Verso le Olimpiadi

L’orgoglio di Stano, in marcia verso Parigi: «Brutto colpo l’infortunio, ma darò il tutto per tutto»

Roberto Longo

«Parto con molta curiosità addosso: 45 giorni fa ero a casa con le stampelle»

La marcia sarà grande protagonista della prima giornata del programma olimpico dell’Atletica di Parigi 2024 che, come da tradizione, si aprirà con i 20km maschili alle 7.30 del 1 agosto. Sei giorni dopo toccherà all’inedita staffetta di maratona, il nuovo format tenuto a battesimo a Modugno lo scorso gennaio. Nella squadra azzurra ci sarà anche Massimo Stano da Palo del Colle, il campione olimpico sulla distanza che un anno dopo Tokyo, nel 2022, vinse anche il titolo mondiale sulla distanza spuria dei 35 chilometri.

Nella capitale francese sarebbe stato l’uomo da battere se una maledetta bottiglietta abbandonata sul percorso dei mondiali a squadre di staffetta mista di Antalya non lo avesse costretto alla resa per la frattura del 5° metatarso del piedi sinistro. Sulla carta correrà solo nella 20 ma molto dipenderà dai risultati di quest’ultima gara nella quale, per una volta, i riflettori saranno puntati anche in altre direzioni. Il recupero sembra avergli restituito una condizione più che accettabile ma nel percorso di avvicinamento alla sua Olimpiade potrebbe mancare il mese e mezzo nel quale non ha potuto neanche appoggiare l’arto sinistro.

Come sta Massimo Stano?

«Massimo Stano non sta bene ma non sta nemmeno male nel senso che con nelle gambe 45 giorni in meno di marcia che ho compensato con lavori alternativi ma naturalmente non è la stessa cosa e quindi è un po’ una rincorsa, una lotta contro il tempo per cercare di mettere più fieno in cascina possibile e quindi arrivare ai giochi olimpici in una condizione migliore possibile per quello che ci è concesso di fare nel poco tempo e chiaramente non era proprio così il programma, con una bottiglietta sotto il piede che ti frattura la base del quinto metatarso. Massimo Stano sta... ni. Né bene, né male».

Sarà l’uomo da battere e dovrà difendere l’oro di Tokyo, ne è consapevole?

«Non sarò l’uomo da battere secondo me, sono semplicemente il campione olimpico di Tokyo che si è fatto male nell’anno delle Olimpiadi e che difficilmente potrà difendere ad armi pari il titolo, quindi non credo sia difficile per gli altri e penso che probabilmente nemmeno mi terranno in conto, insomma, quindi sicuramente questo mi porta alla gara con più tranquillità perché appunto la condizione che ho non è il top rispetto a quella prevista e quindi dovrò accontentarmi di quello che verrà».

Si corre al mattino presto come consuetudine, le condizioni meteo saranno influenti?

«La gara è alle 7.30 del mattino e le condizioni meteo sono sempre influenti, ci sono alcuni atleti che si trovano meglio al caldo, altri al fresco, alcuni che subiscono meno l’umidità e diciamo che io avrei preferito il caldo ma questo non sarà perché alle sette e mezza non credo che a Parigi faccia così caldo come potrebbe fare alle nove e mezzo. Non ho idea di quali condizioni meteo potranno esserci, lo scoprirò quel giorno e mi adatterò di conseguenza, diciamo che la parola adattamento è proprio quello che mi ha contraddistinto negli ultimi due mesi perché ho dovuto adattarmi a vari orari strani di allenamento, vari tipi di lavori alternativi e tutto ciò che ne consegue».

Quali saranno gli avversari da battere?

«Non sto nemmeno ad elencarli perché come dico di solito il livello nella 20km maschile è davvero alto, ce ne sono una quindicina papabili per il podio, quindi è inutile stare ad elencarli perché sono davvero molti».

Gareggerà sia sui 20km sia nella staffetta di maratona? Su quale delle due prove si sente più preparato?

«Per il momento dico che gareggerò sulla 20km perché abbiamo qualificato solo una staffetta anziché due a causa del mio infortunato e quindi al momento la federazione non ha ancora dato una squadra e immagino che deciderà in base ai risultati delle 20km maschile e femminile, quindi per il momento io, Patrick e tutto il mio staff ci siamo concentrati sulla venti cercando di fare il meglio possibile per arrivare nella condizione migliore possibile».

È alla seconda partecipazione, cosa significheranno per lei queste Olimpiadi?

«Si, e chiaramente le Olimpiadi sono sempre le Olimpiadi ed è sempre bello ma credo che sia la prima vera Olimpiade perché quella di tre anni fa era Covid e ci furono molte restrizioni. Quindi a questo giro andremo subito nel villaggio olimpico e vivremo subito l’atmosfera olimpica alla quale dovremo prestare molta attenzione, fare le olimpiadi è il sogno di ogni atleta e il fatto di poter stare li a gareggiare per la seconda volta in carriera è un motivo di orgoglio e per questo ho lottato, mi sono allenato tanto-tanto-tanto per difendere i colori della mia nazione. Mi piace tanto l’inno, mi piacerebbe cantarlo e sventolare la bandiera ma chi per me lo farà vivrà una grande emozione ma sarà importante essere lì, dare il massimo e accettare quello che viene. Purtroppo Antalya poteva essere una bella trasferta ma mi ha portato quest’infortunio che mi costringe già a rincorrere e adattarmi. Avrebbero potuto essere olimpiadi più belle per me, avrei potuto prepararle in un modo diverso e arrivare con quella tranquillità che non ho ma sono consapevole di aver fatto il massimo lavorando bene con lo staff. Parto con tanta curiosità perché 45 giorni fa ero con le stampelle ed ora sto marciando».

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