Cinema
Bif&st 2023, il giorno di Salvatores: incontro con gli studenti, stasera il Fellini Platinum Award
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L'inaugurazione oggi al Petruzzelli con il film Il ritorno di Casanova
Al via la quattordicesima edizione del Bif&st, realizzata da Apulia Film Commission in collaborazione con Regione Puglia e Pugliapromozione. Un’edizione che si apre a pochi giorni dalla scomparsa del regista Citto Maselli Premio Federico Fellini 8½ per l'eccellenza artistica al Bif&st 2010, omaggiato dal Festival con un’intervista inedita che sarà proiettata venerdì 31 marzo (ore 16:00) al Teatro Kursaal.
Sarà Il ritorno di Casanova ad inaugurare al Teatro Petruzzelli (ore 21), stasera il Bif&st 2023. Presenti in sala il regista Gabriele Salvatores e gli attori Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Bianca Panconi. Prima della proiezione in anteprima assoluta del film, il Premio Oscar Salvatores riceverà il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence, mentre al mattino, sempre al Teatro Petruzzelli, è stato protagonista della Masterclass moderata da Enrico Magrelli al termine della proiezione di uno dei suoi film più apprezzati, Nirvana.
Liberamente tratto dal romanzo di Arthur Schnitzler, e scritto da Umberto Contarello, Sara Mosetti e Gabriele Salvatores, Il ritorno di Casanova narra la storia di un affermato regista italiano che, restio ad accettare lo scorrere del tempo, decide di raccontare il Casanova nel suo ultimo film. Durante le riprese si accorgerà di essere molto simile al personaggio che mette in scena, anche più di quanto potesse immaginare. Fanno parte del cast anche Natalino Balasso, Alessandro Besentini e Bianca Panconi. Il film è prodotto da Indiana Production con Rai Cinema, Ba.Be Productions ed Edi Effetti Digitali Italiani, in collaborazione con 3Marys Entertainment, in associazione con BPER ai sensi delle norme del Tax Credit, con il contributo della Regione Veneto e della Veneto Film Commission.
LE DICHIARAZIONI DI SALVATORES
Un rilassato Gabriele Salvatores, dopo la proiezione di NIRVANA al Bif&st, si lascia andare a una master class al Teatro Petruzzelli in cui racconta di Oscar, malattia e paura della creatività e in cui la persona più citata è il suo personale analista.
«Nel 1980 - racconta il regista - ho avuto una malattia e il medico, che mi aveva dato quattro o cinque anni di vita, mi disse telegrafico: 'Cerca di mettere a posto le sue cose'. Per fortuna si era sbagliato, ma da allora decisi che dovevo fare tutto quello che volevo. Lì per me è scattato un altro modo di vivere e il cinema è diventato il mio sostitutivo della realtà».
E ancora il regista sul premio Oscar vinto da lui nel 1991 per MEDITERRANEO: «Non so se lo meritavo davvero. È stata un pò una botta di fortuna, mi ha andata bene, un pò come morso del ragno che ti fa diventare da un momento all’altro Spiderman. Ero esattezza uguale al giorno prima, ma la gente ormai da me si aspettava tutt'altro. Ho usato così questo particolare superpotere per fare film che in Italia non ti lasciano mai fare. Una cosa che mi ha permesso sempre più di alzare l'asticella della mia creatività».
Sempre sull'Academy Award, ha continuato Salvatores: «Questa statuetta ha tante regole. Intanto non la puoi cedere, né vendere perché l’Academy, in caso, potrebbe sempre chiedere di restituirla. Io così per anni non l’ho neppure tenuta in casa, l'avevo messa in banca. Solo da poco l’ho collocata sulla mia libreria. È molto pesante ed è così perfetta per fare da sostegno ai libri». Tanta paura poi per Salvatores quando gira i film: «Mi ricordo la prima scena di EDUCAZIONE SIBERIANA dove si vedeva un fiume in cui tracimavano alberi, animali e detriti. Scappai nella mia roulotte. Era qualcosa più grande di quanto potessi sopportare. Il film non lo puoi fare da solo - sottolinea - per questo è qualcosa di vicino alla vita. Quello che ti fa paura è qualcosa che devi affrontarlo e guardarlo in faccia. È sempre cosi per il film. Ora ne sto già preparando un altro e mi fa paura, ma devi affrontare questa paura e lasciare il più possibile libera la tua testa».
Del suo analista, alla fine, cita una frase, che un pò descrive bene il suo attuale rapporto con la realtà: «Persa l’illusione di cambiare il mondo, a volte galleggio, a volte affondo».