Giustizia
Bari, inaugurato anno giudiziario: «Mente e cuore ai pugliesi morti»
«La pandemia non ha paralizzato l'attività»
I magistrati baresi partecipano alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario «indossando i finimenti rosso porpora, ma con la mente e il cuore rivolti ai tanti che, anche nella terra di Puglia, ci hanno lasciati in questo anno doloroso». Lo ha detto in apertura della sua relazione il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano. «La pandemia sembra aver spazzato, tutte insieme, le illusioni del turbocapitalismo e dell’ordoliberismo, con le speranze di arricchimento generalizzato proprie dell’economia globalizzata - ha aggiunto Cassano - ma anche le più recenti rivendicazioni sovraniste nate sulla scia delle disillusioni: il dirigismo, il protezionismo, l’unilateralismo. La pandemia ha invece incrementato le sperequazioni e le diseguaglianze sociali, e con esse ha smarrito il senso di solidarietà, tra gli uomini e tra i popoli».
«La sfida che ci attende - ha aggiunto - è di trasformare i disastri della pandemia in occasioni di crescita e di miglioramento della Giustizia, conseguendo anche per questa via il miglioramento complessivo dell’economia del Paese».
«La debolezza del sistema economico legale potrà favorire fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata che già condiziona fortemente il nostro territorio: si tratterà di impegnare competenze specialistiche per contrastare usura, manovre di acquisizione del controllo di aziende in difficoltà, di riciclaggio e di reimpiego di capitali illeciti». Lo ha detto il procuratore generale di Bari, Anna Maria Tosto, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
«La paralisi dell’attività economica di intere categorie produttive - ha detto la pg - darà luogo a scenari drammatici: nel mondo del lavoro, con il possibile incremento del lavoro in nero, della relativa evasione contributiva già particolarmente alta nel nostro territorio, e ulteriore contrazione delle garanzie per i lavoratori; e nel mondo imprenditoriale, esposto come non mai a crisi di liquidità spesso irreversibili, che alimenteranno procedure concorsuali la cui gestione richiederà una prudente opera di mediazione tra interessi contrapposti cui le anche le Procure dovranno assicurare il loro contributo di professionalità e razionalità». «Si sono determinate condizioni oggettivamente favorevoli - ha evidenziato - all’aumento dei reati di criminalità economica».
«Per fronteggiare la crisi - ha aggiunto Tosto - è prevista un’immissione di liquidità nei sistemi economici di proporzioni fuori dal comune; la rapidità necessaria con la quale il sostegno dovrà intervenire ha reso inevitabile prevedere un’erogazione operata secondo meccanismi agili, su base fiduciaria, prevalentemente incentrata sulle autodichiarazioni dei beneficiari. Tutto questo, a sua volta, prevedibilmente favorirà forme ulteriori di illegalità che richiederanno azioni di contrasto efficaci volte ad intercettare precocemente, prima che a punire, possibili eventuali malversazioni o impiego distorto dei fondi percepiti».
«La decisione di estromettere il foro e l’accademia dal dibattito sulla valutazione di professionalità dei magistrati sottende la volontà di allontanare l’intera collettività dalla Giurisdizione», e «il sospetto di un uso distorto e strumentale, in ambito professionale, delle eventuali informazioni acquisite nell’esercizio del diritto di tribuna da parte degli avvocati componenti del Consiglio Giudiziario appare profondamente irrispettoso della funzione dell’avvocatura». Lo ha detto il presidente della Camera penale di Bari, Guglielmo Starace, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
«In un momento così delicato per la giurisdizione - ha detto Starace - appare stupefacente che, anziché puntare alla massima trasparenza delle istituzioni, si vogliano oscurare le pareti dei palazzi determinando fratture nel delicatissimo rapporto tra magistratura e collettività». Starace auspica «un diverso comportamento che restituisca la dignità alla classe forense e che consenta di proseguire quella proficua collaborazione tra i soggetti a vario titolo protagonisti della giurisdizione che garantisce la trasparenza delle istituzioni e la qualità nelle decisioni».
LA PANDEMIA NON HA PARALIZZATO L'ATTIVITA' - «Occorre sfatare un mito che sradicato nel Paese, secondo cui la Giustizia, nel tempo della pandemia, è rimasta ferma». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, spiegando che dal primo gennaio al 31 dicembre 2020 c'è stata una flessione dei procedimenti civili pendenti nel distretto e, anche nel penale, pure con un leggero aumento delle pendenze a causa delle misure anti-contagio che hanno limitato le attività, «i dati smentiscono la vulgata di una giustizia paralizzata dalla pandemia».
«Ovunque, anche nel nostro distretto, la giustizia non si è fermata - ha confermato il procuratore generale di Bari, Anna Maria Tosto - . Ha certamente risentito di un rallentamento ma ha continuato ad operare. Nell’anno del Covid-19 le Procure di Bari, Foggia, Trani e Minori hanno complessivamente definito quasi 40.000 procedimenti, limitando in media la contrazione della produttività al 10% rispetto all’anno precedente». «La Procura di Bari - ha concluso - ha portato a termine quasi 2.500 procedimenti in più dell’anno precedente quando un’altra emergenza, quella edilizia, ha costretto al trasferimento di sede».
PARCO GIUSTIZIA BARI, AVVOCATI: SI NOMINI COMMISSARIO - «Speriamo non si debba aspettare che crollino i palazzi della giustizia barese affinché sia nominato un commissario che velocizzi la manutenzione del più importante tribunale del distretto barese e la realizzazione del nuovo polo giudiziario. Ai partiti, impegnati oggi nel risolvere un’ennesima crisi di governo piuttosto che i problemi che attanagliano una delle principali funzioni dello Stato, chiediamo di fare presto». Lo ha detto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari Giovanni Stefanì, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, facendo riferimento al progetto del futuro Parco della Giustizia di Bari.
«Dalla lettura delle prime bozze del Recovery Plan - ha detto il presidente degli avvocati baresi - le cifre allocate sul capitolo di spesa dell’edilizia giudiziaria appaiono modeste, solo 450 milioni, sicuramente insufficienti: basti pensare, restando alla sola Puglia, che per completare il polo giudiziario di Bari occorrono 355 milioni, per realizzare quello di Lecce ne sono stati promessi altri 70 e che anche la cittadella giudiziaria di Foggia, indicata di recente dal ministro tra le opere che potrebbero essere finanziate col Recovery Plan, costerà decine di milioni. È questa infinita incertezza su risorse e tempi che ci induce, ancora una volta, a invocare la nomina di un commissario per la gestione dell’emergenza edilizia giudiziaria nel nostro distretto».
«I magistrati vivono una fase di crisi e di turbamento profondi, che li respinge disillusi negli uffici, ripiegati su se stessi, con la sensazione di essere socialmente delegittimati, per i gravi scandali emersi, e tuttavia arroccati, indifferenti al punto di vista esterno alla corporazione su molti temi rilevanti». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, parlando di "miscela pericolosa di frustrazione e di neo corporativismo». Secondo Cassano, «la discrezionalità consiliare nella selezione del personale direttivo è stata vissuta dai magistrati sempre più come arbitrio, e il Csm ha finito con l’essere visto come un luogo oscuro, dove si svolgono giochi impresentabili che passano sulle vite professionali dei magistrati».
Per il presidente della Corte di Appello di Bari «il problema non sono le correnti in sé, ma la loro degenerazione, la loro trasformazione in strumenti di gestione del potere associativo e consiliare, funzionali a favorire i propri aderenti. Occorre allora impegnarsi per la rigenerazione dei gruppi» ha detto, ritenendo inoltre che «nelle nomine dei direttivi e dei semidirettivi occorrono regole chiare, applicate in modo uguale e trasparente, con un esercizio della discrezionalità più contenuto, che non venga percepito come arbitrio».
AUMENTANO REATI MAFIA MA MENO OMICIDI - Dal luglio 2019 al giugno 2020 nel distretto di Corte di Appello di Bari risultano in "significativo aumento le denunce per reati di associazione di stampo mafioso (da 93 a 121)» e di pedofilia e pedopornografia (da 86 a 120), mentre risultano diminuiti rispetto all’anno precedente i procedimenti per omicidio volontario (da 56 a 35). Sono alcuni dei dati che emergono dalla relazione sull'amministrazione della giustizia, pubblicata in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Con riferimento agli omicidi, la relazione evidenzia che il "decremento interessa anche quelli che vedono vittima una donna, passati da 10 a 7», mentre «il dato numerico delle denunce di stalking ha fatto registrare nell’ultimo periodo un moderato aumento rispetto al periodo precedente (da 1223 a 1388)».
In notevole diminuzione, si evince ancora dalla relazione, le denunce per furto (da 39.156 a 30.601) e per reati tributari (da 711 a 568) e invece risultano in moderato aumento i reati in materia di inquinamento rifiuti (da 688 a 740), le denunce dei reati relativi al falso in bilancio (da 22 a 31) e i procedimenti aventi ad oggetto i reati in materia di stupefacenti (da 3.367 a 3.559).