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Potenza, arrivate al San Carlo le prime 105 dosi del vaccino: saranno somministrate a medici e infermieri

 
Massimo Brancati (foto e video Tony Vece)

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Massimo Brancati (foto e video Tony Vece)

Felice Arcamone, 47 anni, infermiere del Pronto soccorso sarà il primo lucano a vaccinarsi

Domenica 27 Dicembre 2020, 09:18

10:20

POTENZA - Ci siamo. Oggi alle 8 la prima tranche di 105 dosi di vaccino anti Covid, proveniente dall’istituto Spallanzani di Roma, è arrivata a Potenza, all'ospedale San Carlo. Lo scatolo con le dosi è stato consegnato al direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera dal luogotenente della Marina Militare Govanni Monteleone. 

Alla presenza del Presidente della Giunta della Regione Basilicata, Vito Bardi, dell’assessore alla Salute, Rocco Leone, del dirigente generale del Dipartimento Politiche della Persona, Ernesto Esposito, e del Direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, sarà somministrata la prima dose del vaccino a operatori sanitari impegnati in reparti direttamente interessati alla lotta al virus, vale a dire Pneumologia, Malattie Infettive, Terapia intensiva e Pronto soccorso.

Sarà, dunque, una giornata importante, rappresentando l’inizio di una nuova fase di contrasto della pandemia che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo. L’impiego di un’arma fino ad ieri non disponibile e realizzata dalla comunità scientifica internazionale in tempi record costituisce un momento topico nella lotta al Covid e i primi a vaccinarsi saranno operatori sanitari che stanno combattendo in trincea la battaglia contro il virus. Alla campagna di vaccinazione - che è su base volontaria - ha aderito più dell’80 per cento tra medici e infermieri.

Il primo ad essere vaccinato sarà un infermiere del Pronto soccorso, Felice Arcamone (nella foto, qui sotto, di Tony Vece), che tra pochi giorni compirà 47 anni.

Alla vigilia dell’«ora X» lo abbiamo sentito per farci raccontare le sue emozioni da «primo uomo sulla Luna».
«Abbiamo appena fatto il sierologico - dice - come azione propedeutica al vaccino. L’obiettivo è verificare se abbiamo avuto contatti con l’infezione, sviluppando così gli anticorpi».

Qualora risultasse un contatto con il Covid ci sarebbero controindicazioni per il vaccino?
«No, assolutamente. Anzi, il vaccino dovrebbe aumentare la sua efficacia».

Dica la verità, un po’ di paura in vista dell’iniezione?
«Non posso negarlo. Dal punto di vista umano ho paura perché siamo di fronte a un vaccino che, come tutti gli altri, non è scevro da possibili reazioni allergiche. Ma sono un infermiere, lavoro nella sanità, ed è giusto che sia il primo a farlo. Stiamo affrontando un problema sanitario e da professionista sento il dovere di vaccinarmi. In questa pandemia ognuno sta pagando qualcosa: i commercianti e le partite Iva subiscono conseguenze dal punto di vista economico, e molta gente, purtroppo, ha perso la vita. Chi affronta il nemico in prima linea deve comportarsi in un certo modo e avere coraggio. È giusto che sia così».

Che cosa le dicono i suoi familiari? Sono d’accordo con la sua scelta?
«Mia moglie è una collega e anche lei aderisce alla campagna di vaccinazione. Siamo convinti che per il bene di tutti bisogna fare questo passo. Lo facciamo anche per il futuro di nostro figlio che ha 3 anni».

Lavorando al Pronto soccorso qual è la situazione Covid dal suo punto di osservazione?
«Siamo super impegnati anche se i numeri di accesso al pronto soccorso sono relativamente inferiori alla norma. Siamo concentrati sui casi Covid che comportano qualche problema in più rispetto alla routine. Una cosa è lavorare con dieci pazienti che hanno un dolore addominale, un altro è dover curare un paziente che ha contratto il virus. L’impegno aumenta in maniera esponenziale, se non altro perché occorre lavorare in particolari condizioni».

Ma è vero che l’età media dei pazienti Covid è elevata e che spesso chi contrae l’infezione ricorre al Pronto soccorso perché ha altre patologie?
«Sono luoghi comuni. I numeri a Potenza ci dicono che sono morte anche persone giovani e sane. Il virus è una roulette russa e incide in base a una risposta genetica individuale».

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