bari
Predoni di telefonini incastrati dalla tecnologia
di Luca Natile
Ogni giorno decine di baresi subiscono il furto del proprio smartphone oppure lamentano di averlo perso. Secondo una ricerca citata da Lookout, software house che sviluppa soluzioni antifurto per i dispositivi mobili, il 16% dei furti avverrebbe al ristorante, l'11% al bar, nei locali notturni o sul posto di lavoro, il 6% sui mezzi pubblici. Era salita sull’autobus della linea 13 che l’avrebbe riportata a casa, la donna protagonista di questa storia, l’ultima in ordine di tempo tra le cronache dedicate ai fatti di piccola criminalità. Nella sua borsa un Apple iPhone 8, comprato su Amazon a 670 euro. L’autobus, dopo qualche minuto di sosta in piazza Moro, parte e la donna si rende subito conto che nella borsa non c’è più il cellulare. Informa il conducente e insieme contattano la sala operativa del 113. L’autobus prosegue la sua corsa, alle prime fermate qualcuno scende. Arriva una «pantera» della Squadra volante della Questura che raccoglie la denuncia della derubata. «Sul mio cellulare è installata l’applicazione
“Trova il mio iPhone”» spiega la donna agli agenti. Il principio su cui opera questa up è l’individuazione del dispositivo usando il Gps (quando disponibile), la triangolazione delle torri di telefonia cellulare e la lettura della distanza da un punto di accesso Wi-Fi. Grazie all’applicazione il dispositivo comunica alla «nuvoletta» iCloud le coordinate della sua posizione e permette di rintracciare l’apparecchio. Gli agenti, in costante collegamento con la sala operativa, riescono a capire che il ladro è sceso dall’autobus e si è portato in Piazza Umberto, uno dei luoghi dove chi ha qualche cosa da vendere, che si tratti di merci contraffatte o telefoni rubati, trova sempre qualcuno disposto a comprare. Gli agenti, insieme ad alcuni colleghi giunti per dare loro manforte, raggiungono la piazza. Sanno che l’iPhone rubato è acceso. Lo chiamano e l’apparecchio squilla nella tasca del ladro. Gli agenti sono a due passi e lo bloccano. Si tratta di un cittadino romeno di 24 anni, incensurato, che viene denunciato per ricettazione. L’appareritorna nelle mani della legittima proprietaria, ben felice di riavere con sé il prezioso smartphone. Prezioso non tanto e non solo per il suo valore economico ma per la tipologia e la quantità di dati personali che esso custodiva.
Accorgersi di aver perso il cellulare o rendersi conto che è stato rubato può essere oggi qualcosa di drammatico, soprattutto se nel dispositivo mobile - come nel caso appena descritto - si erano memorizzate informazioni di grande importanza per la propria professione, per le proprie attività. I dispositivi mobili e i telefoni cellulari maggiormente elaborati, diffusi e costosi diventano sempre più appetibili per i ladri. Mai come ora, molti ladri sono interessati ad accedere ai servizi wireless, magari per rubare una identità.