Le dichiarazioni

«Il problema dei picchi di benzene a Taranto va risolto», Melucci sull'ordinanza. Accordo di programma: «Ecco le nostre proposte di lavoro»

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«È importante intervenire per far rispettare la vita e gli interessi di questa comunità, ad opera di una grande industria che continua a non avere alcun riguardo per le regole»

TARANTO - «È importante intervenire per far rispettare la vita e gli interessi di questa comunità, ad opera di una grande industria che continua a non avere alcun riguardo per le regole. Asl Taranto e Arpa Puglia mandano dati puntuali che hanno fatto chiarezza sui picchi di benzene, che sono un problema per la salute delle persone, e va risolto». Così il sindaco della città Rinaldo Melucci sull'ordinanza.

Accordo di programma, Melucci: «Ecco le nostre proposte di lavoro»

Con una dettagliata comunicazione inviata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e alla Regione Puglia, il sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci ha proposto una serie di linee guida alla base del futuro accordo di programma sull’ex Ilva.

«É una traccia di lavoro - ha spiegato Melucci - che prende le mosse dalla nota redatta a gennaio scorso, dagli orientamenti condivisi nella riunione al MIMIT del 28 aprile e dalle esigenze avvertite dalla comunità. È il nostro primo contributo a questa eccezionale opportunità, una svolta che potrebbe realmente far cambiare pagina al territorio, secondo quel principio di “transizione giusta” che stiamo professando da tempo con il confronto dei più alti livelli politici europei».

Le linee guida proposte dal sindaco si articolano, come detto, in un indice dettagliato che prevede, dopo le premesse, cinque capitoli e una parte conclusiva. Entrando nel merito, questa bozza definisce i diversi scenari che potrebbero comporre il quadro complessivo dell’accordo: quello industriale, con le implicazioni relative alle manutenzioni, alla condizione dei dipendenti e all’imprescindibile accordo con le parti sindacali, ai rapporti con altri soggetti operativi; quello ambientale, tagliato tra le altre cose su bonifiche e AIA, avendo su quest’ultima un’attenzione che è contingente, data la più recente, e scarsamente convincente, richiesta di rinnovo; quello urbano, che prevede tutele per l’indotto locale, sostegno alla comunità, arretramento da porto e città e gli investimenti nella ricerca (Tecnopolo, università, ecc.); quello finanziario, che riassume le opportunità economiche disponibili (Pnrr, Cis, Zes, Jtf), oltre gli ammortizzatori sociali da impiegare; quello operativo, che qualifica i dettagli dell’accordo come durata, cabina di regia, revisioni e gruppi di lavoro.

Significativa la parte conclusiva, in particolare un passaggio sulle clausole giudiziali e risolutive, necessarie per inquadrare l’accordo anche alla luce di questioni preesistenti, come il sequestro degli impianti.

Tra le proposte, infine, anche un’indicazione di massima dei numerosi soggetti che dovranno essere chiamati a offrire un contributo alla stesura dell’accordo, suddivisi nei vari livelli governativo, locale, socio-economico e tecnico-scientifico. Per il sindaco, inoltre, resta centrale il ruolo di Invitalia in relazione al coordinamento e alla calendarizzazione delle attività. Viene introdotta anche la possibilità di insediare una cabina di regia istituzionale che provveda a stendere la prima bozza del documento, individuando i diversi soggetti protagonisti.

«Ci auguriamo che questo lavoro - ha concluso Melucci - possa procedere parallelamente alla definizione di un chiaro piano industriale, delle progettualità collegate all’installazione dei forni elettrici e degli impianti di produzione di preridotto, fino alla realizzazione dell’hydrogen valley pugliese. Per quel che riguarda Comune e Provincia, i nostri uffici tecnici stanno già producendo contributi relativi agli scenari ambientale e urbano, in modo tale da ottimizzare ulteriormente l’impegno che tutti dovremo riversare nella stesura dell’accordo».

SOLAZZO (CISL): SERVE DIALOGO

«Invece di continuare a perseguire un percorso che dovrebbe portare a un piano industriale e ambientale continuiamo a inseguire queste ordinanze. Non intendiamo ovviamente sindacare sull'ordinanza, ma sicuramente questo non può che acuire sempre di più le frizioni di questo territorio». Lo ha dichiarato il segretario generale della Cisl Taranto-Brindisi, Gianfranco Solazzo, commentando, a margine del Consiglio generale del sindacato, che si è svolto a Brindisi, l'ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci che intima ad Acciaierie d’Italia e Ilva in As di individuare le fonti di emissioni del benzene entro 30 giorni e di porvi rimedio entro 60 giorni o gli impianti dovranno essere fermati.

Per Solazzo «c'è bisogno invece di dialogo, c'è bisogno di mettere serenità su una realtà come questa. Come Cisl, insieme alla Fim, si cerca ogni volta di riportare le persone al confronto, al tavolo contrattuale. Anche l’ultimo accordo fatto da Fim e Fiom sulla cassa integrazione andava in quella direzione». «Purtroppo - ha aggiunto - si continuano ancora a registrare frizioni, anche da parte dell’azienda. Credo che sia veramente arrivato il momento che il governo si assuma le responsabilità. Non può continuare questa agonia. Questo territorio ha bisogno di essere riappacificato». Chi ha «la responsabilità istituzionale - ha riferito Solazzo - deve provvedere a questo. Il nostro pensiero va in questo momento ai lavoratori di quello stabilimento, di Acciaierie d’Italia, di Ilva in amministrazione straordinaria, e alla città. Noi ogni volta cerchiamo di aprire, di spingere vero un confronto , un dialogo sociale».

«Qualche giorno fa c'è stato a Taranto il vice commissario della Commissione europea Timmermans, che ha fatto presente l'importanza di questo stabilimento industriale. Ovviamente questa importanza - ha concluso - bisogna tradurla in fatti».

PEACELINK: L'ORDINANZA DOPO LE NOSTRE SEGNALAZIONI

«L'ordinanza del sindaco di Taranto sul benzene giunge dopo una lunga e costante serie di segnalazioni di Peacelink sui picchi di benzene e sul trend in aumento nel quartiere Tamburi. Il lavoro di costante documentazione svolto da Peacelink sui social network è stato un esperimento unico in Italia di 'citizen sciencè basato su tecnologie digitali. Ogni volta che aumentava il benzene partiva in automatico dal software 'Omniscopè un tweet su Twitter per avvisare l’opinione pubblica e le autorità». Lo afferma il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti riferendosi all’ordinanza firmata ieri dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci che intima ad Acciaierie d’Italia e Ilva in As di individuare le fonti di emissioni del benzene entro 30 giorni e di porvi rimedio entro 60 giorni o gli impianti dovranno essere fermati.

«Occorre adesso - aggiunge l’ambientalista - rendere permanente l’effetto dell’ordinanza portando le evidenze tecnico-scientifiche di Asl e Arpa all’interno della nuova procedura di Aia (Autorizzazione integrata ambientale). La cokeria pertanto non va più ri-autorizzata. Invece l’azienda chiede di triplicare la produzione del carbon coke, da un milione a oltre tre milioni di tonnellate/anno. Con buona pace di chi ha creduto nella decarbonizzazione parlandoci di una transizione all’acciaio verde».
Secondo Marescotti «l'ordinanza del sindaco segna un punto di svolta che deve riportare al centro il tema della Valutazione del danno sanitario». «Senza certezze per la salute l’area a caldo dell’Ilva va fermata in sede di autorizzazione integrata ambientale, rigettando - conclude - sulla base delle abbondanti evidenze ambientali e sanitarie, ogni autorizzazione a produrre per i prossimi 12 anni».

FIOM: CHIEDEREMO TAVOLO PERMANENTE

«La vertenza ex Ilva rischia il collasso se non dovessero arrivare risposte immediate sul futuro ambientale e industriale, che necessitano di approfondimenti sulle prospettive future, ma soprattutto sulla attuale gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto e del gruppo AdI. Urge un tavolo permanente per uscire da questa fase di impasse e per accelerare l’ingresso del pubblico al fine di garantire una giusta transizione e, soprattutto, la gestione del presente». Lo dichiarano in una nota congiunta Roberto D’Andrea, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil e Francesco Brigati, segretario generale Fiom Cgil di Taranto.

«Continuiamo ad assistere - aggiungono - a una gestione alienata da parte della direzione aziendale che, unilateralmente, ha deciso di aumentare i numeri della Cigs nonostante la ripartenza di Afo2 e la presenza di un accordo sottoscritto in sede ministeriale». Per i due sindacalisti la vertenza ex Ilva «assume maggiori criticità a seguito dell’ordinanza del sindaco Rinaldo Melucci in cui si intima ad AdI ed Ilva in As di individuare gli impianti interessati dai fenomeni emissivi legati al benzene e trovare una soluzione» o scatterebbe il fermo degli impianti».

Dalla stessa ordinanza sindacale, fanno rilevare, «si evince come in questi mesi ci siano state delle ricorrenti comunicazioni tra il sindaco, il ministero dell’Ambiente, l'Istituto superiore di sanità, gli assessorati alla Salute e all’Ambiente della Regione Puglia, l’Aress Puglia, l’Arpa e l'Asl Taranto che, di fatto, hanno escluso un confronto con gli Rls di stabilimento e con le Rsu negando agli stessi la possibilità di essere messi a conoscenza di quanto avveniva all’interno dello stabilimento siderurgico e di intervenire per la salvaguardia della salute dei lavoratori, che sono i primi esposti». Per tali ragioni, concludono D’Andrea e Brigati, "chiederemo l’accesso agli atti per valutare in modo più dettagliato quanto riportato nell’ordinanza sindacale e un incontro ai ministeri competenti».

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