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Il Ct Cesare Butini e l’azzurro di Puglia: «Poker sul quale puntare»

stefano palazzo (foto Federnuoto)

L'intervista al ct azzurro: «Benny Pilato migliorerà, Chiara Tarantino ha superato l’esame, Luca De Tullio in crescita, il fratello Marco si rifarà»

A pochi giorni dalla conclusione del mondiale di nuoto, con «l’Italia delle meraviglie», come sottolineato dal presidente della Fin Paolo Barelli, che ha regalato al gruppo azzurro ben dodici medaglie, non può che essere soddisfatto l’artefice in primis della spedizione in Qatar, il direttore tecnico squadre nazionali settore nuoto, Cesare Butini. Romano classe 1957, è stato un nuotatore di buon livello negli anni settanta, con un palmares ricco di molti titoli giovanili e più volte medagliato ai campionati nazionali assoluti. Dal 1980 è passato dalle corsie a bordo vasca diventando uno dei tecnici più vincenti in Italia, dapprima come allenatore nell’Aurelia Nuoto, dove ha rivestito il ruolo di direttore tecnico e dal 1987 collabora con la federazioneitaliana nuoto seguendo le squadre nazionali, assoluta e giovanile.

Tra gli atleti più importati che ha allenato difficile non citare la velocista Cristina Chiuso, con ben 41 titoli assoluti e 29 primati italiani e soprattutto nel biennio 2008-2009, la fondista Alessia Filippi alla conquista della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino negli 800 stile libero e alle medaglie d’oro nei 1500 e di bronzo negli 800 stile libero ai Mondiali di Roma 2009.

Nonostante il periodo insolito per un campionato del mondo in vasca lunga, mai si è gareggiato in febbraio e nello stesso anno delle Olimpiadi, la Nazionale è tornata da Doha con un ricco bottino di medaglie, due ori, cinque argenti e cinque bronzi.

«ll bilancio è sicuramente positivo; la squadra, malgrado le difficoltà del periodo, ha offerto buone prestazioni. Oltre alle presenze in finale sono stati ottenuti primati personali anche da atleti maturi; questo a testimonianza della bontà del lavoro svolti dai tecnici ai quali va il mio personale ringraziamento. Al di là delle medaglie, di cui 10 in discipline olimpiche, va rimarcato che sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati sia a livello individuale che di staffette. Proprio in questo ambito abbiamo conquistato la carta olimpica in tutte le staffette del programma olimpico»

Un giusto mix tra veterani e debuttanti che tra alti e bassi sono riusciti ad ottenere anche uno degli obiettivi prefissati alla vigilia, appunto la carta olimpica in tutte le staffette maschili e femminili. Un grande successo di squadra che conferma che nonostante sia uno sport individuale, nelle staffette si riesce ad esperire il meglio anche quando la condizione non è al massimo della forma: che prospettive immagina per i suoi ragazzi a Parigi 2024?

«La forza di questa squadra, che ho il privilegio di condurre dal 2013, è stata sempre la sinergia tra gli atleti più esperti e i giovani. Mi piace ricordare che in questa squadra composta da 34 atleti, c’erano ben 8 esordienti tra i quali il giovanissimo Alessandro Ragaini del 2006 che ha ottimamente figurato. I Giochi Olimpici sono una manifestazione a parte con dinamiche particolare legate all’importanza dell’evento; sicuramente a Parigi sarà un’altra musica. Penso che l’asticella prestativa si alzerà parecchio. In alcune discipline la prestazione con la quale a Doha si è presa una medaglia sarà il limite per l’ingresso in finale. Di questo siamo consapevoli e sarà quindi imperativo lavorare in modo funzionale all’ottenimento della migliore prestazione possibile».

Quattro atleti pugliesi, Benedetta Pilato, Chiara Tarantino ed i fratelli Marco e Luca De Tullio. Un giudizio.

«Il giudizio è sicuramente positivo anche se va fatto un doveroso distinguo: per Benedetta unita alla soddisfazione per il bronzo nei 50 rana, c’è il rammarico di una prestazione nei 100 rana non in linea con quanto ci aveva fatto vedere tra ottobre e novembre. Dobbiamo darle, oltre all’incondizionata fiducia, il tempo di adattarsi completamente alla nuova situazione di allenamento. Luca De Tullio ha raggiunto la sua prima finale negli 800 metri stile; non ha dato seguito alle aspettative nei 1500 stile libero anche perché si deve abituare a competizioni della durata di 8 giorni. Chiara ha sicuramente superato l’esame nuotando 10 volte i 100 metri; ottimo l’esordio nella frazione della 4x100 sl al mattino del primo giorno. Poi comunque ha mantenuto uno standard prestativo elevato. Marco De Tullio lo abbiamo visto in leggera difficoltà; ma siamo sicuri che Marco riuscirà di nuovo a stupirci già dai prossimi campionati italiani, dal 5 al 9 marzo con prestazioni adeguate al suo rango».

Chiara Tarantino è oramai un punto fermo per la velocità azzurra, per far crescere e consolidare il settore femminile si potrebbe pensare alla creazione di un polo di eccellenze dove concentrare le migliori esponenti sulla falsariga di quello maschile affidato a Roma a Claudio Rossetto?

«Sicuramente il confronto è utile per tutti e potersi allenare in un contesto di alto livello è stimolante. Per quanto riguarda le ragazze dello stile libero abbiamo in programma raduni di preparazione e monitoraggio che non avranno solo lo scopo di migliorare la performance ma anche quello di consolidare lo spirito di apparenza a un progetto comune. Per la prossima stagione vedremo cosa sarà possibile fare».

Tra meno di due settimane ci saranno gli Assoluti a Riccione, tappa importante per assegnare ulteriori pass olimpici individuali. A Doha ci sono riusciti Nicolò Martinenghi nei 100 rana, Simona Quadarella nei 1500 e negli 800 stile libero, Manuel Frigo nella staffetta 4x100 stile libero, Lorenzo Zazzeri nei 50 stile libero e Sara Franceschi nei 400 misti. Si aspetta da chi non ha espresso il massimo in termini cronometrici al mondiale che riesca a trovare il giusto feeling con la piscina di Riccione per centrare il sogno olimpico?

«Come già detto in altre occasioni il campionato di marzo sarà funzionale al completamento della squadra sia in chiave individuale che di staffetta. Penso che ci saranno ottime indicazioni in molte specialità. Ricordo che comunque la 60ª edizione del Trofeo Sette Colli rappresenta l’ultima chance di completamento della squadra olimpica».

Ulteriore anomalia di questa stagione è la coincidenza degli Europei di Belgrado a giugno con il nostro trofeo Settecolli: la scelta dalla Nazionale Assoluta sarà indirizzata verso Roma ed agli Europei si punterà sulle nuove leve?

«Secondo me la sovrapposizione del campionato europeo 2024 al Trofeo Sette Colli è stata una notevole mancanza di rispetto da parte di European Aquaticsper il Meeting più importante al mondo. Confermo che la squadra Olimpica sarà convocata al Trofeo e che lo stesso, come ricordato in precedenza, sarà l’unica occasione di completamento della squadra olimpica. Noi abbiamo sempre creduto che la partecipazione a eventi internazionali sia la migliore opportunità di crescita per gli atleti».

La conferma dell’assenza agli Europei di Belgrado della nazionale maggiore è una scelta condivisa anche dall’Olanda e dalla Francia, che preferiscono di gran lunga la tradizione del Foro Italico di Roma, dove gli atleti, soprattutto stranieri, si sentono come a casa e con il fantastico pubblico italiano che assiepa le tribune Tevere e Monte Mario a dar loro la spinta emotiva per ottenere a metà stagione i migliori riscontri cronometrici in vista delle Olimpiadi. Un giudizio positivo per una squadra che nonostante l’assenza programmata di atleti di alto livello come Thomas Ceccon e Margherita Panziera ha saputo dare il massimo consentendo alla nazionale di arrivare nella classifica per medaglie vinte al quinto posto, alle spalle di Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese, Australia ed Olanda, mentre nella classifica generale podio alle spalle degli statunitensi primi ed australiani secondi ma davanti all’armata cinese.

In prospettiva per i prossimi campionati italiani l’augurio è che per la Puglia possano essere tra i protagonisi atleti del calibro di Federica Toma, Luca Serio, Erika Gaetani e Simone Stefanì, che nella Nazionale Assoluta hanno già avuto la possibilità di gareggiare in competizioni internazionali. La speranza è che si aggiungano le nuove leve come Emanuele Potenza e tanti altri che, nonostante le carenze strutturali oramai ataviche sul nostro territorio e grazie a società virtuose e tecnici di indubbia capacità, riescono ad emergere, pellegrinando tra le poche piscine che mettono a disposizione i propri impianti per permettere al popolo di nuotatori pugliesi di alzare l’asticella. Nella speranza che tornino a popolarsi di sogni e vittorie piscine storiche come la comunale di Modugno, che è in fase avanzata di ristrutturazione e lo Stadio del Nuoto di Bari, con la prospettiva della realizzazione della piscina olimpionica che a Taranto sorgerà per i Giochi del Mediterraneo.

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