L'intervista
Olly: «Torno a Sanremo in gara con me stesso». Un anno da record, ma con i piedi per terra
«Nel 2023 all'Ariston ero un po' un cerbiatto in autostrada. Oggi ho maggiore consapevolezza, anche nel canto». Il tour passa dalla Puglia: a maggio a Molfetta, il 30 marzo 2026 al PalaFlorio di Bari
È piena almeno fino al 30 marzo 2026 l'agenda di Olly, che proprio in questa data, ultima del «Tutta Vita Tour», si esibirà al PalaFlorio di Bari. Tra la fine del 2025 e l'inizio dell'anno prossimo ci sono, quindi, i palazzetti (molti già sold out), ma prima lo aspettano gli appuntamenti del «Lo Rifarò, Lo Rifaremo Tour», tutto completamente esaurito (incluse le due tappe pugliesi del 16 e 17 maggio 2025 all'Eremo di Molfetta), e l'imminente Festival di Sanremo, dove partecipa con il brano «Balorda Nostalgia», scritto insieme a Pierfrancesco Pasini e il suo storico producer JVLI. Il giorno degli ascolti dedicati alla stampa ci siamo sbilanciati: la canzone funziona, ed è credibile che il podio possa essere alla sua portata. «Ho dovuto fare a botte con me stesso per capire cosa volevo raccontare sul palco e cosa tenere per me - racconta Olly alla Gazzetta - avevo dichiarato di non voler tornare al Festival, ma questo brano ha una forte parte introspettiva. Poi sono consapevole di aver fatto progressi nel canto: vado a fare una gara con me stesso per chiudere un cerchio e aprirne tanti altri».
Del resto Federico Olivieri, questo il vero nome, è reduce da un anno intensissimo: «Non mi fermo mai, da quando sono arrivato a Milano (è nato e cresciuto a Genova, ndr.) ho attraversato tante fasi di vita personale. Ed ecco perché sul palco non porto solo il mio lavoro, ma quello di tutte le persone che insieme a me credono nel progetto». «Balorda Nostalgia» racconta in musica questo sentimento forte, che arriva all'improvviso: «Cerco di essere sempre positivo anche se non è facile, soprattutto nelle relazioni. La musica è l'unico modo in cui esprimo un dialogo con me stesso, racconto la realtà che vorrei, anche questa canzone è una storia mia, ma può essere di tutti. In generale mi sento spesso fuori dalla mia generazione (ha 23 anni, ndr.), scherziamo sul fatto che io sia vecchio dentro, e la spensieratezza di poter decidere se parlare di una cosa o meno è una libertà che cerco di tenermi stretta». E questa «costanza» è una delle caratteristiche a cui è più legato: «Forse mi rappresenta più quella, rispetto alle canzoni che scrivo. Ho tanta voglia, credo nel mio sogno, e so che non è comune averne uno, anzi non condanno chi non ha passioni».
Per la serata di duetti e cover ha deciso di omaggiare proprio la sua Genova con una speciale versione del brano «Il Pescatore» di Fabrizio De André, accompagnato dal musicista e compositore Goran Bregović e la sua Wedding & Funeral Band: «Da tempo in tour porto un omaggio a Faber - continua Olly - ho proposto diverse volte questo brano. De André è uno dei miei primi ascolti, e anche se non appartiene alla mia epoca non mi tocca più la storia che i giovani non possano cantare brani storici. Avevo altre opzioni, ma ho pensato che siamo a teatro, e questo brano è il giusto equilibrio tra il tour appena trascorso e quello che mi aspetta. Con Goran faremo festa, ho voglia di vivermelo come se fosse un mio concerto». Del resto la dimensione live è quello che lo aspetta per i prossimi mesi: «I palazzetti sono una grande opportunità, anche se sono abituato a un contatto più ravvicinato con il pubblico, mi "spaventano" quei 2-3 metri di distanza. Mi piace che il concerto sia uno spazio in cui la gente non pensa a nulla. Anche per questo Sanremo ci vado con lo spirito di divertirmi, nel 2023 ero un po' un cerbiatto in autostrada, questa volta vado all'Ariston con più consapevolezza, almeno di reggere l'esibizione. Non è poco».