L'intervista
«Dove finiscono i sogni?», dopo Amici risponde Jacopo Sol
Originario di San Severo, il cantautore protagonista dell'ultima edizione del programma racconta l'EP d'esordio. E annuncia i primi live, il 18 ottobre sarà al Demodé di Modugno
SAN SEVERO - Autenticità, scrittura viscerale, una voce che regala carezze ed energia: sono gli ingredienti del talento di Jacopo Sol, cantautore originario di San Severo (Fg), che dopo la fortunata esperienza nell'ultima edizione di «Amici», tra i protagonisti più amati, è pronto a scrivere il primo capitolo della sua carriera discografica con l’EP «Dove Finiscono I Sogni?», uscito oggi 23 maggio per Island Records/Universal Music Italy. Un titolo evocativo quello scelto da Jacopo Pio Porporino (questo il vero nome) che sembra una domanda aperta e una dichiarazione d’intenti: sette brani in cui raccoglie frammenti di sé, intrecciando rabbia, nostalgia, tenerezza e inquietudine, parlando direttamente al cuore.
«Estremo» è già un manifesto generazionale, scrittura cruda che racconta l'amore senza compromessi: nell'EP oltre alla hit ci sono anche «Complici», «Di tutti», già fatte ascoltare nel corso del programma, e una straordinaria versione live di «Hotel California» degli Eagles, non una cover ma un vero e proprio omaggio alla musica che l'ha cresciuto, quasi un atto d’amore.
Comincia da qui la lunga estate di Jacopo, che il 1 giugno si esibirà dal vivo al Nameless Festival, sul Lago di Como, per l’evento «Island Presents». Da oggi invece partirà il calendario degli instore, che per la Puglia farà tappa anche a Bari, il 7 giugno alle 17.30 al Centro Commerciale Mongolfiera Santa Caterina. Non solo: il 18 ottobre il Demodé di Modugno (Ba) ospiterà il primo di tre live (gli altri due a Roma e Milano) annunciati nelle scorse ore.
Come si sente dopo un'esperienza così totalizzante come quella di «Amici»? Ha ripreso contatto con la realtà?
«Sicuramente all'inizio è stato tutto un po' strano, vedere il mondo esterno, le reazioni dopo sei mesi là dentro. Ho letto messaggi bellissimi, percepito tanto calore, ero già comunque felice perché non ho preso male l'eliminazione, è stata una gioia rivedere la mia famiglia, banalmente uscire a fare una passeggiata. Ora sto bene, non so se ho ancora effettivamente realizzato tutto ciò che è successo, sto facendo tante cose, mi concentro sulla musica senza prendermi troppo tempo per riflettere, ma va bene così».
«Dove finiscono i sogni?», ci spiega questo titolo?
«Sono sempre stato un sognatore, volevo vivere di musica, e fin da quando sono entrato nella scuola di "Amici" ho vissuto cose belle, molto più grandi di quelle che potevo sognare. Ho cominciato a chiedermi se i sogni avessero un limite, e ora sogno ancora più in grande: queste canzoni parlano di me, raccontano parti diverse, quella energica e quella nostalgica, alcune le ho scritte durante il programma, è un progetto molto "reale"».
Che effetto le ha fatto sapere che fuori ora c'è un pubblico che la ascolta?
«Più che i numeri, comunque altissimi, mi ha sorpreso tutto questo calore, leggere i pensieri che mi scrivono le persone. Avevo già avuto l'occasione di cantare qualcosa dal vivo, ma sentire tutto questo supporto è emozionante».
Lei aveva già avuto esperienze in studio, l'EP poi è totalmente prodotto da Cripo e ci sono all'interno firme importanti: si sente a suo agio in questo panorama?
«È vero, avevo già avuto possibilità di esprimermi come autore, stavolta è stato bello perché proprio gli autori si sono immersi a 360 gradi nel mio mondo, abbiamo lavorato insieme sulle mie sensazioni. E Cripo ha dato un tocco fantastico: il nostro percorso è iniziato tre anni fa, insieme, a Milano: siamo molto complici, ci confrontiamo su suoni, atmosfere...».
Da San Severo a Milano: in che modo queste due città hanno influenzato il suo rapporto con la musica?
«Ho iniziato a suonare la chitarra quando ero molto piccolo, finché sono rimasto in Puglia la musica era un gioco, una passione, anche se molto forte. Scrivevo in base a ciò che vivevo, parlavo dei rapporti con gli amici, dell'amore, del mondo circostante. Quando mi sono trasferito, inizialmente solo per frequentare l'università, mi sono innamorato di ciò che stava accadendo intorno a me: ho avuto la possibilità di vivere mondi nuovi dal punto di vista musicale, di farmi colpire da tante influenze artistiche. Così il mio sound si è formato».
Ma se potesse descrivere la sua esperienza ad Amici in un'immagine, cosa rappresenterebbe?
«Quando ho preso la maglia del serale mi sembrava di essere nel Paese dei Balocchi: era tutto così surreale, avere tanto tempo per pensare solo a me e alla mia musica».
Ora che inizia questo percorso, che consiglio sente di dare a se stesso?
«Mi dico: "Sii reale, non avere paura di dire ciò che pensi e ciò che sei", non solo con la musica, ma anche quando mi interfaccio con le persone. È facile scordarsi chi siamo: io voglio tenermi stretta la mia identità, ciò che voglio dare alle persone, ci metterò attenzione».
E visto che questo disco parla di sogni, sogniamo in grande: un palco e un feat.
«Il palco sicuramente Sanremo, è il sogno di tutti i cantanti italiani. Per il feat. scelgo Irama, mi piace tantissimo».