L'intervista

L’estate di Annalisa non è una «Storia breve»

Bianca Chiriatti

Nuovo anno da record per la cantautrice, in concerto al Parco Gondar a Gallipoli il 6 agosto. «Spero che il mio lavoro sia utile alle colleghe del futuro»

Non sembra conoscere battute d’arresto il successo di Annalisa, regina indiscussa del panorama musicale italiano degli ultimi anni, e questo 2024 non è da meno. Sono i fatti a parlare: è la donna più alta nella classifica ufficiale Fimi/Gfk del primo semestre dell’anno, con Sinceramente e E poi siamo finiti nel vortice, rispettivamente singolo e album di una donna più venduti in questi primi sei mesi. Cinque brani presenti in top 100, 43 dischi di platino, 13 d’oro, prima artista solista a raggiungere il quinto platino per due singoli, Mon Amour e Bellissima.

Numeri da capogiro se consideriamo anche un tour nei palazzetti che ha venduto 110mila biglietti, due live all’Arena di Verona completamente sold out, e adesso il giro estivo Tutti nel vortice - outdoor, che la sta portando a incontrare il pubblico dei festival di tutta Italia, forte anche del successo dell’ultimo singolo insieme a Tananai, Storie Brevi. Il fatto che la canzone sia ai vertici delle classifiche ufficiali, compresa quella dell’airplay radiofonico, non è certo una sorpresa.

Un momento splendido per la cantautrice ligure che sta conquistando anche il mercato estero, dopo la pubblicazione di Sinceramente (cuando cuando cuando), versione spagnola della hit di Sanremo, entrata perfino nella Top 100 di Billboard Usa (è la prima donna a raggiungere questo risultato). Il tour estivo farà tappa anche martedì 6 agosto a Gallipoli, al Parco Gondar. E la Gazzetta in vista di quest’unica data pugliese ha raggiunto Annalisa per raccogliere qualche impressione su questa sfilza di trionfi.

Come descriverebbe questa estate?

«Assolutamente bella. Impegnativa. Frenetica. Piena di concerti, appuntamenti, festival, singoli da portare in giro. C’è l’imbarazzo della scelta. Poi sicuramente ci sarà tempo per un po’ di riposo, per ricaricarsi. La Puglia da questo punto di vista è straordinaria. Ho incontrato il pubblico di Bari ad aprile, al PalaFlorio, ed è stato incredibile, un volume a livello di tifo e accoglienza come pochi altri. È sempre una gioia tornare».

Lei ha uno zoccolo duro di fan che la seguono dall’esordio ad Amici, ma con questo successo degli ultimi anni la platea si è allargata. Ha riscontrato qualche cambiamento di pubblico?

«C’è una grande verità in tutto questo: chi era con me dall’inizio è cresciuto insieme alla mia musica. Abbiamo vissuto un vero e proprio percorso di evoluzione, è emozionante. Dal punto di vista di impatto e aumento dei numeri, il pubblico si è ampliato per età: oggi sotto il palco ci sono tanti bambini, con mamme e papà, ci sono i miei coetanei, ci sono i nonni. Ed è una delle mie più grandi soddisfazioni».

È un’estate in cui voi donne state dominando il panorama: cos’ha di straordinario questo 2024?

«Penso sia una questione di tempi che finalmente sono maturi. È un lavoro che ha iniziato chi è arrivato prima di me, che serve a me, e che con il mio contributo e quello delle mie colleghe sarà utile a chi arriverà in futuro. È un passaggio di testimone importante che dimostra una grande volontà da parte di tutte noi di lavorare, di prenderci i nostri spazi, costruirne di nuovi».

Ai giovani artisti che incontra, magari durante i festival, capita di dare qualche consiglio?

«Solo ricordarsi per quale motivo si è sul palco, perché fare musica al giorno d’oggi, a questo ritmo, può portare a perdere il focus, pensando che l’obiettivo sia la popolarità. Il mio vero intento è portare bella musica nelle mie canzoni, proporre un bel pop che possa divertire, e anche accendere qualche domanda o riflessione quando necessario».

E lei nel caos di questi ultimi anni riesce ogni tanto a soffermarsi su tutto quello che le sta succedendo?

«Non è facile perché tutto procede rapidamente, ma bisogna ritagliarseli quei momenti, per rendersi conto che il lavoro dà i suoi frutti, e soprattutto la difficoltà sta nel durare nel tempo».

Quando ha iniziato forse non immaginava tutto questo. Se potesse incontrare la giovane Annalisa degli esordi cosa le direbbe?

«Di tenere duro. All’epoca non mi era così chiaro, l’ho capito nel tempo, sono riuscita a individuare quali sono le cose più e meno importanti. Avrei voluto impararlo prima».

E dopo l’estate?

«Ci si mette al lavoro. Su nuovi progetti e nuove cose. Non vedo l’ora».

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