L'intervista
«Bipolare»: malessere generazionale e rivincita nel nuovo singolo dei pugliesi Flowers for Boys
La band lancia un brano, prodotto da Molla, che si distacca dal significato patologico del titolo e trova una metafora per raccontare il disagio di chi si guarda allo specchio e non si riconosce
«Bipolare». Un termine oggi forse sdoganato che porta dentro di sé, oltre al significato della patologia, un senso di disillusione e frustrazione, alternato a sprazzi di euforia. «Bipolare» è il titolo del nuovo brano della band pugliese Flowers for Boys (Marco Vino, Federico Marinelli, Riccardo Ernesto, Nicola Sgarra), formazione alternative indie nata nel 2020 tra Putignano, Bitonto e Andria. Il singolo è disponibile su tutte le piattaforme ed è uscito per TSCK Records, prodotto da Molla (Luca Giura), una garanzia del panorama musicale pugliese e non solo. «Guardarsi allo specchio ma non riuscire a riconoscersi», questo un po' il fulcro del brano, che Marco Vino, autore del testo, ha raccontato in esclusiva alla «Gazzetta».
Un tema tanto attuale quanto spinoso da trattare in musica
«È arrivato tutto insieme come un flusso di coscienza. Non volevamo assolutamente entrare nella patologia o sintomatologia, piuttosto ritrovare una metafora, un termine in cui ci si può ritrovare quando si sentono voci dentro di noi che dicono cose che non condividiamo totalmente, o che non riusciamo ad ammettere, neanche a noi stessi. È un viaggio intimo nelle diverse parti di noi, che non necessariamente sono in contrapposizione o dicono cose divergenti».
Com'è stato il processo di scrittura?
«In generale dipende dall'ispirazione o da cosa emerge. In questo caso avevamo una base e un arrangiamento strumentale, che richiamava un sound molto energico, ma con toni più scuri. Da lì è stato tutto spontaneo, un dialogo, un flusso di pensieri. E poi ovviamente la collaborazione con Molla per la produzione è stata preziosa: è un professionista di grande esperienza, che va a braccetto con enorme umiltà e capacità di mettersi in gioco, senza decidere nulla a tavolino. È stato tutto un giocare e cercare di scoprire insieme il brano e incanalarlo in una direzione».
Siete insieme ormai da un po' di anni, come vi state evolvendo?
«La formazione è leggermente cambiata nel corso degli anni, ma le cose stanno prendendo una direzione in maniera naturale. Siamo una band che vuole esprimere con un progetto energico anche un malessere generazionale, ma senza cedere a cadute, vediamo sempre l'opportunità di cambiamento e di poter vivere le cose in maniera differente. Malessere, ma anche rivincita».
Ora cosa vi aspetta?
«Saremo in giro, abbiamo già fissato alcune date e stiamo chiudendo il calendario. Possiamo già annunciare che il 6 luglio saremo a Montescaglioso e il 22 agosto a Matera. Ma in generale abbiamo voglia di far ascoltare il più possibile la nostra musica, anche al Nord, ora che abbiamo raggiunto un'identità».