L'EFFETTO GUERRA
Caro-gasolio, protestano i pescatori a Taranto: «Siamo allo stremo»
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Gli operai del comparto marittimo: «Non copriamo i costi di lavorazione, cosa lavoriamo a fare? Il governo intervenga»
TARANTO - «Siamo allo stremo, il caro-gasolio va fermato adesso dal Governo». Stamattina a Taranto i pescatori hanno alzato la voce «contro i rincari, che sono stati alimentati dalla guerra in Ucraina». La protesta, inscenata attraverso un sit in a Taranto, da parte di Agci Agrital e Legacoop agroalimentare-dipartimento pesca, si unisce alla rivendicazione che sta avvenendo in più parti d'Italia a nome di un settore che, negli ultimi tre mesi, hanno visto subire un aumento dei costi di lavorazione pari al 30% con circa 200 milioni di euro di fatturato in mano «Ormai non siamo più in grado di coprire l'investimento speso per portare il prodotto sul banco della spesa. A questo punto per cosa lavoriamo a fare?» si chiedono i pescatori che occupano amaramente la banchina di via Garibaldi prima in rappresentanza del loro luogo di lavoro e poi raggiungono la Raffineria Eni, come segno di protesta sul caro-carburante.
Questa protesta, in Puglia, segue l'iniziativa clamorosa avvenuta tre giorni fa a Manfredonia, dove i pescherecci hanno bloccato l’ingresso nel porto eccezion fatta per i mezzi di soccorso. Cosimo Bisignano, di Legacoop Agroalimentare dipartimento pesca, da Taranto spiega: «Sono passati circa due mesi da quando dal 15 marzo abbiamo protestato per il caro-gasolio. Allora fummo fermi quindici giorni, ma gli effetti di quella protesta non hanno portato frutti al nostro comparto locale, anzia la situazione si è aggravata. Il caro-gasolio crea problemi a catena per, strutturali e commerciali, alle nostre marinerie. Oggi siamo tutti fermi ed oggi chiediamo nuovamente al Governo la stessa cosa: frenare l'emorragia del caro-gasolio».
«Oggi ci siamo confrontati con il sottosegretario all’Agricoltura e Pesca, Francesco Battistoni, che ci ha confermato l’impegno del governo per sostenere le marinerie italiane, duramente provate dal caro gasolio. Tuttavia, non possiamo sottacere la latitanza della Regione Puglia: come sempre, molte parole e zero fatti. La Sicilia, per esempio, ha appena varato la legge di Stabilità e all’art 13 comma 1 ha previsto lo stanziamento di 10 milioni di euro per il consumo carburante del 2021 e 2022. Un impegno tangibile, concreto, attuato da una Regione per la quale la pesca riveste un’attività fondamentale: esattamente come per la Puglia». Lo dichiarano il commissario regionale di Forza Italia in Puglia, Mauro D’Attis, e il vicecommissario Dario Damiani. «La differenza, però, sta nell’attenzione della Sicilia al comparto e nella totale assenza della nostra. Nel frattempo, i pescatori fanno sentire il loro urlo di dolore e a parte qualche riunione inconcludente, fatta col solo scopo di sedare evidentemente gli animi, non si registra alcun provvedimento da parte della Giunta Emiliano», concludono.