Operazione della Dia
Bari, soldi e affari del clan:sequestrati 31 milioni Tra i 28 indagati anche il patron del Bitonto calcio
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Associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio: coinvolte 28 persone. Tre in carcere
Pacchi sottovuoto di banconote da 50 euro, per un totale di quasi 4 milioni di euro, erano nascosti nei muri, nel camino e persino dietro pregiate bottiglie di vino di una lussuosa villa di Santo Spirito (Bari). Soldi, secondo la Dda di Bari, che l’imprenditore di Bitonto Francesco Giordano aveva accumulato frodando il fisco per anni e poi riciclando il denaro derivante dalla milionaria evasione (stimata in oltre 26 milioni di euro dal 2014 al 2017) grazie ad aziende cartiere, ritenute satelliti della sua società consortile per azioni specializzata in macellazione di carni e operante prevalentemente nel milanese.
Per questi fatti Giordano e altre due persone sono state arrestate nel marzo scorso dalla Dia di Bari con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e all'autoriciclaggio di denaro provento di reati fiscali. Oggi a loro e ad altri 25 indagati gli investigatori hanno sequestrato beni per 31 milioni di euro, tra immobili, società, ristoranti, conti correnti, auto e moto. L’operazione della Direzione Investigativa Antimafia di Bari ha riguardato Puglia, Lombardia, Piemonte e Lazio. Per riciclare il denaro, Giordano si sarebbe avvalso della collaborazione della criminalità organizzata barese. Oltre a lui, infatti, sono finiti in carcere il pluripregiudicato Emanuele Sicolo, vicino al clan Parisi, e Francesco Putignano, legale rappresentante di alcune delle società coinvolte nell’inchiesta.
Gli investigatori, coordinati dal pm della Dda di Bari Isabella Ginefra, hanno accertato che l’evasione fiscale veniva dissimulata grazie alla creazione di società fittizie intestate a prestanome, in buona parte familiari di Giordano, le cui casse venivano sistematicamente svuotate con prelievi notturni di contanti dai bancomat. Così l’imprenditore e i suoi sodali avrebbero acquistato ville e appartamenti lussuosi a Bari, Milano, Biella, Vercelli e Teramo, 13 tra moto e macchine, tra le quali anche una Porsche Cayenne, quattro ristoranti e decine di polizze assicurative. Tutto questo capitale, insieme con le quote di 29 società e 100 conti correnti, è stato sottoposto a sequestro preventivo. E mentre Bari indagava su milionari flussi di denaro sporco dalle società di Giordano alle pareti delle sue case, nei vani occulti delle auto, in borsoni e cantine, l’imprenditore finiva anche nel mirino della magistratura milanese. La scorsa settimana, infatti, la Procura di Milano gli ha notificato un’altra ordinanza di arresto per reati tributari, sequestrando anche la società del Bitonto Calcio di cui Giordano era amministratore.