L'iniziativa
L’«abbraccio» a Protti. La «Bari 93» fa subito gol
Presentata la associazione sportiva dilettantistica che riporta inevitabilmente agli anni dal 1992 al 1996, quando Igor è stato l’idolo biancorosso, capace di firmare 46 gol in 112 presenze
Tutti uniti nel nome di Igor Protti. Non uno slogan, ma un sentimento autentico che ieri mattina ha preso forma concreta in un hotel di periferia, dove è stata ufficialmente presentata la Asd Bari 93, associazione sportiva dilettantistica senza fini di lucro nata da un patto profondo, umano prima ancora che calcistico. Un legame che riporta inevitabilmente agli anni dal 1992 al 1996, quando Protti è stato l’idolo biancorosso capace di firmare 46 gol in 112 presenze, entrando per sempre nella storia e nel cuore della città.
Non una celebrazione fine a se stessa, ma un gesto concreto di vicinanza e riconoscenza verso un uomo che oggi sta affrontando la partita più dura della sua vita. Anche in questo momento, però, Igor continua a essere collante, esempio e punto di riferimento, come lo è sempre stato dentro e fuori dal campo. Collegato telefonicamente, Protti riunisce intorno a sé un gruppo che non si è mai perso. Ex compagni di squadra e amici veri, legati da esperienze comuni e da un’idea di calcio vissuta come appartenenza e rispetto. Seduti al tavolo Giuliano Gresi, Donato Gentile, Emiliano Bigica, Michele Andrisani, Pino Alberga, Antonio Di Gennaro, Nicola Ventola, Pasquale Loseto e il tifoso Alfonso Cacciapuoti, amico storico di Protti e promotore dell’iniziativa.
A introdurre il senso dell’associazione è il presidente Massimiliano Tangorra, che chiarisce subito la direzione intrapresa: «Più che donare denaro, vogliamo trasmettere le nostre emozioni. Sostenere Igor per continuare a combattere e cercare nel nostro piccolo di trasferire questa energia positiva. Il miglior farmaco è questo. In un momento storico di guerre, non si pensa che nella realtà c’è gente che vive situazioni crude e difficili per via di una malattia. Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa che può rimanere per il futuro».
Parole che trovano piena conferma nel pensiero dello stesso Protti, accolto dagli applausi commossi dei presenti. L’ex capitano biancorosso si rivolge ai suoi vecchi compagni con la consueta sincerità: «È un gruppo meraviglioso che non ha mai perso i contatti nonostante siano trascorsi trent’anni. Merita di lasciare il segno. Credo lo abbia fatto nel cuore della gente nei primi anni Novanta. E ora continuerà a farlo con questa associazione a favore di chi ha di meno. È stato bello il primo gesto di portare doni ai bambini, i primi che non meritano di soffrire. A riprova che parliamo di una squadra particolare, speciale e fantastica di cui io sono solo una piccola parte. E il segno si lascia con gli atteggiamenti e l’attaccamento. Non bastano un gol o una partita giocata bene. Perciò, questi miei ex compagni sono rimasti nel cuore della gente. Adesso spero di passare dei giorni di Natale sereni, con la mia famiglia. Auguro buone feste a tutti i tifosi del Bari che non mi fanno mai mancare il loro affetto. Vi voglio bene».
Tra i protagonisti di allora, quando erano poco più che ragazzi, c’è Nicola Ventola, che rievoca emozioni e insegnamenti indelebili: «Ho rivisto Igor lo scorso giugno, alla partita Operazione nostalgia di Parma. Ai tempi del Bari, la sua figura mi incuteva paura. Mi chiedevo sempre come potessi diventare un giocatore come lui che magistralmente toccava il pallone a destra e a sinistra durante gli allenamenti. All’epoca avevo appena 15 anni, ed in quella squadra entravo in punta di piedi. Esordii, infatti, nel ‘94. Di campioni ne ho conosciuti in carriera, ma nessuno calciava come lui. Come uomo, poi, mi prese sotto la sua ala protettiva. Vedeva in me del potenziale. Era forte come calciatore e rigido come uomo. Avevo timore di lui, mi diceva cose dure per il mio bene e mi è servito. Mi ha formato come giocatore e come uomo. Ogni volta che lo vedo, lo ringrazio».
Sulla stessa linea Emiliano Bigica, altro baby di quel Bari diventato poi colonna dello spogliatoio: «In quel gruppo, sono diventato pian piano uno dei pilastri insieme ai miei compagni. L’altro giorno ho rivisto un video su youtube in cui risposi alla domanda su chi fosse il capitano di quella squadra. Eravamo tutti capitani, c’erano venti leader. Lo dimostra il fatto che alla chiamata di Alfonso dello scorso 8 agosto, nessuno si è tirato indietro per essere pronti a fare visita ad Igor per il suo compleanno. Quel giorno, si buttò fra le nostre braccia come quando segnava un gol. Da pelle d’oca. In quel momento, ci siamo ripromessi di sostenerlo in questa sua partita difficile e di costituire questa nuova associazione per il bene di altre persone che soffrono. Oltre a sostenere Igor in questa sua battaglia».
In collegamento video anche Gegè Gerson, Angelo Alessio, Carmine Gautieri e Nuccio Barone, che riporta un ricordo intimo: «Ero compagno di stanza di Protti. I prepartita erano sempre tosti. Si dormiva poco. Sino a tarda sera, raccontandoci le nostre storie private. L’ultima volta che l’ho visto, mi ha detto che non mi ha mai tradito. Perché, dopo che andammo via da Bari, non ha più voluto condividere la camera con nessuno».
Il cerchio si chiude con altri due tasselli fondamentali di quel gruppo. Carmine Gautieri sottolinea il valore educativo dello spogliatoio: «Quello era un gruppo vero, fatto di princìpi. Prima di tutto, bisognava essere uomini. Una volta, ebbi un atteggiamento sbagliato e Igor mi riprese con uno schiaffo. Lo ringrazio ancora perché poi ho imparato come comportarmi. Una lezione di vita su come stare in uno spogliatoio».
Infine, Angelo Alessio, che guarda al percorso sportivo: «Il primo anno con Lazaroni in panchina non vincemmo il campionato nonostante avessimo in squadra tanti ottimi giocatori. Fu difficile. Ci servì per l’anno successivo, in un crescendo che ci portò a vincere la B».