L'intervista
Chiello e i suoi «Scarabocchi» di vita semplice: «Scrivere musica mi viene naturale. Con Rose Villain? Siamo amici, le sono tanto grato»
Il cantautore lucano si mette a nudo nel nuovo disco. E racconta il rapporto con la collega, che lo ha portato a Sanremo: «Avrebbe potuto scegliere chiunque altro, ha deciso di duettare con me»
«Il bello degli scarabocchi è che li disegni quando la tua attenzione è concentrata su altro, non ci stai pensando davvero. Un po' come nascono le mie canzoni, spontanee, naturali». E proprio «Scarabocchi» è il titolo del nuovo disco del lucano Chiello, uscito ieri per Island Records/Universal Music Italia (dal 2 maggio anche in formato CD e vinile). Una tavolozza di tredici tracce in cui il cantautore originario di Venosa (Pz) racconta il dolore della separazione e il peso dei ricordi che non svaniscono. Più che raccontare, anzi, disegna immagini in musica, talvolta crude ed emozionanti, sincere e accompagnate da testi diretti e disillusi. Il 4 maggio da Senigallia parte il tour Chiello Live 2025, prodotto da Trident Music, che lo porterà sui palchi di tutta Italia (il calendario completo in fondo all'articolo) e in cui sarà accompagnato da una band di quattro elementi: Fausto Cigarini (basso e violino), Matteo Pigoni (chitarra), Giulia Formica (batteria) e Francesco Bellani (tastiere).
Lei ha un modo di scrivere musica efficace, ma delicato e sensibile. Pensa che la semplicità della sua terra d'origine abbia influito su questo?
«Molto. Penso dipenda dal contatto con la natura, dal modo in cui sono cresciuto, e senz'altro dalla gente che ho incontrato. C'è un batterista del mio paese, Ignazio, lui per esempio mi ha avvicinato molto alla musica. E sono rimasto legato alla mia terra in cui torno ogni volta che posso, anche perché c'è la mia famiglia. Vivo a Milano da cinque anni e ci ho messo un po' ad adattarmi, vedevo tutto più grande e mi sentivo piccolissimo. Oggi mi sono abituato, mi sento più a casa».
In un immaginario così onesto c'è spazio anche per argomenti non banali, come la morte, in un verso dice esplicitamente di pensare alla fine dei suoi giorni.
«Sono affascinato dalla morte. Non so se la mia sia pura curiosità di scoprire cosa c'è dopo la vita: è chiaro che non per questo condanno la vita, voglio viverne ogni istante, emozione e sfaccettatura. Però l'unica cosa sicura e certa della vita, in fondo, è la morte».
La sua visione è molto cinematografica, c'è qualcosa che ha visto o ascoltato che l'ha stimolata a scrivere?
«Sicuramente il meccanismo dello scrivere canzoni c'è sempre stato, anche se poi succede qualcosa che "scatena", e quindi "sputo fuori", con naturalezza. Poi mi ispira la vicinanza con altri artisti, Fausto Cigarini, Tommaso Ottomano che è anche regista. Non ragiono per immagini, ragiono per parole, anche se ci sono istantanee che ho ben impresse negli occhi, come quella dell'insetto che si gode la pioggia fino all'ultima goccia. Mi rappresenta, cerco di assaporare ogni momento».
Anche l'artwork di tutto il progetto è molto definito, a cominciare dalla copertina.
«Sì, è un quadro di Agata Ferrari Bravo, una bravissima pittrice italiana. Ero a casa di Tommaso Ottomano, ho visto una poltrona che in realtà era una scultura a forma di demone che aveva fatto lei, sono rimasto affascinato e ho voluto coinvolgerla come artista in tutto il progetto».
Nell'album c'è una collaborazione con Achille Lauro, e una con Rose Villain, che l'ha anche portata a Sanremo per duettare...
«Non so mai come sdebitarmi con lei. Abbiamo un rapporto bellissimo, ci vogliamo molto bene, siamo veri amici. Ci siamo incontrati per la prima volta qualche anno fa, ma solo l'anno scorso in studio abbiamo legato davvero. È stato un incontro di anime affini, poi mi ha portato all'Ariston, avrebbe potuto portare chiunque altro, anche più in alto di lei, e invece ha scelto me. C'è stima vera, reciproca. Ora abbiamo fatto un po' di cose insieme, nel suo album c'è un duetto, "Lacrimogeni", e ora questa nel mio, che si doveva chiamare "Ametista", ma è diventata "I miei occhi erano i tuoi"».
Magari la vedremo ospite con lei sul palco per qualche data, allora...
«Beh, non diciamo nulla, ma qualche amico ospite ci sarà. Ora lo sguardo è tutto lì, al live. La scenografia è assurda, il disegno di palco fondamentale per ricreare la giusta atmosfera. Non siamo abituati a suonare in locali così grandi».
CALENDARIO DEL TOUR
4 MAGGIO – MAMAMIA – SENIGALLIA (NUOVA DATA) - DATA ZERO
6 MAGGIO - CASA DELLA MUSICA - NAPOLI
7 MAGGIO - ATLANTICO LIVE - ROMA
11 MAGGIO - ALCATRAZ - MILANO
14 MAGGIO - TEATRO CARTIERE CARRARA - FIRENZE
16 MAGGIO - VOX CLUB - NONANTOLA (MODENA)
18 MAGGIO - GRAN TEATRO GEOX - PADOVA
19 MAGGIO - TEATRO CONCORDIA - VENARIA REALE (TORINO)