante lotte per potersi unire legalmente, ufficialmente, dopo anni vissuti nell’attesa di portare in superficie un amore tenuto nascosto, ebbene, anche quell’amore può bruciare in fretta fino ad esaurirsi e lasciare posto al conflitto. Come ogni ordinaria storia tra esseri umani. Il cuore non conosce presunte diversità. In ultimo, vanno annotati i sentimenti che questa storia consegna a tutti noi. L'amarezza, la tristezza di un amore finito, e su questo (cinici esclusi) siamo tutti d'accordo. Ma non va assolutamente taciuto anche un altro petalo del più grande fiore dei diritti. Gli omosessuali hanno raggiunto il diritto di unirsi legalmente, ora anche di mettere fine a quell'unione legale. I tempi in cui era necessario vivere nell'ombra sono davvero archiviati.

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