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Bari, anticorpi monoclonali: al Di Venere stoccaggio regionale. Prima consegna al Perrino

 
Redazione online

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Per la Asl di Bari sono quattro i centri abilitati ad impiegare i monoclonali: gli ospedali Covid San Paolo-Bari, Altamura e Putignano, più la Rianimazione del Di Venere

Giovedì 25 Marzo 2021, 15:16

20:28

BARI - Prima consegna di farmaci anticorpi monoclonali: destinazione Ospedale “Perrino” di Brindisi. Stamattina il “battesimo” della Farmacia dell’Ospedale “Di Venere”, individuata dalla Regione quale Centro di stoccaggio e smistamento per tutto il territorio pugliese.

«Da qui partiranno tutte le consegne di monoclonali – spiega Luigia D’Aprile, direttore del Dipartimento Gestione del Farmaco ASL Bari – verso i centri specializzati autorizzati alla prescrizione e alla somministrazione di questo nuovo presidio farmaceutico: una terapia in più da utilizzare contro Covid-19».

Per la ASL di Bari sono quattro i centri abilitati ad impiegare i monoclonali: gli Ospedali Covid San Paolo-Bari, Altamura e Putignano, più la Rianimazione dello stesso “Di Venere”.

Gli anticorpi monoclonali anti-Covid arrivano direttamente dalla Struttura del commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus e vengono stoccati nella Farmacia Ospedaliera del “Di Venere” che, già normalmente, funge da hub di approvvigionamento e smistamento dei farmaci di cui necessitano le strutture ospedaliere della Asl e ora farà anche da magazzino centralizzato al servizio dei presidi ospedalieri regionali.

IL COMMENTO DI ANELLI - Da domani i medici di medicina generale avranno a disposizione gli anticorpi monoclonali per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. Sono stati messi a disposizione dei medici del territorio grazie a una determina della Regione Puglia. «Sono uno strumento fondamentale per ridurre le complicanze del Covid, soprattutto nei soggetti più fragili», commenta Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari. Saranno usati sui pazienti obesi, soggetti sottoposti a dialisi, diabetici con complicanze, pazienti con una immunodeficienza e tutti gli ultra 65enni che hanno almeno un fattore di rischio. La selezione dei pazienti da sottoporre a terapia con anticorpi monoclonali sarà a cura del medico di medicina generale. Inoltre, possono essere sottoposti a terapia solo pazienti affetti da Covid con lievi o moderati sintomi di recente insorgenza.
«È la prima grande opportunità terapeutica che il medico di medicina generale può utilizzare contro il Covid-19, capace di cambiare la storia clinica della malattia riducendo i rischi di ricovero e di complicanze in un momento particolare quale quello attuale in cui la carenza dei vaccini non permette di contenere la diffusione della malattia», spiega Anelli. «L'uso degli anticorpi monoclonali - prosegue - rischia però di essere compromesso dalla grave carenza dei tamponi per la diagnosi precoce di Covid-19. Una carenza più volte segnalata dalle associazioni di categoria. Oggi ci sono pazienti che aspettano di fare un tampone per settimane. Auspichiamo che le autorità sanitarie intervengano individuando ad horas soluzioni per risolvere il problema della diagnosi precoce e quindi per l'avvio dei trattamenti con anticorpi monoclonali».

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