Il punto
Stop al razzismo, Europa sempre più intransigente
Del resto il motto dell'Unione europea “Uniti nella diversità” è la bussola che dovrebbe far percorrere sentieri opposti a quelli della discriminazione
Europa e razzismo un binomio da non coniugare mai. Del resto il motto dell'Unione europea “Uniti nella diversità” è la bussola che dovrebbe far percorrere sentieri opposti a quelli della discriminazione.
Tutto questo è ben raccolto nell'Articolo 21, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali: "Qualsiasi discriminazione basata su qualsiasi motivo come sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di altro genere, è vietata l'adesione a una minoranza nazionale, proprietà, nascita, disabilità, età o orientamento sessuale". Tuttavia l'assassinio da parte di un agente della Polizia di Filadelfia di George Floyd avvenuto lo scorso 25 maggio 2020 ha animato il dibattito anche nelle istituzioni europee in merito ai rischi che si corrono. Proprio i deputati europei, a fine giugno, hanno condannato formalmente “ogni forma di razzismo, odio e violenza” e “l'atroce morte di George Floyd” sostenendo “le recenti proteste”. Nella risoluzione parlamentare (adottata con 493 voti favorevoli, 104 contrari e 67 astensioni) il Parlamento non si è limitato alla condanna dell'episodio negli Usa bensì ha allargato la sua attenzione anche ad uccisioni analoghe dovunque nel mondo. Estremamente significativo il minuto di silenzio per le vittime di razzismo e ogni altra forma di discriminazione in apertura della sessione parlamentare al pari delle parole del presidente David Sassoli che ha sottolineato il rispetto per i valori democratici e dei diritti umani. Anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha evidenziato che “è il momento di parlare di razzismo, apertamente e onestamente”.
Nella risoluzione vi è anche un diretto riferimento alla professione giornalistica infatti è fatta espressa considerazione del fatto che “un reporter della Cnn, Omar Jimenez, e i suoi colleghi sono stati arrestati mentre coprivano la protesta di Minneapolis e sono stati successivamente rilasciati dopo la conferma che erano membri dei media; considerando che a un gran numero di giornalisti è stato impedito di riferire liberamente sulle manifestazioni, nonostante mostrassero visibilmente le proprie credenziali mediatiche, e che dozzine sono state attaccate dalle forze di polizia, alcune delle quali hanno subito gravi ferite”. Al fine di combattere al meglio i rigurgiti razzisti il Parlamento europeo “invita i leader dell'UE a organizzare un vertice europeo contro il razzismo sulla lotta alla discriminazione strutturale in Europa nel prossimo futuro” esortando la Commissione “a presentare una strategia globale contro il razzismo e la discriminazione e un quadro dell'UE per i piani d'azione nazionali contro il razzismo con una componente dedicata alla lotta contro questi fenomeni nei servizi di contrasto, adottando un approccio intersezionale”. Al Consiglio è chiesto di “istituire una configurazione specifica del Consiglio per la parità; invita le istituzioni dell'UE a istituire una task force interistituzionale per combattere il razzismo e la discriminazione a livello dell'UE”.
A livello operativo, in questo percorso di “sminamento del razzismo”, le Agenzie europee coinvolte nel processo sono la Fra - Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali -, la Cepol - Agenzia europea per la formazione delle forze dell'ordine - e l'Europol - Agenzia europea per la cooperazione giudiziaria. A questi organismi è stato chiesto “nell'ambito dei rispettivi mandati, a intensificare gli sforzi nella lotta al razzismo e alla discriminazione”. In particolare la Fra, fondata nel 2007 con sede a Vienna e diretta da Michael O’Flaherty, fornisce consulenza alle istituzioni dell’UE e ai governi nazionali sui diritti fondamentali, in particolare nei seguenti settori: discriminazione, accesso alla giustizia, razzismo e xenofobia e altro. Interessante ricordare che secondo il rapporto “Being black in the Eu” della Fra, almeno un terzo degli europei con pelle nera ha subito un'aggressione tra il 2013 e il 2018. In ultimo ma non per ultimo è opportuno interiorizzare le parole della senatrice a vita Liliana Segre pronunciate il 29 gennaio al Parlamento europeo «La parola razza ancora la sentiamo dire e per questo dobbiamo combattere questo razzismo strutturale, che c'è ancora». Ancora.
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