Immobile inagibile

Palagiustizia a Bari, ministro a Decaro: «E' nostra priorità» Avvocati invitano a Bonafede

Revocata l'agibilità dopo la sospensione dei giorni scorsi. Le udienze proseguono nelle tende. Si cerca una soluzione provvisoria

BARI - Per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede l’emergenza del Palagiustizia di Bari «è una priorità e se ne occuperà già nelle prossime ore». Lo riferisce il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che in serata ha incontrato al Quirinale il ministro, sottoponendogli la questione. «Il ministro - ha spiegato il sindaco - ha detto di essere già a conoscenza della situazione e mi ha assicurato che se ne occuperà immediatamente». L’incontro è avvenuto in occasione della cerimonia per i festeggiamenti della Repubblica che si svolge al Quirinale.

Antonio Decaro è al Quirinale nel suo ruolo di presidente dell’Anci per partecipare alla cerimonia per la Festa della Repubblica. Al ricevimento Decaro ha incontrato Bonafede, che ha giurato come ministro della Giustizia solo poche ore fa, e gli ha subito sottoposto il problema.

Il presidente ANCI e sindaco di Bari proprio in mattinata ha partecipato in via Arenula a Roma ad una riunione sulla situazione dell’edilizia giudiziaria penale barese, in parte finita in una tendopoli dopo la revoca dell’agibilità per pericolo crollo dell’immobile di via Nazariantz. Nell’incontro Decaro ha insistito sull'accelerazione delle procedure per individuare una soluzione, chiedendo ancora una volta formalmente la dichiarazione dello stato di emergenza per Bari.

VIA ARENULA: NO A STATO DI EMERGENZA - Per il Ministero non ci sono le condizioni per un decreto di stato di emergenza». Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a conclusione del vertice che si è tenuto oggi a Roma presso il Ministero della Giustizia per discutere della situazione dell’edilizia giustizia barese, dopo la revoca dell’agibilità per pericolo crollo del Palagiustizia di via Nazariantz. Il sindaco ha riferito che il Ministero "ritiene di risolvere il problema entro l’11 giugno, che è la data di scadenza della ricerca di mercato con la quale si cerca un immobile che abbia spazi sufficienti» per accogliere tutti gli uffici giudiziari penali.

«Abbiamo provato a spiegare - ha continuato Decaro - che dalle ricerche di mercato fatte negli ultimi anni non ci sono immobili di quelle dimensioni e con quelle caratteristiche dal punto di vista urbanistico, quindi abbiamo il timore di ritrovarci dall’11 giugno nella stessa situazione». Dalla riunione, alla quale hanno partecipato anche i vertici degli uffici giudiziari e dell’avvocatura baresi, la Regione Puglia e il Dipartimento di Protezione civile nazionale, è emersa inoltre la volontà del Ministero di smantellare le tende e di trasferire momentaneamente, in attesa dell’individuazione della sede, Procura, ufficio gip e udienze penali di primo grado nelle aule dell’ex Tribunale di Modugno e in un immobile già disponibile in via Brigata Bari.
Se la ricerca di mercato dovesse dare esito negativo, «dal 12 giugno il Ministero ha dato la propria disponibilità - ha spiegato il vicepresidente della Regione Puglia, Antonio Nunziante - ad affrontare la questione come una situazione di emergenza pubblica perché relativa all’espletamento di una funzione costituzionalmente garantita».

Stamattina ha visitato la tendopoli allestita all’esterno del Palagiustizia il segretario generale nazionale del Coordinamento sindacale penitenziario (Cosp), Domenico Mastrulli, secondo il quale «il nuovo ministro della Giustizia deve intervenire con la massima urgenza per trovare una soluzione per tutti i lavoratori che qui rischiano la vita». «La situazione è preoccupante - ha detto - ed esprimiamo totale vicinanza ai capi degli uffici per le difficoltà in cui opera la giustizia barese. I dipendenti ci hanno segnalato che ieri pomeriggio, ma è tutto da verificare, ci sono state ulteriori crepe ed è stato avvertito un lieve spostamento dell’edificio. Riteniamo che 90 giorni per lo sgombero siano troppi di fronte ad un pericolo imminente».

LA DECISIONE DEL COMUNE - Il Comune ha revocato l’agibilità dell’immobile di via Nazariantz, sede della Procura e del Tribunale penale di Bari, dando il termine di 90 giorni per lo sgombero dell’immobile. Il provvedimento segue la sospensione dell’agibilità decisa dal Comune una settimana fa sulla base della relazione tecnica commissionata dall’Inail, proprietario del palazzo, su un pericolo crollo confermato da accertamenti disposti dalla Procura e da tecnici comunali. Da giorni le udienze si tengono in tende della Protezione civile.

«Il provvedimento dichiara inagibile l'immobile e prescrive che l’esecuzione dello sgombero debba avvenire entro e non oltre il termine di 90 giorni dalla notifica». La proprietà dovrà coordinarsi «con le autorità competenti in materia (Vigili del Fuoco e Autorità di pubblica sicurezza), che dovranno fornire le necessarie prescrizioni operative, sia preventive che in corso d’opera, e coordinare le operazioni». È quanto si legge nell’ordinanza firmata dai dirigenti della ripartizione Urbanistica ed Edilizia privata del Comune di Bari.

«Allo scopo di limitare le sollecitazioni sugli elementi portanti del palazzo orizzontali e verticali, riducendo il rischio, - prosegue l’ordinanza - deve immediatamente provvedersi, a cura della proprietà (l'Inail, ndr), allo spostamento della documentazione di archivio e degli arredi di maggior ingombro e peso dai piani superiori al livello interrato, previo trasferimento in altra sede del materiale già presente a livello interrato dell’immobile, ai fini del mantenimento del 'carico di incendiò risultante dalle operazioni di movimentazione entro limiti compatibili con gli standard di sicurezza antincendio, anche nel periodo transitorio».
Alla proprietà spetterà, inoltre, «redigere uno specifico piano di gestione dell’emergenza finalizzato alla mitigazione dei rischi presenti, in modo da permettere l’inibizione dell’accesso agli estranei e l’accesso limitato e controllato delle persone autorizzate e preposte».

«Tale piano - spiegano i tecnici - deve prevedere: le misure di sicurezza, i mezzi di soccorso e i dispositivi di protezione collettiva e individuale da predisporre preliminarmente e durante le operazioni interne all’immobile, i percorsi, le vie di fuga e le relative prescrizioni di protezione e di uso (ad es. divieto di uso degli ascensori), il presidio costante da parte di personale altamente qualificato alla gestione del rischio e all’apprestamento dei soccorsi in caso di emergenze (Vigili del Fuoco, Protezione Civile, personale sanitario) e l'accesso limitato all’edificio».

GLI AVVOCATI A NEO MINISTRO: VENGA A BARI - Il nuovo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è un avvocato. Venga a Bari ad ascoltare il disagio che sta vivendo l’avvocatura barese». È l’appello lanciato dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, dopo l’incontro in via Arenula a Roma per discutere la situazione dell’edilizia giudiziaria penale barese successiva alla revoca dell’agibilità all’immobile di via Nazariantz e l’allestimento di una tendopoli per le udienze.
«Insistiamo perché si dichiari lo stato di emergenza - ha detto Stefanì - e auspichiamo che il nuovo Governo adotti un provvedimento d’urgenza». Gli avvocati ribadiscono la loro "contrarietà alla ulteriore frammentazione della giustizia penale barese con il trasferimento in sedi periferiche come Modugno, comunque insufficiente ad assicurare il regolare svolgimento delle attività d’udienza».

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