Musica e dintorni

Medita Festival Taranto, l'energia travolgente di Clementino sul palco

Giacomo Rizzo

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Il re del freestyle si emoziona e regala emozioni giocando sulle affinità tra la sua amata Napoli e Taranto. Lo scenario della Rotonda del Lungomare rende tutto più suggestivo

TARANTO - È un’esplosione di energia, esuberanza e simpatia Clementino. Il suo live con l’Orchestra della Magna Grecia per il concerto inaugurale del Medita Festival a Taranto si è rivelato una piacevolissima contaminazione. Il re del freestyle si emoziona e regala emozioni giocando sulle affinità tra la sua amata Napoli e Taranto. Lo scenario della Rotonda del Lungomare rende tutto più suggestivo.

Con i musicisti dell’Orchestra sinfonica diretti dal maestro Roberto Molinelli, Clementino canta le sue hit più conosciute, da “Cos cos cos” a “Guardando la luna”, da “Quando sono lontano” a “O’ vient”, da “Oracolo del sud” con la sorpresa Mama Marjas a “Partenope”, da “Chi vuol essere milionario” a “Mare di notte”. Un omaggio a Federico Salvatore con l’interpretazione di “Se io fossi san Gennaro”, poi “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè e chiusura con “La cosa più bella che ho”, quando chiama sul palco fotografi e giornalisti e rende lo spettacolo un reality a cielo aperto. Ieri è uscito nelle sale il film “Uomini da marciapiede” di Francesco Albanese, in cui il rapper partenopeo recita al fianco di Paolo Ruffini, Rocio Munoz Morales, Herbert Ballerina, Serena Grandi, Ilaria Spada, Francesco Pannofino e Marco Mazzoli. “Che tipo di attore sia Clementino – confida ai cronisti - lo dovrebbe dire il pubblico. Sognavo da sempre di recitare e così spero di aver onorato la tradizione della commedia della mia amata città”. Infine, un ringraziamento all’Ico Magna Grecia e al suo direttore artistico Piero Romano.

“Non capita tutti i giorni –afferma – di suonare con 50 musicisti di questo calibro. È molto emozionante perché si avverte la vera essenza della musica. Noi rapper siamo abituati ad altro, al massimo a suonare con uno o due musicisti o dj, senza mischiare il genere classico al moderno. Per quanto mi riguarda, sono un’amante del crossover e mi diverte tantissimo fondere più generi, soprattutto se tanto diversi tra loro. Amo stare sul palco perché da lì vedo la gente emozionarsi, piangere, ridere, vivere. E – conclude Clementino prima di salire e scatenarsi sul palco - fin quando so che potrò fare del bene, soprattutto grazie alla musica, non smetterò mai di farlo”.

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