L'inaugurazione
Taranto, intitolata ad Alessandro Leogrande la passeggiata del Lungomare
Alle ore 11 il sindaco Rinaldo Melucci, assieme alla famiglia Leogrande, ha inaugurato la via, alla presenza dei familiari
TARANTO - Da Taranto a Bolzano, senza confini, nel ricordo di Alessandro Leogrande. Esattamente a due anni dalla scomparsa dell’intellettuale, questa mattina, il Comune di Taranto ha scoperto la targa con la quale è stata intitolata la passeggiata all’illustre concittadino, nel sottostante litorale del Lungomare Vittorio Emanuele III. Alle ore 11 il sindaco Rinaldo Melucci, assieme alla famiglia Leogrande, ha inaugurato la via, alla presenza dei familiari a partire dalla mamma Maria, del gruppo degli studenti del liceo Archita dove Alessandro ha studiato e di tutti gli amici che si sono fatti portatori del progetto di intitolazione di quell’area affacciata sul mare «che era cara a mio figlio - ha detto la madre dell’intellettuale scomparso - perché presentava la prospettiva di libertà razziale che lui ha scandagliato nei suoi scritti».
A fare da tramite con Palazzo di Città, per l’intitolazione della via, è stato lo storico economico Salvatore Romeo, che di Leogrande ha curato il volume contenente i suoi scritti su Taranto, «Dalle macerie» (edito da Feltrinelli), insieme al fratello dell’intellettuale, Davide, architetto che ha messo a disposizione le sue competenze per l’allestimento della passeggiata. Nel progetto vi è infatti l’idea di vederne realizzato un parco letterario caratterizzato dai pensieri del giornalista. «Questa sarebbe una prospettiva bellissima che di sicuro mio figlio da lassù apprezzerebbe» dice Maria Giannico. Al suo fianco vi è anche monsignor Paolo Oliva, parroco della chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù, docente di Alessandro presso il liceo «Archita». Il prelato ha condotto la cerimonia di intitolazione toponomastica, ricordando come «fosse forte lo spirito di giustizia dello scrittore e giornalista tarantino già da tempo degli studi superiori e che oggi, soprattutto in questo momento drammatico per il territorio jonico, sotto ricatto tra salute e lavoro, risuona in modo illuminante». A due anni dalla scomparsa, sono diverse in Italia le attestazioni di tributo culturale ad Alessandro Leogrande.
Dalla sua Taranto dove stasera, alle 21 al TaTà, si terrà per la prima volta l’opera da camera «Katër i Radës. Il naufragio», musicata da Admir Shkurtaj con il libretto di Leogrande che ha tratto spunto dal suo romanzo-reportage «Il naufragio» (Feltrinelli 2011), in cui racconta il dramma del Venerdì Santo del 1997, quando la piccola motovedetta Katër i Radës, carica di 120 migranti in fuga dall’Albania, scomparve nelle acque del Canale d’Otranto. Ottantuno i morti, di cui molti non avevano nemmeno sedici anni. Loro sognavano l’Italia, quella nazione che oggi ricorda fortemente Leogrande. Lo farà in più zone della Penisola, come Bolzano, dove si presenterà «Dialogo sull’Albania», libro postumo di Alessandro Leogrande (1977-2017) e del politico e scrittore Alex Langer (1946-1995) in cui sono raccolti gli articoli scritti dai due autori nel corso dei loro viaggi e incontri nel Paese delle Aquile. Proprio nel giorno in cui l’Albania, cara a Leogrande, piange le sue perdite umane per colpa di un devastante terremoto.