Sabato 06 Settembre 2025 | 14:23

Indro Montanelli, sulla statua a Milano vernice e insulti

 
GdM.TV (video Facebook)

Reporter:

GdM.TV (video Facebook)

Imbrattata con vernice rossa e scritte la statua di Indro Montanelli, nel giardino di via Palestro a Milano: Rete Studenti Milano e LuMe rivendicano l'atto

Domenica 14 Giugno 2020, 18:15

20:10

MILANO - Almeno quattro barattoli di vernice rossa versati sulla testa e le scritte in nero «Razzista, stupratore» a coprire quella originale «giornalista» sulla statua di Indro Montanelli: Rete Studenti Milano e LuMe rivendicano l'atto.

E’ stata imbrattata così la statua dedicata a Indro Montanelli, collocata nell’omonimo giardino di via Palestro, nel centro di Milano, e finita al centro di molte polemiche dopo che ne era stata chiesta la rimozione sull'onda delle manifestazioni antirazziste in seguito all’uccisione di George Floyd.

Con un video pubblicato sui social, Rete Studenti Milano e LuMe (Laboratorio universitario Metropolitano) hanno rivendicato l’imbrattamento della statua di Indro Montanelli avvenuta nella notte. «Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l’abbattimento della statua a suo nome», scrivono.

Nel video di 40 secondi si vedono alcuni ragazzi arrivare in bicicletta all’interno del parco e due di loro, stesse scarpe e pantaloni ma giacca di due colori diversi, lanciano i barattoli di vernice contro la statua, per poi scrivere con una bomboletta spray «Razzista, stupratore».

Un ragazzo percorre in bicicletta via Manin, proprio la strada dove la mattina del 2 giugno 1977 Indro Montanelli venne gambizzato dalle Brigate Rosse. Poi gira a sinistra ed entra nei giardini di Via Palestro, parco che dal 2002 è intitolato al giornalista toscano, e arriva vicino alla sua statua. Inizia così il video di 40 secondi girato dagli studenti di RSM e LuMe con il quale hanno rivendicato sui social l'imbrattamento compiuto ieri sera.

C'è ancora luce e non piove, una delle poche pause concesse dal maltempo ieri a Milano tra le 20 e le 21, ed è proprio a causa del meteo avverso che i giardini sono insolitamente poco frequentati per essere una sera di sabato. Non incontra nessuno infatti il ragazzo in bicicletta nel breve tragitto che lo separa dall’ingresso del parco alla statua, inaugurata nel 2006 dall’allora sindaco Gabriele Albertini e raffigurante il giornalista seduto che scrive sulla sua Lettera 22 con la scritta «Indro Montanelli - Giornalista» sulla base.

Continua a riprendere il ragazzo in bicicletta, probabilmente con il suo cellulare, e in sottofondo si sentono le note di «The Revolution will not be televised», storico brano di Gill Scott-Heron entrato in vari remix nella colonna sonora delle proteste negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Arrivato alla statua, inquadra altri due studenti che lanciano della vernice rossa contro il monumento. Stesse scarpe, pantaloni neri, uno in giacca a vento nera e uno rossa con il cappuccio sulla testa, i due imbrattano rapidamente la statua e poi quello con la giacca rossa scrive «Razzista» e «Stupratore" sulla base, coprendo la scritta «Giornalista» sotto il nome Indro Montanelli. E l’ultima immagine è l’inquadratura della statua coperta di vernice, seguita dalla schermata con i loghi di RSM (Rete Studenti Milano) e di LuMe (Laboratorio Universitario MEtropolitano).

«Con questo gesto vogliamo inoltre ricordare che, come ci hanno insegnato e continuano a insegnarci movimenti globali come Non Una Di Meno e Black Lives Matter, tutte le lotte sono la stessa lotta, in un meccanismo intersezionale di trasformazione del presente e del futuro. Se il mondo che vogliamo tarda ad arrivare, lo cambieremo», si legge nel comunicato firmato da Rete Studenti Milano e LuMe.

«Crediamo che figure come quella di Indro Montanelli siano dannose per l’immaginario di tutti» e «in una città come Milano, medaglia d’oro alla Resistenza, la statua di Indro Montanelli è una contraddizione che non possiamo più accettare»: è quanto scrivono sui social gli studenti milanesi di RSM e Lume, aggiungendo che «un colonialista che ha fatto dello schiavismo una parte importante della sua attività politica non può e non deve essere celebrato in pubblica piazza».

Nel lungo post che accompagna il video dell’imbrattamento avvenuto ieri sera, gli studenti milanesi dei due collettivi spiegano che le statue «hanno una funzione sociale collettiva, perché occupano lo spazio pubblico rappresentando ciò che una classe dirigente decide di celebrare della propria storia».

Montanelli, aggiungono, «oltre ad aver portato avanti una strenua campagna di apologia del fascismo, si arruolò volontariamente durante la campagna etiope, una campagna colonialista e schiavista. Qui comprò una "faccetta nera" di nome Destà, una ragazza etiope di soli 12 anni, che usò senza ripensamenti come un vero e proprio giocattolo sessuale».

«Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l’abbattimento della statua a suo nome. Non possiamo accettare che vengano venerati come esempi da imitare personaggi che hanno fatto dello schiavismo, del colonialismo, della misoginia, del fascismo e del razzismo una mentalità con ben pochi ripensamenti», concludono.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)