A CONVERSANO
Trent'anni di graffiti che raccontano l'Italia: il libro del pugliese Mininno
L'autore spiega il «writing» in modo divulgativo e documenta il fenomeno con fotografie e parole dei suoi protagonisti
I graffiti hanno condizionato profondamente l’arte, la comunicazione visiva e la cultura contemporanea, sia all’estero che in Italia. Allo stesso tempo la loro diffusione ha cambiato per sempre l’aspetto delle nostre città, provocando una reazione dura e intollerante da parte della politica e dell’opinione pubblica. Una testimonianza giunge dal libro Graffiti Writing in Italy 1989-2021 di Alessandro Mininno, che lo presenterà sabato 16 aprile, alla ore 18, al Loi di Conversano.
Alessandro Mininno spiega il writing in modo divulgativo e documenta dettagliatamente, con le fotografie e le parole dei suoi protagonisti, la nascita e l’evoluzione del fenomeno in Italia. Il linguaggio del writing, dopo quarant'anni dalla sua comparsa in Italia, è tuttora difficile da comprendere per il pubblico: si tratta di una cultura underground che mischia illegalità e pericolo, arte e vandalismo. Mininno, imprenditore e ricercatore indipendente di origine pugliese, ha pubblicato numerosi saggi sul writing e sull’arte urbana. Ha collaborato su questi temi con soggetti pubblici e privati, tra cui Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Schloss Solitude Akademie di Stoccarda, Regione Sicilia, Palazzo Abatellis e con il Ministero per i Beni e per le Attività Culturali.
Il volume di Mininno contiene più di 300 immagini, per lo più inedite, che racconta e mette in luce il lato più oscuro e meno comprensibile di questa sottocultura: le firme, i throw-up, i treni, le metropolitane, gli Interrail. Innumerevoli linee ferroviarie, private e pubbliche, una passione generalizzata per il lettering e una repressione spesso blanda hanno attirato diverse generazioni di ragazzi verso questo campo, trasformando l’Italia in uno dei paesi europei con la più lunga tradizione nel writing.