I fatti a Roma

Monopoli, 17enne morta di overdose: sei anni allo spacciatore

Donato Menga

La ragazza cercava di disintossicarsi: lui, un 44enne, avrebbe fornito la dose mortale nella capitale. La vittima era fuggita da una comunità

MONOPOLI - Il quarto collegio della prima sezione penale del Tribunale di Roma ha condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione Guido Terzulli, il 44enne di origini baresi, accusato di aver fornito la droga alla 17enne monopolitana Valeria Ruggiero, trovata morta nell’abitazione dell’uomo la mattina del 10 maggio 2014. Alla richiesta del pm di una condanna a 15 anni totali per l’uomo, accusato di spaccio di stupefacenti e di aver provocato la morte della ragazza, il Tribunale ha risposto con una condanna a 6 anni e 4 mesi, con la concessione di attenuanti generiche.

La posizione dell’uomo, apparsa sin da subito sospetta agli inquirenti che si sono occupati del caso, si è aggravata a causa dei risultati autoptici che avevano evidenziato nel corpo della ragazza tracce di metadone. La sostanza era poi stata ricollegata all’uomo e questo aveva determinato l’iscrizione nel registro degli indagati e, infine, l’imputazione formale e il processo. Valeria, a maggio del 2014, era fuggita da una comunità di recupero nella quale stava portando a termine il complesso iter di disintossicazione: la ricostruzione dei fatti, anche in sede processuale, ha acclarato l’incontro tra Valeria e Terzulli confermando anche la circostanza che la ragazza avrebbe accettato l’ospitalità dell’uomo per la notte nella casa in cui egli viveva con l’anziana madre.

L’allegria e la spensieratezza di Valeria, ingrigita dalle dipendenze cui era approdata a causa delle cattive frequentazioni, si è definitivamente spezzata con la sua esistenza nella notte tra il 9 e il 10 maggio 2014.

Le indagini, nonostante i tentativi di Terzulli di apparire estraneo spettatore della vicenda, si erano subito concentrate su quella strana ospitalità offerta, sul nervosismo dell’uomo nei confronti degli inquirenti più volte sottolineata anche dai vicini di casa ai giornalisti che seguivano il caso. Nel processo, poi, la famiglia di Valeria, la mamma e le due sorelle, si è costituita parte civile tramite gli avvocati monopolitani Alberto Sardano, Michele Genualdo ed Emiliano Buscicchio. La sentenza di primo grado, arrivata a 4 anni e un mese dalla morte di Valeria, fissa le responsabilità di Terzulli condannandolo alla reclusione e riconoscendo una provvisionale di 50mila euro a ciascuna delle tre parti civili che si riservano di valutare anche una quantificazione in sede civile.

Tra 60 giorni le motivazioni della sentenza saranno pubbliche e da quel momento in poi scatterà il termine di 45 giorni per i difensori dell’imputato per ricorrere in appello. La giustizia è giunta a una conclusione, ancorché di primo grado e, probabilmente, troppo clemente agli occhi di chi ha perso un pezzo importante della propria vita e che, sentenze a parte, non potrà in alcun modo essere restituita.

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