l'inchiesta

Foggia, l'ex sindaco Landella e la moglie respingono le accuse

Redazione online - FOTO MAIZZI

Oggi gli interrogatori: negato di aver intascato tangenti

Foggia - «Ha negato tutte le contestazioni e ha affermato di non aver mai pagato» alcuna tangente al sindaco di Foggia Franco Landella (Lega): così, al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, l’avvocato Umberto Forcelli che difende l’imprenditore Paolo Tonti. Questi è agli arresti domiciliari dallo scorso 21 maggio con l’accusa di corruzione assieme all’allora sindaco leghista di Foggia Franco Landella e con i consiglieri comunali di maggioranza Dario Iacovangelo e Antonio Capotosto. La moglie di Landella, Daniela Di Donna, dipendente comunale, è stata interdetta per 10 mesi dai pubblici uffici. Landella è accusato di tentata concussione per aver preteso invano una tangente di 500mila euro (poi scesa a 300mila) per far approvare un appalto ventennale (mai aggiudicato) da 53 milioni per l’illuminazione pubblica e avrebbe chiesto ed intascato (concorso in corruzione) una mazzetta di almeno 32mila euro per far prorogare dal Consiglio comunale un accordo di programma che prevede la realizzazione di fabbricati da parte delle società di Tonti su un’area di circa 92mila metri quadri. «Sono sereno, sono sempre stato sereno e tranquillo. Temo solo la ritorsione commerciale di tutta questa baraonda», ha commentato l’imprenditore. 

Si è proclamato innocente anche Antonio Capotosto, ex consigliere della maggioranza di centrodestra al Comune di Foggia. «Siamo tutti innocenti», ha urlato all’uscita dal Tribunale dove è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia. «Il signor Capotosto - ha detto l’avvocato Mara Ghezza - ha dato delle delucidazioni sulle sue condotte ed ha spiegato la sua estraneità ai fatti contestati per entrambi gli episodi». Fuori dal palazzo di Giustizia, anche il difensore dell'ex sindaco. «Abbiamo fatto, spero, chiarezza su molti punti rimasti abbastanza oscuri da quello che avevamo letto nell’ordinanza, attendiamo sviluppi. L’indagine è in corso e sul contenuto di quello che si è detto manterremo il massimo riserbo», le parole dell'avvocato  Michele Curtotti, al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Antonio Sicuranza. «Faremo sicuramente ricorso per la rimessa in libertà», ha aggiunto Curtotti. 

«Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare, siamo legati chiaramente da segreto investigativo. Confidiamo nel prosieguo della cosa. La mia assistita ha risposto a tutte le domande e tutte le questioni che erano poste hanno avuto un chiarimento», ha invece spiegato l’avvocato Giulio Treggiari che difende Daniela Di Donna. «La mia assistita - ha aggiunto - è tranquilla, perché è certa di essere stata esaustiva. Loro (marito e moglie, ndr) sono certi di essere innocenti, ma non basta essere convinti di essere innocenti con la giustizia italiana. Bisogna che qualcuno ti dia ragione».

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