arte ai tempi del coronavirus

Corato, Mascoli dipinge storyboard quarantena nel silenzio di casa

Gianpaolo Balsamo

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Il giovane artista sta trasferendo su tela o su un foglio bianco ciò che le sue emozioni, in questo particolare momento, gli suggeriscono

CORATO - C'è chi sta realizzando un documentario, chi scatta foto agli amici dal computer, chi suona o canta e chi, come il coratino Vincenzo Mascoli, dà libero sfogo alla sua fantasia creativa e all'arte pittorica traducendo su tela o su un foglio bianco ciò che le sue emozioni, in questo particolare momento, gli suggeriscono.

E così, restando a casa, il muro di una sua stanza diventa il diario pittorico e intimo del giovane artista coratino che è riuscito ad impressionare anche lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi: «Mascoli ci invita a riflettere, riconoscendo all'arte, una prerogativa speciale: la capacità di bloccare ciò che di per sé tenderebbe a essere un "panta rei" in continuo movimento e a lasciare segni più labili nella nostra coscienza, individuale e collettiva». 

Ai tempi del Coronavirus, quella parete bianca, attorniata da un silenzio surreale e dal fluire sordo del tempo, diventa per Vincenzo Mascoli che è anche scenografo e direttore di scena del Teatro di Corato, una sorta di "sfogatoio", una necessità intrinseca di fermare sulla carta o sulla tela, con i pennelli, le biro o con le matite, emozioni altrimenti percepite solo interiormente. L’arte, insomma diventa per lui «balsamo» della psiche.

«La quarantena non ha cambiato molto della mia vita – spiega Vincenzo - Sin da piccolo ero abituato a rimanere in silenzio e a disegnare da solo. Il lavorare in Teatro poi ne ha mutato alcuni aspetti ma l’arte e la bellezza mi hanno sempre accompagnato durante il mio percorso di crescita. Il tempo della ricerca dell’ispirazione e dell’ascolto mi hanno sempre accompagnato. Alcune volte, è pur vero, mi hanno anche fatto sentire diverso, solo. Poi son cresciuto e mi son accorto che era parte di me, che non potevo farne a meno e ho incominciato anche a pensare che la diversità fosse un valore aggiunto unico».

Le sue tavole, ritratti e autoritratti, sono caratterizzati da rapidi tocchi, spesso giocati sul contrappunto tra zone di luce o di ombra.

«Ho abbandonato il collage in questo momento ma ho ripreso le penne gli acquerelli avevo esigenza di un segno e di un racconto molto più veloce molto più istintivo e forse anche molto più terapeutico e  di notte ho incominciato per ore per ore fino all’alba. Sento di non perdere tempo sento che ci sono e sento che riproducendo le immagini che mi giungono dai social dal web posso anche creare una relazione con il mondo che comunica».

«L’idea – ci confida Vincenzo Mascoli - sarà poi quella di creare un enorme istallazione  con tutti questi lavori con l’orario e la pubblicazione degli stessi».

Insomma uno storyboard di una quarantena che racconterà, quando tutto sarà un ricordo, lo scorrere del tempo e la vita di un giovane artista ai tempi della pandemia.

 

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