sono pregiudicati ritenuti vicini al clan Strisciuglio
Usura con tassi al 600% cinque arresti a Bari
BARI - Avrebbero costretto un imprenditore barese a pagare interessi fino al 600 per cento annui portando la sua attività sull'orlo del fallimento. Per i reati di usura ed estorsione i Carabinieri hanno arrestato cinque pregiudicati ritenuti vicini al clan Strisciuglio di Bari.
La vicenda documentata dagli investigatori, coordinati dalla Dda di Bari, è iniziata nel 2012 con piccoli prestiti da restituire entro il mese, pena l’accumulo del residuo e il suo raddoppio. Così in pochi anni i cinque sarebbero riusciti a sottrarre ai gestori di un esercizio commerciale di Santo Spirito la somma complessiva di oltre mezzo milione di euro. Gli imprenditori erano arrivati al punto di non riuscire a pagare neppure le piccole spese familiari. Le indagini dei Carabinieri sono state avviate proprio per accertare l'inspiegabile (a fronte degli ingenti introiti) situazione deficitaria in cui si trovavano i gestori dell’attività, ormai alle soglie del fallimento.
Hanno così accertato, «nonostante la reticenza delle vittime, sottoposte a ripetute minacce di atti ritorsivi nei loro confronti e dei loro cari» spiega la Procura in una nota, l'enorme debito accumulato. I prestiti sarebbero avvenuti grazie al all’intermediazione iniziale del pluripregiudicato Onofrio Caldarulo, mentre il recupero crediti sarebbe stato affidato ai pregiudicati Vito Pascale, 57enne, Giovanni Valentino, 49enne, Maurizio Maino, 45enne, e Andrea Maisto, 43enne, tutti ora in carcere.