Il fatto
Orrore a Presicce, barboncino muore dilaniato da un pallino in piombo: il colpo esploso nel quartiere in cui viveva
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La proprietaria ha voluto vederci chiaro e ha visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza poste sul muro di un’abitazione vicina. Da qui la scoperta che il barboncino era stato colpito da qualcosa che gli ha procurato la ferita e poi la morte
PRESICCE ACQUARICA - Un barboncino muore dilaniato da un pallino in piombo, sparato da ignoti nello stesso quartiere in cui viveva.
Il deprecabile episodio, che ha scioccato la comunità, che ora chiede giustizia a tutela di tutti animali, si è verificato il 1° aprile scorso in località Presicce. Vittima un barboncino bianco di taglia media, chiamato «Leo», di proprietà della famiglia Scarcia – Fersini.
Stando a quanto raccontato dalla proprietaria, Loredana Fersini, che ha presentato una denuncia contro ignoti presso la locale caserma dei carabinieri, il cane sarebbe uscito da solo dal portoncino di casa, come sua abitudine, per una passeggiata in solitaria tra le strade del rione. Ad un certo punto la signora lo ha visto rientrare sanguinante e, molto preoccupata, lo ha trasferito d’urgenza in una clinica veterinaria di Taviano.
Qui la situazione è precipitata all’improvviso e il medico veterinario non ha potuto far altro che comunicarle il decesso dell’animale da compagnia.
Molto provata per la perdita di «Leo», che da anni condivideva la sua vita con la famiglia che lo accudiva, la donna ha voluto vederci chiaro e ha visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza poste sul muro di un’abitazione vicina. Da qui la scoperta che il barboncino era stato colpito da qualcosa che gli ha procurato la ferita e poi la morte.
Orrore e sdegno quando la carcassa del cane è stata sottoposta a una Tac nella stessa clinica veterinaria. Leo era stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco che gli aveva lacerato la trachea.
La famiglia intende andare a fondo sull’episodio, affinché il colpevole venga rintracciato e rispondere del reato di maltrattamento nei confronti degli animali.
«Chiediamo che l’autorità giudiziaria disponga l’autopsia – lo sfogo della proprietaria - intanto stiamo organizzando una manifestazione e ci prepariamo all’affissione di manifesti in paese, soprattutto lì dove Leo è stato ammazzato».
Il fatto è stato stigmatizzato dall’associazione “Cuori randagi”. «Ogni atto di crudeltà inflitto a creature innocenti – la posizione dei volontari – è un crimine inaccettabile, che mina i principi di rispetto e compassione verso gli esseri viventi».