Andria, assaltavano tir con esplosivo e armi: decimato clan Griner, 11 in carcere
L' operazione rappresenta l’epilogo di una prolungata attività investigativa, avviata nell’ottobre del 2012, nei confronti del gruppo criminale capeggiato dal pluripregiudicato Filippo Griner
Venerdì 22 Febbraio 2019, 11:26
ANDRIA - La polizia di Andria, ha eseguito 11 ordini di esecuzione pena (per complessivi 100 anni circa) emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari, nei confronti di altrettante persone, tutte appartenenti ad un sodalizio criminale armato dedito alla commissione di rapine nei confronti di autotrasportatori, con conseguente sequestro di persona, ed operante nella città di Andria.
I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di:
- GRINER Filippo, detto “Tyson”, cl. 82;
- AGRESTI Antonio, cl. 71;
- LAPENNA Emanuele, detto “Stimblic”, cl. 72;
- NICOLAMARINO Francesco, detto “Ccridd”, cl. 72;
- QUACQUARELLI Giuseppe, detto “Testolina”, cl. 86;
- MORETTI Pasquale detto “il Bitontino”, cl.66;
- CIVITA Franco, detto “cifù”, cl. 75;
- SCARCELLI Francesco, detto “Frisidd”, cl. 85;
- SGARAMELLA Nicola, detto “Zgridd”, cl.76;
- SGARAMELLA Riccardo, cl. 77;
- CAMPANALE Riccardo, detto “U caccus”, cl. 61.
L’attività investigativa, svolta dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e conclusa nell’ottobre del 2014, portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un’associazione criminale dedita alle rapine ad autotrasportatori, con a capo il noto pregiudicato andriese GRINER Filippo, conosciuto con lo pseudonimo “Tyson”.
La complessa attività investigativa, che portò in carcere 17 persone, tutte con precedenti di polizia in materia di reati contro il patrimonio, armi e stupefacenti, ritenute responsabili, a vario titolo, di rapina, sequestro di persona, ricettazione, detenzione e porto abusivo d’armi da fuoco, comuni e da guerra, munizioni ed esplosivi, ricettazione e furto, delitti tutti aggravati dal metodo mafioso, nonché, per alcuni, commessi durante la sottoposizione alle speciali misure di prevenzione.
Le indagini, supportate da attività tecniche e corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di attribuire ai destinatari del provvedimento restrittivo la responsabilità di decine di rapine, perpetrate in alcuni casi con il contestuale sequestro di persona della vittima, nonché di eseguire arresti in flagranza di reato e provvedimenti cautelari, oltre al sequestro di armi, anche da guerra, ed esplosivo.