L'intervista
«Sul palco solo musica 100% suonata, senza compromessi», l'energia di Marco Ligabue arriva a San Mauro Forte
In uno dei borghi più belli della Basilicata, il concerto del cantautore in programma venerdì 23 maggio alle 20.30
Un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica live e delle forti emozioni: venerdì 23 maggio, alle 20.30 Marco Ligabue sarà in concerto a San Mauro Forte, uno dei borghi più suggestivi del Materano, per una delle tappe del tour che lo porterà in giro per l’Italia – e per la prima volta l'ha condotto anche a Londra – con uno spettacolo energico, diretto e senza compromessi.
Dopo un 2024 da oltre 100 date e il successo del libro Salutami tuo fratello, il cantautore emiliano propone un live tutto rock, suonato senza basi pre-registrate, senza sequenze, senza gobbi. Sul palco con lui una band essenziale ma potentissima: batteria, chitarra e basso per un’esperienza sonora cruda e sincera, come la sua musica. Il concerto a San Mauro Forte sarà l’occasione per ascoltare dal vivo anche il nuovo singolo «Le canzoni inglesi», un omaggio nostalgico al Britpop e all’immaginario londinese degli anni d’oro, citando Elton John, Oasis e tutto il fascino della giovinezza vissuta con la musica nelle orecchie e il cuore in corsa.
Ma il tour 2025 non è solo musica. Parallelamente al live, Ligabue continua anche con gli appuntamenti di Salutami tuo fratello (il fratello è proprio Luciano Ligabue, anche lui cantautore), lo spettacolo acustico in scena con Andrea Barbi che unisce racconti emiliani, musica e tradizioni culinarie: un progetto che ha consacrato i due artisti come ambasciatori delle eccellenze DOP e IGP dell’Emilia-Romagna per il quarto anno consecutivo.
Il nuovo tour l'ha portata per la prima volta a Londra: che tipo di emozione c'è stata, visto che il brano Le canzoni inglesi è ispirato propro da questa città?
«Suonare a Londra è stato davvero emozionante perché sono cresciuto con la musica inglese, mi ha segnato, emozionato, in qualche modo instradato in quello che faccio e ascolto, e aver potuto proporre le mie cose, anche portando un omaggio di chi mi ha influenzato è stato il coronamento di un sogno. Ascoltare queste persone che cantavano "Le canzoni inglesi", che in qualche modo mi ha portato lì, era inimmaginabile».
Nel videoclip ha scelto luoghi iconici come Camden Town e Abbey Road: quanto è stato emozionante girare tra quelle strade cariche di storia musicale?
«Sono stato a Londra più volte e avevo in mente delle immagini precise, Camden, Abbey Road, Portobelle, SoHo, per alcune zone mi basta vedere uno scorcio e mi riporta subito a quei luoghi. Quando ho deciso di girare il video sono andato lì ma ho voluto strappare la quotidianità a quei luoghi, la spontaneità: non abbiamo montato alcun set, non abbiamo fatto niente di particolare se non rubare scorci di vita normale, attimi di una cartolina in viaggio per Londra».
Musicalmente, tra l'altro, è un omaggio nostalgico al Britpop: è un genere è affezionato? Quali sono gli artisti e le canzoni che preferisce?
«È uno stile che mi piace tantissimo, sono partito qualche anno prima ad ascoltare musica inglese, quindi forse l'affetto principale ce l'ho per generi come il punk dei Clash, il dark dei Cure, la new wave dei Simple Minds, le chitarre di Mark Knopfler e dei Dire Straits, le cose dei Police, insomma quello che c'era negli anni '80, poi nei '90 è arrivato il Britpop, pur mantenendo sonorità abbastanza dure rimettevano al centro la melodia, un po' come facevano i Beatles, e subito mi hanno spiazzato. Gli Oasis hanno fatto almeno 15-20 canzoni che mi sono rimaste dentro, è una goduria prendere in mano una chitarra acustica, mettermi sul divano e cantare, sono brani incredibili».
L'estate sarà piena di spettacoli: ha ancora un’emozione o un rituale che non cambia mai prima di salire sul palco?
«Sarà un'estate veramente ricca di concerti: il rituale che riproponiamo ogni sera con la band è un breve riscaldamento vocale, che è utile soprattutto dopo lunghi viaggi, cene, qualche bevuta... Diciamo che urliamo nei camerini, nella scala o dietro il palco, ed è il momento dove ci carichiamo, posizioniamo i blocchi di partenza di ogni nuova avventura, ogni nuovo concerto».
«Sul palco cerco l’energia pura, nessuna base, solo musica suonata e vissuta». Quanto è importante oggi mantenere questo approccio autentico nella musica dal vivo?
«Sono cresciuto con la musica suonata, è proprio la cosa che preferisco, anche quando vado a vedere i concerti non mi concentro troppo su effetti speciali, grandi schermi, scenografie particolari o chissà quali sequenze: mi emoziono ascoltando i cantanti, la band che suona, i musicisti quando vengono valorizzati, vado proprio a cercare queste cose, a vedere le esibizioni nei piccoli club, dove la musica è al centro di tutto, e mi piace mantenere questa attitudine. Lascio che sia la musica a parlare, do spazio ai tre musicisti che mi accompagnano, per valorizzare i singoli elementi e riuscire a creare un suono bello, pieno. E quando lo rivendico davanti al pubblico, sottolineo che hanno ascoltato un concerto di due ore tutto suonato, forse arriva l'applauso più forte di tutta la serata».
Quella libertà, ribellione e malinconia che sono alla base di tutta la sua produzione sono ancora i motori della sua scrittura?
«Sicuramente, magari sono un po' cambiati nel tempo, le libertà di quando hai 17 anni che hai voglia di scappare è diversa da quella di oggi, a 50 anni, che è un'altra cosa, come dire cose più scomode. Insomma, gli approcci cambiano, ma senz'altro restano al centro della scrittura».
Ha due figli, Viola e Diego. Che tipo di musica ascoltano, e le capita mai di confrontarsi con loro su quello che scrive o suona?
«Viola ha 18 anni e secondo me un ottimo gusto musicale rispetto ai suoi amici che ascoltano quasi esclusivamente trap: le piace la musica internazionale, ma anche Coldplay, Imagine Dragons, James Bay, mi fa piacere che riesca a cogliere tante sfumature e non a soffermarsi sulla moda del momento. Diego è ancora piccolo, ha tre anni e mezzo: a parte la canzone dell'Uomo Ragno, ancora deve costruirsi un gusto musicale (ride,ndr.)».