Il caso

Scuola, la spada del Ministero sul personale ATA: «Contratti non rinnovati, aiutateci o finiamo per strada»

Bianca Chiriatti

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La storia di una pugliese che durante le feste di Natale ha saputo di non dover più rientrare al Nord per lavorare è emblematica: colpa di un cortocircuito che lascia alle scuole la discrezionalità dei fondi Pnrr

Immaginate di avere un posto di lavoro in una scuola, da personale ATA (che comprende collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi), magari di lavorare lontano dalla città d'origine, quindi di lasciare la famiglia, trovare una casa in affitto, tutto pur di lavorare, e nel bel mezzo delle vacanze di Natale, precisamente tra il 28 e il 29 dicembre, ricevere una telefonata che vi obbliga a non rientrare in sede dopo le feste, perché il contratto non è stato rinnovato. È la storia che ha raccontato alla Gazzetta una delle 3mila risorse coinvolte, provenienti da tutta Italia, lavoratori ATA colpiti dalla nota ministeriale che discrimina il personale, in quanto i collaboratori scolastici sono stati rinnovati fino al 15 aprile, inclusi nella legge di bilancio, mentre tecnici e amministrativi - assunti come organico aggiuntivo per la realizzazione del Pnrr - sono stati limitati esclusivamente ai fondi della scuola relativi, appunto, al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E mantenere tutti al proprio posto di lavoro è oneroso e poco chiaro, soprattutto per DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) e segreterie.

Una notizia che ha creato confusione e scompiglio tra i lavoratori, che si stanno costituendo in gruppi sui social per far conoscere la situazione e chiedere alla politica di essere trattati ugualmente ai loro colleghi, con gli stessi diritti. Una situazione paradossale che ci viene così illustrata: «Per mantenere i collaboratori scolastici le scuole non devono mettere mani al loro portafoglio, ciò che invece è stato chiesto nella circolare ministeriale per noi amministrativi. Le scuole si sono quindi trovate senza fondi, perché la maggior parte dei progetti Pnrr fanno riferimento all'anno precedente: chi aveva un fondo residuo poteva prorogare e pagare i dipendenti, gli altri come me rimangono a casa. Io sono pugliese ma la mia scuola è in Lombardia, mi sono trasferita lasciando a casa un altro posto di lavoro perché ho sperato fosse un'occasione per i punteggi, ma ora i problemi sono grossi, perchè avevamo tutti preso case in affitto, ed è stata una comunicazione avvenuta in un paio di giorni».

Ciò che questi lavoratori (contrassegnati con le sigle AA-AT) chiedono è che non ci sia discriminazione e che alle scuole non debba essere lasciata la facoltà di prorogare o meno i contratti: «Il Ministero dovrebbe rilasciare nuovi fondi. È un meccanismo che si è rotto. Stiamo cercando di coinvolgere la politica, locale e nazionale, di alzare la voce. L'onorevole Pittoni si è già mosso e ha parlato di noi anche sui social, ma è una matassa imbrogliata. Speriamo inoltre che ci diano la continuità, nel caso, che non vengano riaperte graduatorie. Noi che stavamo già lavorando, dobbiamo tornare a lavorare».

Una situazione davvero annosa, che riguarda persone di tutte le età e tutte le provenienze geografiche. A 24 ore da queste dichiarazioni siamo andati a leggere la bacheca Facebook dell'onorevole Pittoni, dove è presentato questo comunicato che riportiamo integralmente: «Il Ministero dell'Istruzione e del Merito precisa che non ci sarà nessuno stop per gli oltre 3mila assistenti amministrativi e tecnici impegnati a supporto dell’attuazione del Pnrr. L’articolo 20-bis del decreto Anticipi prevede infatti la possibilità, da parte delle scuole, di rinnovare gli incarichi temporanei a tempo determinato. Le risorse arrivano dallo stesso Pnrr e i singoli stanziamenti sono stati già comunicati dal Ministero alle scuole il 2 gennaio. Il MIM ha anche predisposto un format di contratto, che si può scaricare dal sistema informativo del Ministero e sottoscrivere direttamente con il personale amministrativo, e un “simulatore” con il quale gli istituti potranno calcolare la durata del contratto e l’importo da corrispondere a ciascun assistente amministrativo. Il Ministero è poi al lavoro per ripartire ulteriori risorse Pnrr e sta anche lavorando assieme al MEF per semplificare la gestione dei pagamenti di questi contratti. Per i collaboratori scolastici, invece, la legge di Bilancio 2024 ha già prorogato dal 1° gennaio al 15 aprile 2024 i contratti attivati dalle scuole nell’ambito del Pnrr e di Agenda Sud».

Ma nei commenti sotto a questo post si legge un'altra verità: «Onorevole è arrivato il momento di smetterla con i giochi di parole, la situazione è chiara a tutti e se non si interviene con una rettifica alla scellerata nota ministeriale 28/12 tutti noi AA e AT siamo per strada»; «La mia scuola ha fatto i conti e mi ha detto che le risorse sono state già impegnate per il gruppo di lavoro dei docenti coinvolti nei progetti e il poco che rimane non è sufficiente a rinnovarmi il contratto a 36 ore. Sono a casa dal primo gennaio»; «Non può essere lasciata alle scuole la discrezionalità di decidere la gestione dei fondi Pnrr, non possono essere le scuole a farsi carico di noi. La proroga dei contratti e la loro remunerazione deve tornare allo Stato»; «Onorevole, alle condizioni attuali neanche una scuola su cento ha optato per la proroga, i soldi del Pnrr li hanno destinati ad altro: se non intervenite siamo tutti fuori, aiutateci per favore».

(il video allegato ci è stato gentilmente concesso da un gruppo di risorse interessate dalla questione)

AGGIORNAMENTO

Il gruppo di persone interessate ci ha fornito questo ulteriore video: il 18 gennaio ci sarà il tavolo tecnico, si tratta in sostanza dell'ultima possibilità per il loro reintegro.

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