il fatto

Taranto, esercitazione Mare Aperto con la portaerei Cavour

Maristella Massari

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Operazione di abbordaggio da parte di un team della brigata Marina San Marco

TARANTO - Esercitazione, ma anche presenza e vigilanza nelle affollate acque del Mediterraneo. Poco più di tre settimane di “grandi manovre” della Marina Militare tra mar Tirreno e Jonio, con sei nazioni Nato coinvolte (Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti), 48 tra navi, sommergibili, aerei, elicotteri e mezzi anfibi della forza da sbarco, per un totale di 5.300 militari impegnati (inclusi quelli della brigata Marina San Marco).
«Mare Aperto» - e i numeri sono una prova tangibile - è ben più di una missione di addestramento. L’esercitazione, la più importante organizzata dalla Marina italiana, che vede in mare la sua parte preponderante, in realtà coinvolge tutte le dimensioni della Difesa, anche aria, suolo e cyber-security con i “test” di guerra ibrida in cui si misurano quotidianamente i militari coinvolti nelle attività simulate.

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