Sport e storie

Il «rumore» del pallone fa la differenza: i sordi di Bari sbarcano in Champions

Alessandro Schirone

A Lisbona un sogno che si realizza dopo un percorso lunghissimo e ricco di ostacoli

BARI - La sordità è una disabilità invisibile, difficile da mettere a fuoco in tutti i suoi aspetti. È qualcosa che non si vede, ma si riconosce solo al momento di comunicare. Così le persone sorde non sempre ricevono da parte degli udenti tutte quelle attenzioni e quella disponibilità di cui necessitano. Vivono all’ombra, eppure la vita di queste persone è spesso piena di luce. E qualche volta, come in questo caso, ad accendersi è quella dei riflettori. Perché c’è un gruppo di calciatori affetti da questo genere di disabilità che sta per coronare il sogno di una vita: quello di giocare la Champions League. La Asd Polisportiva Sordi Bari è una delle nove società italiane di calcio a cinque, che nella stagione sportiva 2020/2021 ha raggiunto la qualificazione per la massima competizione europea di categoria arrivando al quarto posto nel campionato nazionale. In realtà si sarebbero qualificate per la coppa dei campioni soltanto le prime tre, ma stavolta la fortuna ha baciato la squadra di Fabio Quarato.

«La seconda si è ritirata - spiega utilizzando la lingua dei segni il vicepresidente della squadra barese - e noi siamo stati ripescati. Per noi questo è già un grande successo. Siamo nati dal nulla costituendo una squadra di calcio a undici. Nove anni fa abbiamo dato vita anche ad una squadra di futsal, ma soltanto da quando ricopro anche il ruolo di vicepresidente del club (2017, ndc) abbiamo raggiunto piazzamenti più dignitosi fino a staccare il pass aereo per il Portogallo». Così oggi saliranno sul volo per Lisbona ben 13 tesserati della Pol. Sordi Bari, che da lunedì sfideranno altre 17 squadre provenienti da tutta Europa per alzare la coppa dalle grandi orecchie. Assistito nella videochiamata su Zoom dall’interprete Davide Falco, il portiere del magic team spiega quante difficoltà hanno messo a repentaglio il raggiungimento di questo incredibile traguardo. «Il mondo dei sordi ha bisogno di visibilità - continua Quarato - perché l’associazione è nata 70 anni fa e dal 1953 nessuno ha mai supportato le nostre iniziative. Questa asd fa parte delle 197 società sportive italiane di sordi che svolgono numerosi sport e finora non ha mai vinto nulla. Se fossimo supportati come avviene nel calcio dilettantistico e professionistico, probabilmente sarebbe tutto più facile. Per praticare sport a questi livelli, sosteniamo da soli i costi delle trasferte in tutta Italia, e sarà così anche in Portogallo. La nostra è l’unica squadra pugliese, con sede a Bari. In questa squadra ci sono molti baresi e anche tanti tesserati provenienti da altre città italiane. Per noi esiste un vero e proprio calciomercato, e forse stavolta il nostro direttore sportivo ha ingaggiato le persone giuste. Il Comune di Bari ci ha concesso in gestione un locale che è diventato la nostra casa, dove facciamo programmazione e passiamo anche del tempo insieme. Qui ci sentiamo meno a disagio, la nostra disabilità è un denominatore comune con cui abbiamo imparato a convivere. Vincere la Champions? Sarebbe meraviglioso, ma ci basterebbe portare a casa un’esperienza che faccia parlare di noi e ci faccia sentire un orgoglio di questa città».

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