Le tasse

Tari, bollettini in ritardo si paga senza sanzioni

Ninni Perchiazzi

In arrivo ultimi avvisi di pagamento: entro fine settembre sarà possibile versate tre delle rate scadute

Ormai passata anche la seconda scadenza relativa al pagamento della tassa rifiuti 2018, ma parecchi avvisi bonari di pagamento - si chiamano così i bollettini - sono ancora in viaggio verso i domicili dei 140mila cosiddetti utenti domestici. Nessun problema, ci tengono a far sapere dall’ufficio Tributi del Comune: si potrà pagare oltre le scadenze già prefissate, senza però incorrere in alcun aggravio (sanzioni e interessi). Ormai in archivio, le deadline di fine maggio e fine luglio, rispettivamente per la prima e la seconda rata, sarà possibile mettersi in regola entro il 30 settembre, versando la quasi totalità dell’imposta - tre delle quattro tranche previste, per poi completare il pagamento a fine novembre. È questa l’opzione concessa alle famiglie che decidono di dilazionare il versamento del tributo sull’immondizia. In alternativa sarà possibile pagare tutto in un’unica soluzione, già a partire dalla ricezione dell'avviso.

TARIFFE - Cambiano le scadenze - l’obiettivo di Palazzo di Città è incassare la tassa entro l’anno di competenza in armonia con le nuove regole contabili per le pubbliche amministrazioni -, non cambiano gli importi della tariffa. L’imposta è rimasta pressoché invariata ormai da due anni, ma solo sui bollettini (gli aumenti variano da 3,3 euro fino a poco più di 16 euro, ma ci sarà anche chi pagherà meno, roba di spiccioli). Infatti, il contratto di servizio dell’Amiu (deve essere coperto dagli incassi Tari) ha avuto un incremento, salendo a ben 73,1 milioni, oltre 4,3 milioni in più rispetto all 2017, causato sia dall’espandersi del servizio «porta a porta» ad una fetta più ampia di città sia dalla sempre maggiore incidenza del costo della gestione dei rifiuti (in particolare del conferimento in discarica). I maggiori costi però non intaccano le tasche dei cittadini, poiché compensati dall’utilizzo degli utili prodotti dall’Amiu e grazie ad un minimo contributo prelevato dal civico bilancio.

La tariffa viene ormai determinata sulla base del principio di matrice europea, «Chi più inquina, più paga», mirato a spingere la raccolta differenziata «porta a porta» ed al tempo stesso a premiare i cittadini virtuosi, tenendo peraltro conto del numero dei componenti del nucleo familiare e della grandezza dell’abitazione (nella pagina accanto riportiamo alcuni esempi). Entro fine anno il «porta a porta» interesserà 150mila baresi, l’obiettivo è superare quota 65% nella raccolta differenziata, avviando il servizio a Bari Vecchia, San Paolo Stanic, Carbonara, Ceglie e Loseto in aggiunta ai quartieri a nord del capoluogo (Palese, Santo Spirito, San Girolamo, Fesca e San Cataldo).

BENEFICI - Sconti ed esenzioni, anch’essi confermati, ammontano a 3,1 milioni (+20% rispetto al 2017) ed interessano famiglie a basso reddito, nuclei familiari numerosi o composti da ultraottantenni. In particolare, non pagano la Tari i nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 5mila euro o formati da 6 o più persone con reddito minore di 25mila euro oppure le famiglie composte da ultra-ottantenni che guadagnano meno di 10mila euro annui. Ribaditi gli sconti (pari al 25% della parte variabile della tariffa) anche agli utenti residenti nei quartieri virtuosi che valicano il 50% di raccolta differenziata, mentre il 10% in meno spetta alle singole utenze domestiche capaci di smaltire in proprio gli scarti mediante compostaggio. [n. perch.]

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