L'intervista

«La vita cos'è», la musica del tarantino Cristiano Cosa tra «saudade» ed esistenzialismo

Bianca Chiriatti

Il singolo, presentato sul palco del concertone dell'Uno Maggio Taranto, vede la partecipazione di Roberto Angelini alla chitarra. «Per Taranto vedo un futuro di cultura e sport, ripartiamo da qui»

È uscito in radio e su tutte le piattaforme digitali «La vita cos'è», nuovo singolo del cantautore tarantino Cristiano Cosa (fuori per LuckyHorn Entertainment e distribuito da Diga Records), presentato in anteprima sul palco del concertone dell'Uno Maggio Taranto. Un brano dal sapore estivo come un vero e proprio viaggio nelle suggestioni della bella stagione, tra nostalgia, saudade, colori e vibrazioni sonore. Una samba batucada in cui si sono inserite le chitarre slide di Roberto Angelini e i fiati che incorniciano il finale. Il singolo farà parte del nuovo album solista del cantautore, di prossima uscita, prodotto tra Italia e Stati Uniti.

Come nasce l'idea di questa canzone un po' «tropicale»?

«Non è stata ideata come una canzone estiva. Avevo la melodia in testa, strimpellavo con la chitarra in casa nella mia cameretta e ho tirato su una riflessione leggera e profonda allo stesso tempo. È stato un antidoto che ho trovato dopo un momento di apprensione, forti domande e desideri inespressi, ed è scivolato tutto naturalmente come un flusso. In fondo la vita è un qualcosa che non si risolve mai, perché dovrei risolvermi io? Grazie anche alla scrittura di queste canzoni, oltre a "La vita cos'è" ce ne sono altre in arrivo, di avvicinarmi molto all'esistenzialismo. Sartre diceva "L'esistenza precede l'essenza", e questa frase racchiude il mio credo attuale: per me è fondamentale più approfondire la mia esistenza e quella di qualcun altro che definire la mia essenza, che è una questione di causa-effetto, conseguenza della mia vita e di quello che provo. È stato un pensiero chiarificatore, analizzo la mia identità, mi faccio domande, e scrivo, anche sfoghi e racconti su diari personali».

Come nasce la collaborazione con Roberto Angelini?

«Ci conosciamo da tanti anni, avevamo già lavorato insieme. Per questo progetto ho pensato a lui, ho alzato la cornetta ed è stato subito disponibile a chiudersi in studio con me e giocare insieme alla mia musica. Ha amplificato il sound della canzone usando la lap steel, per semplificare è una chitarra hawaiana che suona appoggiata sulle gambe».

Invece sull'album in uscita cosa possiamo anticipare?

«È un percorso iniziato un anno e mezzo fa quando LuckyHorn mi ha chiesto di scrivere la colonna sonora del film "New York Solo Andata" (disponibile su Prime Video, ndr.), di Davide Ippolito. Da quel giorno ci siamo barricati in studio insieme al produttore artistico Francesco Gaudio, abbiamo partorito molte idee, e verranno fuori piano piano».

Che rapporto ha oggi con Taranto, la sua città natale?

«Un po' come ho urlato dal palco durante il concertone del Primo Maggio, è viscerale, a cuore aperto. La mia città mi ha sempre accompagnato, quando sono stato fuori per studio o per lavoro, a Roma, a Bologna, a New York, è sempre stata con me, nel mio cuore e nella mia valigia. Da artista ho bisogno di viverla internamente e dall'esterno, per collezionare esperienze e poi portarle a casa. Vedo in Taranto un futuro creativo fatto di cultura e rinascita musicale e artistica, oltre che di sport. Bisogna ripartire da qui. Poi credo tantissimo nella fratellanza tra noi artisti pugliesi. Siamo in tanti, sono molto attivo e sensibile nel seguire le realtà anche piccole».

Che progetti ci sono per questa estate imminente?

«Centellineremo un po' le uscite dal vivo per poi esplodere in autunno, ma qualcosa ci sarà. Sono fortunato, ci ho messo un po' di anni a trovare le persone giuste, che mi accompagnassero in questo percorso, ma credo di averle finalmente trovate».

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