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Coronavirus, panico tra la gente in coda per le mascherine

 
Giovanni Panza

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Giovanni Panza

Aumenta in Corea del Sud il panico da coronavirus a seguito della diffusione del virus per l’80% concentrata a Daegu. Migliaia di persone in coda per le mascherine

Martedì 25 Febbraio 2020, 19:28

SEUL - In Corea del Sud è aumentato il panico da coronavirus a seguito della diffusione del virus per l’80% concentrata a Daegu, quarta città del paese per dimensioni. Migliaia di persone in coda per le mascherine facciali per la protezione dalla malattia.

La situazione causata in Corea del Sud dall’epidemia di coronavirus è «molto grave», con il Paese asiatico che si appresta a raggiungere i mille casi. Lo ha affermato il presidente Moon Jae-in in vista a Daegu, assicurando «la vittoria nella lotta contro il virus».

Secondo le autorità sanitarie, in Corea del Sud sono stati confermati 977 casi di contagio da coronavirus, il secondo Paese dopo la Cina per numero di casi. Oltre l’80% si concentra a Daegu, quarta città del paese per dimensioni, e nella vicina provincia di Gyeongsang.

Coronavirus: altro decesso in Corea del Sud, 11 le vittime - La Corea del Sud ha annunciato un altro decesso per contagio da Covid-19, che porta a 11 il numero totali dei morti per nel Paese. Lo ha reso noto il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, come riporta la Cnn. L’ultima vittima è un uomo di 35 anni di origini mongole, che aveva problemi preesistenti di fegato. Ci sono quasi mille casi (977) confermati di coronavirus in Corea del Sud, concentrati principalmente in tre zone: Daegu, la provincia di Nord Gyeongsang e la città portuale di Busan. Tutti i voli per Daegu, primo epicentro dell’epidemia, sono stati sospesi.

Coronavirus: Seul, test su seguaci setta, sono oltre 200mila - La Corea del Sud condurrà test per il rilevamento della presenza del coronavirus su 215mila persone, seguaci del culto Shincheonji, dopo che una seguace del culto religioso ha contagiato decine di altre persone nell’area di Daegu, nel sud, innescando una crisi che oggi conta oggi 977 casi accertati e dieci morti nel Paese.

La decisione del governo di Seul è stata presa dopo che la congregazione religiosa ha fornito nominativi e contatti dei fedeli nel Paese. Circa il 60% di tutti i casi di contagio in Corea del Sud, secondo i calcoli delle autorità di Seul, sono collegati al culto Shincheonji e il governo sud-coreano ha finora considerato inadeguato il sostegno della chiesa agli sforzi di prevenzione e controllo dell’epidemia da coronavirus. Nella sola Daegu, centro di 2,5 milioni di abitanti, sono più di novemila i fedeli del culto Shincheonji, molti dei quali sono stati messi in quarantena e circa 1.200 persone hanno mostrato sintomi sospetti.

Corea del Sud: coronavirus, chiusi parlamento e corti giudiziarie - 129 dei nuovi casi di infezione sono riconducibili a membri della Chiesa di Gesù Shincheonji, una setta religiosa che conta circa 200mila seguaci e 74 chiese nel paese. Daegu, la quarta maggiore città del paese, ospita un ramo della setta; l’amministrazione cittadina ha dichiarato che ben 400 dei 3.500 affiliati complessivi ha esibito sintomi di contagio. La scorsa settimana il numero dei contagi da coronavirus in Corea del Sud è quintuplicato in soli tre giorni. Il governo ha decretato Daegu e l’area circostante "zona a gestione speciale per le malattie infettive". Il viceministro della Salute sudcoreano, Kim Kang-lip, ha dichiarato che il governo sta adattando le procedure di quarantena e prevenzione per far fronte al nuovo scenario di emergenza. Il ministero ha inviato altri 24 medici a Daegu, e aumentato i siti cittadini per il rilevamento del virus a 22.

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