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San Cataldo, all' Alba Locomotive jazz festival il concerto di Francesca Michielin
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Nella Marina di Lecce l'evento con la cantante dall'anima jazz alle 4 e mezzo del mattino, tra la notte di San Lorenzo e la domenica 11 agosto
LECCE - L’anima jazz di Francesca Michielin al festival Locomotive, che il jazz ce l’ha nel dna. Dopo Annalisa lo scorso anno, un’altra cantante-donna mattatrice dell’ormai tradizionale Alba Locomotive sulla spiaggia libera della marina di Lecce, San Cataldo.
Con la sua inimitabile voce ritmica, la 29enne di Bassano del Grappa, che in canto jazz è per altro diplomata, al Conservatorio di Castelfranco Veneto, ha incantato gli oltre 5mila spettatori assiepati davanti al palco realizzato sullo sfondo dell’antico molo romano di Adriano.
Dall’apertura poco prima delle 5 con un pezzo di Charlie Mingus sino al cavallo di battaglia “Nessun grado di separazione”, per un’ora e mezzo, l’artista ha interpretato tutti i brani in scaletta negli arrangiamenti per l’occasione preparati con l’ideatore e direttore artistico del festival, Raffaele Casarano. Con lui al saxofono e la band dei maestri musicisti Mirko Signorile (piano), Giorgio Vendola (contrabbasso), Andrea Rossetti (tastiere e synt), Maurizio Dei Lazzaretti (batteria) ed Alessandro Monteduro (percussioni), il concerto ha così esaltato lo spirito dell’intera kermesse, che quest’anno sul main stage di Sogliano Cavour dove tutto ha avuto inizio 19 anni fa, ha regalato al pubblico cinque live di primo piano (due band cubane, Enrico Rava, l’innovativo batterista di Davide Bowie, Mark Guiliana ed il cantastorie Daniele Silvestri).
“Grazie Puglia dove è sempre bello suonare e grazie a Giuliano Sangiorgi (coodirettore artistico dell’Alba -ndr) che mi ha invitata a venire al Locomotive”, ha detto Francesca Michielin, presentatasi scalza ed in abito lungo di colore viola. Ed ha aggiunto: “Non ho mai fatto jazz fuori dal Conservatorio. Sono felice ed onorata di cantare per il Locomotive e di vedere voi qui nonostante l’orario non proprio consono”. E con riferimento al dolce identitario del Salento: “Sogno il pasticciotto nelle langhe venete dove vivo, ma nonostante gli amici di una famiglia di Squinzano abbiano insegnato a mia madre come farlo, non riescono buoni come sono qui da voi”.