L'addio

Bari, l'ultimo saluto a Mariolina De Fano la regina del teatro

Carlo Stragapede (Foto Luca Turi)

La chiesa del Redentore piena per l’ultimo saluto a «Marietta»

BARI - Il mondo dello spettacolo barese, per una volta compatto, si è ritrovato nella chiesa del Redentore, piena pur nel rispetto del distanziamento, per dare l’ultimo saluto a Mariolina De Fano, la «Marietta» che ha fatto divertire quattro generazioni di pugliesi e non solo.
Infatti l’attrice, scomparsa l’altro ieri non ancora ottantenne, ha contribuito a sdoganare la sapidità della cultura appula sulle scene nazionali, forse più di altri interpreti del teatro in vernacolo. E, a dispetto dell’anagrafe, quando era in scena o sul set continuava a divertirsi come una ragazzina. «Fino a qualche mese fa - racconta commosso Donato Francone, della pattuglia del Mudù -, prima del lockdown avevamo registrato insieme le puntate della nona serie delle barzellette televisive. Lei era sempre la stessa, professionale eppure vivace come una bambina allegra, impegnata in un gioco divertentissimo».

Il personaggio di «Marietta» in effetti non aveva età. Eterno nella sua saggezza antica, arguto nelle battute, inimitabile nei tempi teatrali. La riprova è nell’identikit variegato degli ammiratori che ieri hanno affollato la parrocchia salesiana. Gente dai novanta ai vent’anni, a testimoniare un affetto consolidato.
Moltissime le ragazze, rattristate, con gli occhi rossi, che in lei hanno sempre apprezzato il modello di libertà, la capacità di osservazione, la intelligenza artistica. E poi estimatori e amici con le tempie imbiancate, quasi che il pubblico potesse permettersi il lusso di invecchiare, e invece lei, la minuta e arguta Marietta, alter ego di Mariolina, no. Concentrato e sublimato della saggezza popolare ma anche della diffidenza tipica delle matrone barivecchiane di una volta, evidentemente la De Fano con la sua sagoma aveva saputo mettere in scena i tic le passioni i sogni - uguali a se stessi - dell’altra metà di Bari.

Densa di affetto l’omelia del viceparroco don Roberto: «Quando Mariolina è venuta al mondo, nel 1940, il Signore l’ha creata a Sua immagine e somiglianza. Le ha donato il talento dell’arte. E ora lei è approdata sul palcoscenico più importante, al Suo cospetto». Ancora: «L’Italia ha avuto Alberto Sordi, la Puglia e Bari hanno amato Mariolina che ci ha regalato il suo straordinario talento, ricco risate e sorrisi».
Tra i banchi della chiesa storica del quartiere Libertà, nonostante le mascherine anti contagio e gli occhiali da sole a coprire la commozione, si riconoscono molti artisti, ma c’è anche tanta gente comune che ha apprezzato l’attrice in televisione e anche sul web, dove le barzellette sceneggiate di Uccio De Santis & soci rimbalzano e rimbalzeranno all’infinito. Il popolare Uccio, impegnato in un tour nel Lazio, non è potuto intervenire a dare l’addio alla sua «centrocampista esperta»: ha fatto arrivare una corona di fiori che si è aggiunta a quella della famiglia De Fano.

Figlia di Vito (1911-1989), poeta della più nobile tradizione meridionale, Mariolina lascia i fratelli Antonio e Giuseppe. Ma soprattutto un’eredità unica.
Confessa Lia Cellamare: «Se ho deciso di intraprendere questo meraviglioso mestiere è merito suo. Avevo nove anni - racconta - quando mio padre mi portò al teatro Royal ad assistere a una sua commedia. Fu autentica folgorazione, amore a prima vista per le tavole del palcoscenico. E quando ho avuto la fortuna di lavorare con lei ho appreso molto».

Sulla stessa lunghezza d’onda un emozionato Pino Cacace, attore, commediografo e regista: «La mia prima esperienza con lei risale al 1985, quando, io poco più che trentenne, la diressi in un mio lavoro teatrale, intitolato “Diva... ri”, basato sulla rilettura ironica dei provini». Insomma una specie di anticipazione della febbre da talent che dilaga soprattutto in televisione da una ventina d’anni a questa parte. «Con lei c’era l’attore Piero De Vito, uno dei pilastri della storica “Caravella”, il leggendario programma di Radio Bari. Ebbene - aggiunge Cacace - il mio testo, in breve tempo, nelle sue “mani”, quasi magicamente acquistò un valore aggiunto, potrei dire un potere tridimensionale, del quale si giovò l’intera compagnia. E la rappresentazione fu un successo».

Tra le nuove leve della risata alla barese, sul sagrato del Redentore arriva Max Boccasile, 37 anni: «Posso dire solo una cosa. Era semplice, diretta, una persona trasparente, esattamente come appariva sulla scena», commenta.

La De Fano era approdata anche sulla rete ammiraglia Rai, nel 2006, come coprotagonista della fiction «Raccontami», al fianco di Massimo Ghini, Lunetta Savino, Alessandra Mastronardi e Giusy Frallonardo: impersonava la «nonna pugliese», dispensatrice di teneri consigli al resto della famiglia. Dopo la seconda serie del 2008 confidò a chi scrive, con un pizzico di rimpianto: «Era in programma la terza ma da Roma mi hanno fatto sapere che non sono riusciti a trovare i soldi per produrla».
Sui social si moltiplicano frasi di affetto per l’attrice scomparsa l’altro ieri. Una perdita che molti sul web affiancano a quella di Mino Barbarese, l’attore, sceneggiatore e regista, famoso per la serie tv «Lariamara», morto prematuramente nel 2016. Inevitabile, poi, il pensiero a Teodosio Barresi, l’altro alfiere della baresità, venuto a mancare il mese scorso.

A fine celebrazione, nel caldo pomeriggio, un lungo applauso saluta il feretro che lentamente si allontana.

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