La città che cambia

Bari, alle ex «Casermette» demolizioni a pieno ritmo: giù il muro per il nuovo Parco della Giustizia

isabella maselli

Uno dei due ex complessi militari è stato abbattuto interamente

BARI - Le demolizioni delle ex Casermette di Carrassi dove sorgerà il Parco della Giustizia procedono a ritmo serrato. Costeggiando il grande complesso militare si respira aria di novità: a partire dal muro di confine su via Alberotanza che ormai è completamente venuto giù, lasciando intravedere – al di là della recinzione – l’area ormai quasi interamente spianata. La metà degli ex edifici militari, quelli di una delle due caserme, è stata demolita. Restano i grandi pini e alberi che sovrastano il complesso, aperto su un lato, quello dell’ingresso. Sulla parente del cancello di accesso al cantiere c’è il cartello con il rendering di come diventerà quella struttura, la sede unica degli uffici giudiziari baresi, che inizierà a prendere forma già tra qualche mese, una volta completate le demolizioni (iniziate ad agosto e che termineranno entro novembre) e messo a punto il progetto definitivo.

I progettisti sono al lavoro da tempo sul disegno di quello che diventerà il Parco della Giustizia, con i quattro edifici, come i petali di un quadrifoglio, che ospiteranno aule, cancellerie, celle e archivi.
Nel 2024 è prevista la posa della prima pietra. Stando al progetto che ha avuto l’ok dalla conferenza di servizi indetta dall’Agenzia del Demanio (stazione appaltante dell’opera), la superficie costruita passerà dall’attuale 87 per cento al 30 per cento e l’area verde dal 13 al 68 per cento, con circa 900 alberi tra nuove piantumazioni e recupero del verde presente.
Un’opera da 405 milioni di euro (382 milioni già stanziati dal Ministero della Giustizia e la restante quota con fondi dall’Agenzia del Demanio), sulla quale è al lavoro l’equipe di progettisti guidata da Atelier(s) Alfonso Femia con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia.

Per le demolizioni, l’impresa Idea che si è aggiudicata l’appalto sta utilizzato misure innovative e sostenibili per consentire la rimozione e il trattamento sicuro delle materie, facilitandone il reimpiego per un valore pari a oltre il 90 per cento. Non solo: vengono adottate misure di contenimento per ridurre la dispersione di polveri in ambiente fuori dall’area di lavorazione, con un sistema di rilevazione di polveri e di rumori e un sistema di monitoraggio ambientale.
Il Parco nelle ex Casermette Milano e Capozzi resta l’obiettivo ultimo ma, nell’attesa, la giustizia barese ha trovato una «casa» più dignitosa: le due ex torri Telecom al quartiere Poggiofranco che hanno più che raddoppiato gli spazi per Procura e Tribunale penale, da 10 a 25 piani.

Il trasloco della Procura dalla prima alla seconda torre di Poggiofranco si è concluso e anche se i pm sono ancora alle prese con gli scatoloni, tutti hanno preso possesso dei nuovi uffici. Oltre alla Procura, il secondo edificio ospita anche Corte di Assise, Tribunale di Sorveglianza e polizia giudiziaria. I dieci piani della prima torre, invece, sono ora interamente destinati al Tribunale penale di primo grado, con 15 aule per le udienze.

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