L'intervista
L’anima di Renzo Rubino nel nome di Lucio Dalla: fuori il brano-tributo «Henna», domani il concerto a Martina Franca
«Lui le canzoni le faceva vedere, non solo ascoltare. Oggi prendere posizione fa più paura»
«Quello di Lucio Dalla è stato il primo concerto che ho visto nella mia vita. Mi ha ispirato in ciò che faccio, ho sentito il bisogno di resitituirgli qualcosa». Si avvicina l’anniversario della scomparsa di Dalla (domani, 1 marzo, saranno tredici anni), e il cantautore pugliese Renzo Rubino ha deciso di rendere omaggio a una delle icone immortali della musica italiana non solo con lo spettacolo già sold out Cosa direbbe Lucio, doppio appuntamento domani al Teatro Nuovo di Martina Franca, e lunedì 3 marzo al Teatro India di Roma, ma anche pubblicando una specialissima versione di Henna, rivisitazione che esce oggi per DDP Dischi Del Porto/ADA Music Italy.
«È uno dei miei brani preferiti - racconta Rubino alla Gazzetta - quando ho deciso di fare un tributo avevo pensato a Cara o a Mambo, poi mi sono ricordato che lui una volta disse che Henna era una delle sue canzoni preferite. Non è mai stato un singolo, pur essendo all’interno dell’album omonimo. Lucio mi ha dato tantissimo, ho pensato così di restituirgli qualcosa. Poi l’ha scritta in Puglia, alle Isole Tremiti, c’era nel frattempo la guerra in Bosnia, lui era in barca e passavano i caccia. È un testo che parla tanto di legami, mi piace associarlo alla Puglia, alla mia, nostra terra».
Invece l’idea dello spettacolo come è arrivata?
«Non avevo in mente di fare un omaggio, non mi piace l’idea di sfruttare l’immagine o, ancora peggio, della cover band. Il 6 gennaio ho fatto il mio ultimo concerto con la Sbanda, ero molto stressato, pieno di lavoro e di progetti per quest’anno. Poi ho ricevuto una telefonata dal Maestro Antonio Palazzo, che per questi spettacoli dirigerà l’Orchestra Giovanile della Valle d’Itria: lui è stato l’organizzatore di quel famoso concerto che vidi io da piccolo di Dalla, e mi ha proposto di rifarlo a casa mia, a Martina Franca. Non ho potuto dirgli di no, me l’ha proprio servita emotivamente. Onestamente non pensavo che l’iniziativa avrebbe avuto tutto questo successo, mi hanno anche invitato in tv a parlarne, per me è stato come staccare la testa, una parentesi di relax».
Sul palco con voi per i racconti ci sarà Gino Castaldo, la scaletta invece come la state strutturando?
«Certo, chi meglio di Gino poteva aiutarmi a tirare le fila? Per quanto riguarda la scelta dei brani ci saranno tutte le canzoni più famose, e non solo. È un’orchestra principalmente di archi, faremo Se io fossi un angelo, Felicità, si canterà insieme ma sempre con grande rispetto, mantenendo lo stile da un punto di vista musicale accompagnato dal mio modo di interpretare».
Secondo lei perché la musica di Dalla è ancora così contemporanea? Pensiamo che anche a Sanremo è stato ampiamente omaggiato, da Damiano David e non solo...
«Noi pensiamo che per essere contemporanei dobbiamo avere un suono preciso, seguire quello che succede nel panorama internazionale. Invece il segreto per rimanere nel tempo secondo me sta nel ricercare l’unicità. Lucio era uno che riusciva a far vedere le canzoni, non solo ascoltarle, si percepisce che non aveva costrizioni, era tutto così libero e sincero. Quello rimane».
Una sincerità nei testi che al giorno d’oggi viene un po’ condannata...
«A me piacciono le cose sincere: prima i cantautori dicevano le cose in faccia, oggi c’è un po’ più paura nel prendere una posizione, nel dire le cose anche se sono crude. Per me è un bene se qualcuno con la musica riesce a “sbatterti in faccia” la realtà, l’importante è farlo sempre con visione artistica e senza retorica».
Con l’estate torna anche il suo Porto Rubino, cosa state preparando?
«Ogni anno è sempre più complicato, anche perché sarebbe bello creare una sorta di collettivo dei festival pugliesi per dialogare tra di noi sulla programmazione dell’anno. Sicuramente riproporrò Compà, la festa in musica con la banda, per il resto la rassegna vuole crescere, avere un rilievo nazionale ancora più forte, stiamo costruendo un cast pieno di nomi di spicco, anche se non mancheranno gli spazi dedicati ai giovani. Da Porto Rubino sono passati Lucio Corsi, Joan Thiele e tanti altri, oggi le amministrazioni mi chiamano per chiedere di riportarli, io ci tengo a tenere sempre alta l’attenzione per le cose che, nel tempo, mi piacciono».
E se avesse Lucio Dalla davanti a lei, ora, cosa gli chiederebbe?
«Come è nata Cara, mi incuriosisce molto. E poi vorrei passare una mezza giornata insieme a lui, al mare. Sarebbe molto bello».