La grande risorsa dell'acqua minerale

Un tesoro fatto di bollicine

Massimo Brancati

Ogni anno tra le sorgenti del Vulture del Pollino si imbottigliano oltre 800 milioni di litri

Nell'area nord della Basilicata c'è un tesoro di... bollicine. Acqua minerale che fa gola a tutti. Non solo alle migliaia di consumatori presenti in tutta Italia, ma anche - e soprattutto - ai grandi gruppi economici che negli ultimi anni hanno deciso di investire nel settore, acquisendo praticamente tutti gli stabilimenti tra Monticchio, Atella e Rionero in Vulture, in provincia di Potenza. Un interesse che ha fatto perdere un po' di lucanità  al comparto: l’unica realtà che resta prettamente regionale è  Fonte Itala, il più piccolo tra gli stabilimenti di acque minerali, a Rionero in Vulture. Ma almeno le imprese locali - che fino a poco tempo fa si trovavano in forte crisi - sono riuscite a risollevarsi e poi a tirare dritte verso mercati extraregionali. Alcune marchi sono presenti un po’ dappertutto, anche se in misura maggiore nelle regioni del Meridione italiano. I prezzi sono vantaggiosi e la qualità è indiscussa. E può capitare di imbattersi in una bottiglietta di frizzante lucana anche all’estero.

L’approdo in Basilicata di alcune importanti realtà economiche è iniziato con la multinazionale The Coca-Cola Company, che attraverso la Coca-Cola Hbc Italia aveva acquisito, nel febbraio del 2006, i due stabilimenti di Rionero e Monticchio della Fonti del Vulture. Dopo qualche anno, nel 2010, anche il gruppo Norda - guidato da decenni dalla famiglia Pessina, di Rho in Lombardia - aveva acquisito l’impianto della Gaudianello. Negli ultimi tempi è stata la volta della veneta San Benedetto Acque minerali, che dopo aver iniziato ad investire in Basilicata con la Viggianello Fonti del Pollino, si è spostata anche nel Vulture Melfese per rilevare l’impianto della ex Cutolo di Rionero in Vulture ed avviare produzioni con un nuovo marchio che si rifà alla precedente gestione. L’ultimo atto, nel settembre del 2015, è l’acquisizione da parte del gruppo Norda di uno dei due impianti della Fonti del Vulture: quello di Monticchio, dove si imbottiglia la Toka.

Ogni anno in Basilicata, tra le sorgenti del Vulture e quelle del Pollino si arriva ad imbottigliare oltre 800 milioni di litri. «L’acqua è uno dei beni primari - ci spiega un operatore del settore - ed è chiaro che viene vista sempre di più come il business del futuro. Ma ad essere particolarmente apprezzate sono soprattutto quelle che sgorgano dal monte Vulture. Lo testimonia il particolare interesse di multinazionali e gruppi societari di diversa provenienza nei confronti delle aziende e dei marchi dell’acqua frizzante lucana. Le acque del Vulture del resto, sono molto apprezzate soprattutto per la ricchezza di sodio e calcio, e per loro le qualità magnesiache. Di acque così in Italia ce ne sono veramente poche». L’area nord della Basilicata custodisce un grande giacimento di risorse idriche, con un miliardo di metri cubi d’acqua pronti a sgorgare dal sottosuolo. Il monte Vulture è ricco di sorgenti, tra i 400 ed i 600 metri di altezza. Alcune sono presenti anche a quota mille, ma quelle maggiormente sfruttate dal punto di vista commerciale si trovano a Monticchio Bagni ed in contrada La Francesca, fra i comuni di Rionero in Vulture e di Atella. La natura vulcanica del territorio fornisce alle acque una naturale effervescenza, un colore limpido, un sapore gradevole, che ne ha determinato il grande successo.

Una vera ricchezza, insomma, per gli imprenditori locali, che circa un centinaio di anni fa hanno iniziato a fare affari d’oro imbottigliando le acque del monte Vulture. Le condizioni per un successo commerciale ci sono tutte. Nella zona, in piena area Nord lucana, al confine con la Puglia, c’è tanta acqua. Nel territorio di Monticchio, tra l’altro, non mancano fontane pubbliche dalle quali sgorga acqua minerale a portata di chiunque. Non è raro, ad esempio, incontrare persone che riempiono le proprie bottiglie portate da casa. C’è poi il tema del lavoro. Le ricadute occupazionali nell’area Nord lucana non mancano, proprio in virtù del mercato delle acque minerali. Fra i vari stabilimenti, attualmente, sono impiegati almeno 300 dipendenti. Ma il numero aumenta in estate, con l’assunzione di interinali per far fronte alla fisiologica crescita della domanda.

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