Musica
«D-Segni», il disco della rinascita dei Guappecarto’, domani il concerto a Giovinazzo
Al Teatro Odeion il duo presenta il concept album ispirato all’eredità di Madeleine Fischer: un viaggio tra memoria, identità e nuove sfide artistiche
Domani, domenica 23 novembre, alle 20, arrivano in concerto i Guappecarto', ospiti del Teatro Odeion di Giovinazzo (Ba). L'appuntamento sarà l’occasione per presentare dal vivo “D-SEGNI”, il concept album disponibile in digitale e in versione fisica in un bundle che unisce vinile e libro (biglietti disponibili su Eventbrite). La formazione live del tour che si chiude proprio con la data pugliese è composta da Mala al violino, Braga al basso e synth, Seb Martel alle chitarre e Natale La Riccia ai disegni ritmici. Il progetto musicale tornerà poi in Francia il 30 gennaio 2026 per un concerto speciale allo Studio de l’Ermitage di Parigi, prima di riprendere il tour europeo.
“D-Segni” nasce dal libro “Segni” dell’attrice e imprenditrice Madeleine Fischer, figura fondamentale nella storia dei Guappecarto’. Nel 2004 Fischer accolse i musicisti, allora artisti di strada, offrendo loro ospitalità e ispirazione e regalando a Mala, Marco Sica, il volume che sarebbe diventato la matrice del progetto. Dopo oltre vent’anni il duo, composto insieme a Braga (Pierluigi D’Amore) traduce quell’eredità in un’opera che è omaggio, trasformazione e rinascita. Nove tracce concepite come un mosaico sonoro in cui immaginazione, memoria e narrazione si intrecciano a una ricerca musicale elettrica e sperimentale.
"D–Segni” nasce da un’eredità artistica lasciata da Madeleine Fischer. Qual è stato il momento in cui avete capito che quel libro sarebbe diventato un album?
Mala: L'8 aprile 2020. Madeleine si è spenta, quel giorno, dolorosissimo per noi tutti, ho ritrovato il libro "Segni" che lei mi aveva regalato nel 2004. Quando lo ho mostrato a Braga e gli ho proposto di rendere omaggio a Madeleine e al suo pensiero è stato immediatamente d'accordo.
Nel disco parlate di memoria, identità, trasformazione. Qual è il “segno” più profondo che questi vent’anni di strada e palchi hanno lasciato su di voi come persone prima ancora che come musicisti?
Braga: Viaggiare ti permette di avere uno sguardo diverso su te stesso e le tue radici, perché, entrando in contatto con culture diverse, ti rendi conto del valore di ognuna e allo stesso tempo della matrice comune che ci avvicina tutti.
Mettersi costantemente in gioco sul palco poi ti aiuta a comprendere chi sei, perché l'identità è una costruzione che si realizza con gli altri, non una faccenda solitaria...
Nel vostro immaginario visivo, Mala veste di bianco e Braga di nero: due poli opposti che dialogano. Come nasce questa contrapposizione e che cosa racconta della vostra musica di oggi?
Mala: Ci siamo ritrovati, dopo tanti anni di gruppo, in due, io e Braga, faccia a faccia. La nostra lunga storia di gruppo sembrava volgere al termine durante la pandemia, ma in realtà era solo un ciclo esistenziale che si chiudeva. Guidati dall'anima di Madeleine noi due, aiutati da Stefano Piro e Seb Martel, abbiamo deciso di accogliere una nuova sfida e rinascere artisticamente con il nostro nuovo disco D-SEGNI. La fine di qualcosa può essere sempre l'inizio di qualcos'altro, basta volerlo.
Avete vissuto anni importantissimi tra Italia, Francia ed Europa. Qual è la città che più ha influenzato il vostro linguaggio musicale e perché?
Braga: Dopo la nostra terra di origine, la Campania, che volenti o nolenti ci portiamo impressa in ogni nostra cellula, sicuramente Parigi, che ci ha messo in contatto con realtà musicali provenienti da tutto il mondo, le quali, fondendosi col nostro bagaglio di partenza, hanno dato origine al nostro personale sound.
Avete sempre avuto un rapporto particolare con il pubblico, nato letteralmente per strada. Come cambia la vostra energia quando suonate in un teatro come succederà a Giovinazzo?
Braga: In realtà la strada ci ha insegnato proprio a non fare distinzione tra luoghi quando ci esibiamo: al di là del contenitore quello che conta è il patto che si crea tra l'artista e il pubblico. Laddove ciò avviene nasce lo spettacolo, non c'è bisogno di un posto specifico. L'energia sarà la stessa di sempre!
“D-Segni” è un omaggio, ma anche un nuovo inizio. Dove vi immaginate tra altri vent’anni di musica?
Mala: Non è facile proiettarsi così in là, sicuramente la nostra storia continuerà. Con D-SEGNI si apre un nuovo ciclo, abbiamo una nuova consapevolezza, il nostro sound oggi è radicalmente cambiato e cercheremo i segni del nostro destino per continuare l'avventura.
Braga: Sul palco, con la stessa necessità, libertà e curiosità che da sempre ci caratterizzano. O così o niente...