la riflessione

Da oggi in Europa una nuova corrente: il mancinismo

Fabrizio Nitti

Da oggi in Europa c’ è una nuova corrente calcistica alla quale inchinarsi. È il «mancinismo». Cos’è il «mancinismo»? È la sublimazione di un concetto semplice: crederci. Credere di poter raggiungere il massimo, credere di poter giocare alla pari contro tutti, credere di poter battere anche chi da tre anni è in vetta al ranking Fifa. La vittoria sul Belgio, dunque l’eliminazione di una delle favorite del campionato europeo, è la certificazione di quanto la Nazionale sia cresciuta sotto l’aspetto mentale. Perché da un punto di vista tattico, i nostri calciatori e i nostri tecnici, nulla hanno da imparare, bensì da insegnare. Il gap psicologico nei confronti delle «grandi» è stato colmato, e il merito non può non essere ascritto al tecnico. E ai suoi uomini.

Da oggi in Europa c’è una nuova aspirante al trono, l’Italia. Far fuori il Belgio è stato un vero e proprio capolavoro. Si è parlato di un girone di qualificazione semplice, di un ottavo di finale in discesa. Ma questo quarto di finale superato di slancio, certifica e rilancia le ambizioni degli Azzurri. L’obiettivo gridato da Mancini, cioè il raggiungimento delle semifinali, è in cassaforte. Ma siccome l’appetito viene mangiando, e questa Italia ha dimostrato di avere molta fame, nessun traguardo oggi può dirsi precluso. La Spagna non sembra un avversario insormontabile, di certo non è la Spagna di qualche anno fa. Nel processo di ricostruzione, l’Italia sembra un passo avanti, forse di più rispetto agli iberici. E’ una semifinale, insomma, molto più facile, sulla carta, rispetto al quarto di finale vinto contro i belgi. Certo, il calcio è indecifrabile. Ma una cosa è altrettanto certa: questa Italia non abbassa la testa davanti a nessuno. La strada per la finale di Wembley è tracciata.

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