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Bari, il Palagiustizia più irregolare d'Italia: a rischio crollo. Procuratore: andiamo via

 
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Dopo la circolare, oggi il Procuratore ha incontrato personale e sindacati. Una vicenda che si trascina da 15 anni ora giunta al capolinea. E si pensa allo spezzatino

Martedì 22 Maggio 2018, 11:17

23 Maggio 2018, 18:11

Ascensori fuori servizi, infiltrazioni, e una relazione di 600 pagine dal proprietario (l'Inil che perlator ha ingiunto lo sfratto per morosità) che fotografa una situazione tutt’altro che lusinghiera dell’edificio che ospita il Palazzo di giustizia di via Nazariantz: tra intonaci che si staccano, problemi con la fognatura, persino topi nei corridoi e pioggia che cade all’interno dell’edificio, solo per dirne qualcuna e per concludere le criticità da un punto di vista statico. Alcuni parametri, con particolare riferimento a fondamenta e solai, sarebbero al di sotto dei limiti previsti dalla legge, anche se, va detto, in nessun punto dell’elaborato, si parlerebbe di «rischio crollo».

Il procuratore, Giuseppe Volpe, che ieri ha diffuso una circolare mettendo in fibrillazione addetti ai lavori e non, oggi ha tenuto un incontro aperto. «Al 90 per cento chiudiamo e andiamo». In particolare, ha spiegato Volpe, «la platea di fondazione del palazzo non è solida e poggia su terreno limoso e argilloso», "il calcestruzzo di pilastri, solai e muri è di pessima qualità e non risponde neanche ai parametri minimi antisismici». Il procuratore ha evidenziato che i tecnici sottolineano come "l'insicurezza sussista anche in assenza di scosse sismiche» e che «gli interventi di consolidamento eseguiti dall’Inail nel 2012 sono stati inutili». Entro domani il responsabile della sicurezza della Procura e i tecnici comunali comunicheranno i provvedimenti da adottare con immediatezza e già domani, quindi, potrebbe essere ordinato lo sgombero dell’edificio.

Sono già allo studio soluzioni per il trasferimento, inevitabilmente frammentato, degli uffici. Procura e ufficio del gip/gup andrebbero in un edificio di proprietà dell’Inail in via Brigata Bari, il dibattimento nella sede di Piazza de Nicola, dove ha sede il Tribunale Civile, la Corte di Assise e la Corte di Appello o nell’ex sede distaccata del Tribunale di Modugno. Altre possibilità potrebbero essere il palazzo ex Inpdap in via Oberdan, l’ex sede de La Gazzetta del Mezzogiorno vicino al Policlinico o gli ex uffici delle Ferrovie dello Stato in Corso Italia. Verrebbero subito trasferite, senza soluzione di continuità, le udienze con detenuti e i procedimenti con misure in scadenza. Tutti gli altri saranno rinviati a data da definirsi e i dipendenti saranno legittimati a non lavorare fino all’individuazione di una sede che li ospiti

La giustizia penale potrebbe essere spezzettata tra il palazzo in piazza De Nicola per le udienze penali urgenti, le ex sedi distaccate di Modugno e Bitonto per le quali però è necessario attendere un decreto interministeriali di un governo che ancora non c’è, un altro edificio dell’Inail in via Brigata Regina che ospitava la Conservatoria dei registri immobiliari e nella quale c’è già stato un sopralluogo e l’ex Circolo ufficiali in via Cairoli.

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