Gianni Ciardo al Flacco di Bari: tra Dante e le declinazioni di «cus» e «chedd»

Il noto comico barese prof. per un giorno: spiega Dante Alighieri agli studenti del Liceo «a modo suo». Risate assicurate

Graziana Capurso (Video Donato Fasano)

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Graziana Capurso (Video Donato Fasano)

Mercoledì 09 Novembre 2022, 08:32

BARI - Cosa succede se Gianni Ciardo incontra gli studenti di Bari per parlare di Dante? La risposta è semplice: si ride. O meglio si impara, ridendo.

Ed è con il sorriso sulle labbra che l'attore e comico barese racconta l'esperienza vissuta ieri mattina nell'aula magna del Liceo Classico Orazio Flacco per uno spettacolo/lezione con al centro proprio lui, il Sommo Poeta, Dante Alighieri. O come direbbe Ciardo: «Durante di Alighiero degli Alighieri, un nome così lungo che a scuola la maestra solo per fare l'appello tirava fuori il codice fiscale. Fu proprio lei a chiamarlo per primo con il nome Dante», ironizza l'attore davanti al suo giovane pubblico.

Oltre un centinaio gli studenti che hanno preso parte all'evento organizzato direttamente dai ragazzi, capeggiati da Nicola Dalfino, che hanno chiesto e ottenuto per questa «lezione» il supporto della dirigente scolastica Maria Rosaria Clelia Gioncada. Obiettivo? Parlare della storia del teatro di Bari e allo stesso tempo mostrare agli studenti come la letteratura più aulica possa essere messa a servizio della comicità.

E questo Gianni Ciardo lo sa bene: «Oggi divento vostro complice in quanto so benissimo che farmi venire qui è stato un motivo come un altro per non farvi stare in classe, ma la scuola è importante "e cos"», ha spiegato l'attore.

La lezione/spettacolo è stata accolta con entusiasmo da tutto il corpo studentesco che tra una battuta e l'altra non è riuscito a trattenere le risate. Ciardo racconta Dante a «modo suo». La sua vita, il suo amore per Beatrice e poi il suo viaggio nell’Inferno tra doppi sensi, equivoci e riferimenti anche all’attualità, per far sentire i ragazzi parte della storia. L’interazione con il pubblico è la quintessenza dell’arte del comico barese. Gianni Ciardo comincia il suo spettacolo chiedendo silenzio. «Citt» dice in dialetto. «Devo ringraziare quei quattro ragazzi lì che hanno pensato di dedicare questo tempo per parlare del teatro a Bari e guardate un po' hanno pensato di chiamare me come rappresentante, cosicché possa dire qualcosa di ciò che è stato, ciò che è.. e chi lo sa se sarà in futuro». Non sono mancati però i rimbrotti: «Chiamind a chedd - sfotte richiamando l'attenzione di una studentessa - sembr cu telefn in man», recita rigorosamente in dialetto.

I passaggi sono tanti: dalle declinazioni di «cus» «cudd» e «chedd» nel linguaggio dantesco, al racconto della personalità del poeta «Dante è il verbo, dal verbo dare». Una mattinata divertente che viaggia a vele spiegate nelle acque della letteratura. Gianni Ciardo regala riflessioni sul dialetto e sul valore della tradizione, spiegando il passaggio dal volgare all’italiano e racconta l’incontro di Dante con Beatrice all'età di 9 anni: «Si innamorò e basta» perché «questa è la storia di quello che c’è stato, anzi che non c’è stato, tra Dante e Beatrice».

Gli studenti del Flacco al termine dello spettacolo hanno subissato Ciardo di domande sul perché abbia scelto di diventare attore: «Sono nato "inaspettatamente". Mi sono sempre sentito diverso dai miei coetanei. Vedevo la vita in maniera diversa ma mi ritengo fortunato, nonostante me. Quando sono diventato grande ho iniziato a fare ciò che non facevo da bambino. All'epoca frequentavo l'istituto d'arte ma avevo tanti amici del Flacco. Quando presi il diploma e il famoso pezzo di carta per insegnare, lo strappai, con mia madre che si disperava: «E mo?», mi diceva e io le rispondevo: «Tengo da fare Ma’, il teatro mi aspetta».

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